[17/12/2010] News

Le scorie radioattive? Smaltiamole alle terme

LIVORNO. E' una tradizione che viene dritta dalla propaganda dell''Unione Sovietica quella russa dell'annuncio di soluzioni/invenzioni miracolose che superano di un balzo tutte le conquiste scientifiche ieri capitaliste ed oggi semplicemente occidentali, bisognerà vedere se (dopo innumerevoli annunci simili) rientra in questa categoria anche l'annuncio apparso sul sito nkj.ru di una "proposta" di un «Un nuovo sistema sicuro ed ecologico di neutralizzazione delle scorie radioattive».

Secondo Ria Novosti, «Il nuovo sistema di interramento proposto da degli scienziati russi consiste nel trasformare delle scorie radioattive in combinazioni chimiche assimilabili a dei complessi geologici d'origine naturale, senza pericolo per la biosfera».

I russi, che fino ad ora giurano nonostante tutte le evidenze sulla scarsa pericolosità del nucleare, ora per propagandare la cosa spiegano che l'attuale stoccaggio delle scorie qualche problemino ce l'ha: «I rifiuti radioattivi sono messi di solito in delle strutture (contenitori, fusti) in piombo che sono isotterrati. Ma la sicurezza di questi contenitori in piombo non è assicurata che per qualche decina di anni, dopo di che nessuno è in grado di garantire la loro ermeticità».

Per questo i ricercatori dell'Istituto di vulcanologia e sismologia della sezione Estremo-orientale dell'Accademia delle scienze della Russia, insieme a diverse società di geologia, «Propongono di stoccare le scorie radioattive in degli ambienti naturali: in sistemi idrotermali a temperature elevate (350 gradi)».

Secondo i ricercatori «A seguito di questo processo geochimico naturale, le scorie radioattive si fondono, in condizioni naturali, all'interno dei complessi geologici locali. Detto in altro modo: si formano, concretamente, dei giacimenti minerari geologici di oriogine idrotermale».

Tutto molto tranquillizzante: siccome le scorie in tutto il mondo sono un problema per l'acqua... buttiamole nell'acqua calda che affiora!

Gli scienziati russi hanno già individuato il sito adatto per sperimentare questa nuova tecnica: il gigantesco sistema geotermale della penisola della Kamchatka e delle isole Curili (chissà come saranno contenti i giapponesi che quelle isole le rivendicano. «Questa regione - spiegano i ricercatori russi - si caratterizza per una congiunzione eccezionale di fattori necessari alla trasformazione delle scorie in combinazioni stabili (pressione del terreno, temperature elevate ed altri parametri). Tuttavia, questa tecnologia di stoccaggio geotermale è anche applicabile in altri luoghi. Per esempio, delle condizioni esistenti per farlo ci sono nella regione del Caucaso del nord, nell'isola di Paramuchir (una delle isole settentrionali dell'arcipelago delle Curili), e Simuchir (situata al centro dell'arcipelago delle Curili), così come nel sistema profondo di Petchenejski».

Che questi siano anche luoghi noti per terremoti devastanti è una preoccupazione che non sembra sfiorare i russi, così come il fatto che invece di buttarci dentro le scorie nucleari forse sarebbe meglio utilizzare quelle aree per produrre quantità infinite di energia geotermica.

Vladimir Beloussov, collaboratore scientifico dell'Istituto di vulcanologia e sismologia, non solo sorvola su queste quisquilie, ma rilancia a livello globale: «Esistono delle acque termali in tutti i punti del pianeta, a differenti profondità. Oggi la trivellazione di pozzi profondi ha permesso di mettere in luce delle fonti termali di temperature elevate sia a Mosca che nella penisola di Kola, negli Urali e in Kamtchatka, così come sotto il mare e gli oceani. Nella loro composizione chimica, si trovano degli assorbenti (detto in altro modo: delle sostanze in grado di assorbire dei metalli pesanti). Dopo la neutralizzazione degli assorbenti geotemici naturali, si formano delle sostanze silicee, che ritengono in maniera sicura, durante dei milioni, forse dei miliardi di anni, i radionuclidi ed altri metalli chimici nocivi nelle profondità del sottosuolo. Per utilizzare n'immagine, possiamo dire che nel cuore di non importa quale impresa industriale, è impossibile trivellare un pozzo alla profondità volute ed immergervi i rifiuti prodotti dall'impresa in questione».

La nuova tecnologia comporterebbe tre stadi: assorbimento (ingoiamento) degli elementi chimici radioattivi attraverso minerali e gel argilloso di soluzioni colloidali naturali provenienti dalla formazione di idrogel (delle masse solidificate); Deposito di questi idrogel radioattivi così formati su delle "barriere geochimiche" (delle zone dove gli elementi chimici hanno meno possibilità di poter migrare); Creazione di un quarzo colloidale non solubile (il calcedonio).

I progettisti di questa robetta semplice semplice, dicono che sai «Non solo priva di rischi suol piano ecologico, ma anche economicamente vantaggiosa. L'introduzione di questa tecnica di interramento permetterà di diminuire nettamente le spese legate alla costruzione di depositi e siti di stoccaggio provvisori. Le scorie radioattive sarebbero così ritirate dal ciclo di circolazione naturale durante dei milioni di anni e tornerebbero al loro stato iniziale».

Speriamo solo che a qualche fantasioso buontempone del nostrano rinascimento nucleare non venga l'idea di aprire uno di questi "acquai" giganti per scaricare le scorie anche dalle nostre parti, magari tra le colline della geotermia toscana o in qualche stazione termale.

Torna all'archivio