[15/12/2010] News

La Cina aumenta i diritti doganali sulle terre rare e tassa le materie prime energetiche importate

LIVORNO. Il sito internet del ministero delle finanze della Cina ha pubblicato una dichiarazione nella quale si legge che «Nel 2011 la Cina aumenterà i diritti doganali per l'esportazione di alcune delle sue terre rare», confermando così quelle che erano state le anticipazioni degli ultimi mesi, spesso giustificate con il grosso impatto ambientale di queste attività estrattive.

Le modifiche approvate dal Consigli degli affari di Stato (il governo centrale) verranno applicate a partire dal primo gennaio 2011, ma la dichiarazione non precisa quale sarà la loro entità né i tipi di prodotti delle terre rare che interesseranno. Il ministero delle finanze di Pechino però sottolinea che «La Cina ha onorato i suoi impegni di fronte all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) per il 2010 e continuerà aad applicare dei diritti doganali per le nazioni più favorite nel 2011.

La Cina nel 2011 preleverà anche «Dei diritti annuali temporanei e relativamente bassi sull'importazione su circa 600 prodotti riguardanti le risorse, le materie prime essenziali e i componenti essenziali, al fine di promuovere il risparmio energetico e la protezione dell'ambiente». Tra i prodotti aggiunti alla lista ed assoggettati alle tariffe annuali di importazione figurano il propano, il butano, gli acidi grassi e le apparecchiature fotografiche ad alta definizione.

La dichiarazione ministeriale afferma che «La Cina l'anno prossimo rispetterà i suoi impegni riguardanti il libero scambio e le tariffe preferenziali che aveva negoziato con gli altri Paesi della regione». Il governo cinese si riferisce alla firma degli accordi con i Paesi dell' Association of Southeast Asian Nations (Asean - Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia, Vietnam), il Cile, il Pakistan, la Nuova Zelanda, il Perù, la Corea del sud e l'India, che nel 2011 potranno approfittare di tariffe preferenziali in rapporto a quelle previste ai Paesi "più favoriti".

Pechino ha sottoscritto anche un accordo-quadro con la ribelle Taiwan, in base al quale «Nel 2011 la parte continentale (cioè la Repubblica popolare cinese, ndr) preleverà come convenuto dei diritti su circa 500 prodotti provenienti da Taiwan».

Tra questi Paesi "agevolati" non c'è il Giappone che nei primi 9 mesi del 2010 ha importato 16.000 tonnellate di terre rare dalla Cina, cioè il 49,8% del totale delle esportazioni cinesi di queste materie prime sempre più preziose e ricercate. Il volume delle esportazioni di terre rare cinesi verso il Giappone è aumentato del 167 % in un anno, quello verso gli Usa del 5,5 %, raggiungendo e i 62 milioni di tonnellate ed il 19% delle esportazioni di terre rare cinesi.

Nei primi 9 mesi del 2010 la Cina ha esportato 32.200 tonnellate di terre rare ad un prezzo medio di 14.800 dollari la tonnellata, ma il governo cinese ha rafforzato i regolamenti sull'esportazione, lo sfruttamento e la produzione di terre rare «A causa di preoccupazioni ambientali» ed ha ridotto del 39% le sue quote di esportazioni di questi materiali, essenziali per la green economy, per l'elettronica di consumo e per l'industria aeronautica, ma la cui estrazione è fortemente inquinante.

In Cina lo sfruttamento e la produzione di terre rare sono stati ridotti rispettivamente del 25% e del 23% e il governo ha affermato che «Le misure restrittive cinesi sono conformi alle regole della Wto. La Cina ha continuato ad esportare terre rare negli ultimi anni, malgrado la pressione ambientale accresciuta e l'impoverimento delle risorse». Secondo i cinesi altri Paesi ricchi di terre rare potrebbero sfruttare le proprie risorse, ma si dicono pronti a cooperare con altri Stati «Per estrarre e trattare le terre rare nella maniera più ecologica possibile».

Torna all'archivio