[14/12/2010] News

Reversibilità dello stoccaggio geologico di scorie nucleari: realtà o truffa?

LIVORNO. Comincia oggi con una gita facoltativa al centro nucleare Meuse/Haute-Marne dell'Agence Nationale pour la gestion des Déchets Radioactifs (Andra) l'International conference and dialogue "Reversibility and Retrievability" che si tiene dal 15 al 17 dicembre a Reims, nella Marne, in Francia.

La conferenza di Reims è organizzata dalla Nuclear energy agency (Nea) dell'Organizzazione per la cooperazioone e lo sviluppo economico (Ocse) nel quadro del progetto internazionale "Reversibility and Retrievability in Geological Disposal of Radioactive Waste" (R&R) che la Nea coordina dal 2007.

L'agenzia atomica dell'Ocse spiega che «E' il primo incontro di questa ampiezza che sia stato organizzato sul tema della reversibilità e della recuperabilità, che sono considerate da molti come temi importanti per la definizione del processo di gestione delle scorie radioattive per lo stoccaggio geologico».

Durante la conferenza Ocse, organizzata insieme a International atomic energy agency (Iaea), Direzione generale energia della Commissione europea, ed Edram - International association for environmentally safe disposal of radioactive materials, sono previste sessioni plenarie e workshop dove secondo la Nea «I partecipanti potranno comprendere meglio le somiglianze e le differenze tra io diversi programmi, in funzione delle culture e dei Paesi. I partecipanti potranno dibattere degli elementi ottenuti nel quadro del progetto R&R ed affinarne i risultati. Questi scambi contribuiranno all'elaborazione del rapporto finale del progetto, che sarà pubblicato nel 2011».

La Nuclear energy agency dell'Ocse è sconosciuta ai più ma si tratta di una vera e propria potenza politica con sede a Parigi, che ha «Per missione quella di aiutare i suoi Paesi membri a mantenere ed approfondire, attraverso la cooperazione internazionale, le basi scientifiche, tecnologiche e giuridiche indispensabili ad un utilizzo sicuro, rispettoso dell'ambiente ed economico dell'energia nucleare a fini pacifici».

In realtà si tratta di un'agenzia di promozione del nucleare alla quale aderiscono 29 Paesi (Italia compresa) di Europa, America del Nord e dell'Asia-Pacifico che insieme rappresentano circa l'85% della potenza nucleare installata nel mondo. Nei Paesi della Nea l'energia nucleare fornisce circa un quarto dell'elettricità (il 22% nell'Ocse e il 25,1% nei Paesi Ocse europei) con 340 centrali nucleari (143 nell'Europa Ocse) che producono 2 130.3 TWh ((32,3 TWh nell'Europa Ocse).

La Nea collabora strettamente con l'Iaea e la Commissione europea e all'interno dell'Ocse coordina le sue attività con quelle dell'International energy agency e della Direzione ambiente. Alla Nea lavorano 65 persone ed il suo Segretariato principale ha un budget annuo di 10,4 milioni di euro, mentre la sua banca dati riceve ogni anno circa 3 milioni di euro.

Il tutto per fornire: «Un quadro privilegiato per gli scambi d'informazioni e di esperienze e la cooperazione internazionale; un polo di eccellenza dove i Paesi membri possano mettere in comune e preservare le loro competenze tecniche; un vettore per l'analisi delle politiche e la ricerca di un consenso a partire dai suoi lavori tecnici».

Un consenso che non sembra assolutamente disposto a dare Réseau "Sortir du nucléaire" che stronca l'R&R: «Sotterrare le scorie nucleari ad alta e media attività a vita lunga (déchets H-M-AVL) è una scommessa ad alto rischio - dice la rete delle associazioni no-nuke francesi - perché rappresentano una massa enorme di radioattività a 500 metri sottoterra. Scommessa per la comunità scientifica, impegno cruciale per la prosecuzione o l'abbandono della filiera nucleare, questo progetto è inaccettabile per i cittadini. La società che prenderà queste decisioni lo fa a rischio delle generazioni future. La "reversibilità" dello stoccaggio geologico profondo è un concetto perfido che lascia credere che potremo sempre tornare indietro. Limitata però a 100 anni, cioè circa tre generazioni, questa "reversibilità" è una vera truffa. Il recupero dei contenitori interrati non è previsto in alcun caso. Non sarebbe compatibile con i principi di isolamento (temporaneo) richiesto, né con il crollo ulteriore delle gallerie ed avrebbe un costo esorbitante. La reversibilità da l'illusione che possiamo ancora prendere delle decisioni per cambiare da capo durante la costruzione del centro di interramento. Però, alla fine della fase di riempimento (nel 2125?), questo sito sarà ben chiuso. La reversibilità prepara quindi in realtà... l'irreversibilità dello stoccaggio. La reversibilità punta prima di tutto all'accettabilità sociale del progetto».

Per questo "Sortir du nucléaire" ed il collettivo Burestop55 denunciano «U procedimento truccato».

Per le due associazioni «La vera domanda resta tutta intera e non è stata posta ai francesi: bisogna o no stoccare sottoterra le scorie più pericolose? Bisogna o no continuare a produrle? I cittadini e gli abitanti di questo Paese da 20 anni sono messi davanti al fatto compiuto a delle decisioni prese unilateralmente, malgrado la lorio opposizione. Réseau "Sortir du nucléaire" e il collettivo Burestop55 fanno appello al boicottaggio di queste procedure pseudo-democratiche. Coinvolgere la collettività "a determinare insieme la durata esatta della reversibilità" è una bufala alla quale non parteciperemo».

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