[14/12/2010] News toscana

La legge regionale e il territorio: scorciatoie e vicoli ciechi

PISA. Andrea Bortoli su Il Tirreno di oggi apprezza giustamente che l'assessore Marson voglia mantenere lo ‘sguardo lungo' nell'affrontare una volta per tutte gli annosi problemi di coordinamento tra i vari livelli di pianificazione. Niente scorciatoie dunque che -aggiungo io- portano dritti in vicoli ciechi da cui poi come vediamo non è facile uscire. Lo conferma il dibattito apertosi nelle sedi universitarie per conto della regione che sul PIT e la legge del 2005 hanno già inventariato una bella filza di errori e svarioni da cui ora non semplice uscire e se possibile alla svelta.

Il rischio - dice Bortoli- è che le varianti comunali vengano adottate senza alcun riferimento al PIT.

Il rischio vero però sta nel fatto che il PIT offre un quadro di riferimento distorto e per più d'un verso fasullo del contesto regionale in cui comporre e ricondurre quei coordinamenti programmatori non riducibili unicamente a quello comune -regione. Sta qui, infatti. il tarlo maggiore della legge 2005 che si infischiò bellamente degli importanti risultati conseguiti dalla stessa regione nella programmazione ambientale non soltanto dei comuni, ma delle province e soprattutto dei parchi e dei bacini.

Non dice nulla il fatto che negli ultimi anni e ora più che mai per rilanciare speculazioni e abusivismi ci si sia accaniti a Roma ( e non solo) proprio contro il ruolo pianificatorio dei parchi e dei bacini idrografici? La poco brillante idea della legge 2005 e dello stesso PIT che tutto si poteva decidere e confezionare nell'ambito dei livelli elettivi ( ma anche tra questi con qualche propensione a lasciar fuori le province) si è rivelata per quello che è; un errore marchiano e tafazziano. Per uscirne alla svelta e soprattutto al meglio bisogna -diciamo così- togliere dalla panchina protagonisti senza i quali non si va lontano. E per questo bisogna correggere anche il recentissimo ‘Piano regionale di sviluppo' che contiene ancora troppi di quegli omissis.

Davvero si pensa che le nostre coste, l'appennino, il nostro paesaggio possano essere gestiti al meglio solo con un maggiore equilibrio regione - comuni e un po' più di province? Perché bissare errori di cui abbiamo già pagato lo scotto.
 

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