[02/09/2009] News

Lagorai (Trento): la Lipu ha censito 10 coppie di aquila reale

FIRENZE. Prosegue con successo la ricerca condotta dalla Lipu (Lega italiana protezione uccelli) con il coinvolgimento del Museo tridentino di scienze naturali per censire l'aquila reale nella catena montuosa del Lagorai (provincia di Trento), una delle meno antropizzate dell'intero arco alpino. Dallo scorso giugno sono state censite dieci coppie di aquila reale, pari al 2% dell'intera popolazione italiana- informano dalla Lipu- a conferma di un importante presenza della specie nell'area.

Tra l'altro è stato registrato un lieve aumento (due nuove coppie) rispetto ai dati disponibili dall'ultimo censimento conclusosi 15 anni fa. Secondo gli studiosi uno dei fattori principali che possono spiegare l'incremento del rapace, è rappresentato dall'accresciuta presenza della marmotta, la preda principale dell'Aquila sul Lagorai, nel periodo estivo.

Lo studio nell'area trentina che durerà un anno, rappresenta la prima importante tappa del progetto "Un nuovo volo" messo a punto dalla Lipu e Norda Spa (una delle realtà più note nel settore delle acque minerali), finalizzato alla tutela dell'aquila reale in Italia e agli ambienti ideali che possono ospitare il grande rapace. «Con lo studio che stiamo effettuando al Lagorai- dichiara Elena D'Andrea, direttore generale Lipu- abbiamo iniziato a identificare qui, in questa splendida area selvaggia delle nostre Alpi, i fattori che minacciano l'aquila reale, con il chiaro obiettivo, una volta completato lo studio a livello nazionale, di contribuire a salvaguardare questa bellissima e fondamentale specie. Il territorio montano, di cui l'aquila è un fortissimo simbolo, ha in se una delicatezza e una ricchezza di biodiversità che vanno protette e valorizzate, sia dal punto di vista ambientale, che culturale» ha concluso D'Andrea.

Sono oggetto di studio di tutto il progetto Lipu-Norda anche i motivi di rischio che incombono sulla sopravvivenza dell'aquila reale: fattori legati al progressivo abbandono della pastorizia, che determina una riforestazione naturale delle praterie che l'aquila reale utilizza per la caccia, e al disturbo portato dall'uomo ai nidi, con le pratiche sportive e la caccia fotografica.

Il Lagorai, che forma un vasto ambiente costituito da grandi foreste di conifere, praterie montane d'alta quota e pareti rocciose, è inserito all'interno di un'Area importante per gli uccelli (Iba, Important bird areas) estesa su 50mila ettari. Inoltre il territorio del Lagorai, è in parte incluso, come Zona di protezione Speciale (Zps), all'interno della Rete Natura 2000, la rete di protezione della biodiversità realizzata dall'Unione europea, dato che ospita specie animali (Coturnice, Gallo forcello, Gallo cedrone, la Pernice bianca, il Picchio tridattilo, il Picchio cenerino..) e vegetali da tutelare.

«I dati che abbiamo raccolto - ha sottolineato Paolo Pedrini, del Museo Tridentino di Scienze naturali- ci parlano di nidi censiti posizionati tra i quattro e i sette chilometri l'uno dall'altro, dunque di una distribuzione ottimale dell'area del Lagorai per questa importante specie, che sappiamo essere all'apice della catena alimentare». Uno degli obiettivi del progetto è anche quello di mettere a punto una metodologia comune di monitoraggio da applicare nelle Iba dell'arco alpino che vedono la presenza dell'aquila reale, da estendere alle aree appenniniche oggetto dello studio Lipu-Norda.

 

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