[02/09/2009] News

Gli Usa pronti a tagliare le spese per la messa in sicurezza del nucleare ex sovietico?

LIVORNO. Secondo quanto scrive oggi il giornale russo Vremia Novosti «La Russia non fa più parte della lista dei Paesi che suscitano la preoccupazione degli Stati Uniti a causa di eventuali fughe "incontrollate" di materiali nucleari».

L'amministrazione di Barack Obama starebbe quindi esaminando la possibilità di riorientare il Cooperative Threat Reduction (Ctr) Program conosciuto anche come programma Nunn-Lugar (dal nome dei due sanatori Usa che lo hanno proposto) verso il pericolosissimo Pakistan ed altri Paesi in transizione verso il nucleare e magari con la bomba atomica già nel giardino di casa o in progettazione in qualche poco segreto laboratorio.

Il progamma Ctr é un'iniziativa della Defense Threat Reduction Agency che si propone uno smantellamento in sicurezza delle armi atomiche e di distruzione di massa e degli impianti che le ospitavano (e a volte le ospitano ancora) in alcuni Stati che facevano parte dell'ex Unione Sovietica: Russia, Bielorussia, F Georgia, Azerbaigian, Ucraina e Uzbekistan e Kazakistan.

Fino ad oggi gli Usa avevano attribuito un ruolo speciale al programma, firmato nel 2001, ritenuto essenziale per il mantenimento della pace e della sicurezza nucleare planetaria, anche con sostanziosi finanziamenti per la "distruzione" del plutonio e dell'uranio militare (che finivano nelle centrali nucleari in giro per il mondo), così come oper lo smantellamento di migliaia di obsoleti missili nucleari sovietici.

La vittoria nella guerra fredda e nella corsa agli armamenti è costata agli Stati Uniti 450 millioni di dollari all'anno per mettere (e mettersi) al sicuro l'arsenale degli ex nemici comunisti, ma ora la Russia putiniana ha ripreso il riarmo atomico e svolge senza nessi un problema il suo ruolo di grande piazzista del nucleare civile (con sempre possibili ricadute militari di tipo iraniane) in mezzo mondo ed è innegabile che la sicurezza nucleare sia migliorata rispetto alla tragica situazione degli anni '90, anche se non mancano ancora le città "proibite" e siti, poligoni e discariche nucleari inavvicinabili e probabilmente non bonificabili.

Per questo l'amministrazione Obama sembrerebbe aver pensato bene che quei 450 milioni di dollari a Putin sarebbe meglio non darli più, visto che la Russia sconfitta si sta rivelando un nuovo temibile concorrente nucleare ed un venditore d'armi formidabile e senza pelo sullo stomaco.

I russi reagiscono con il solito crescente orgoglio nazionalistico: Vremia Novosti ha intervistato Alexandre Pikaïev, capo del dipartimento del disarmo e della regolamentazione dei conflittio dell'Istituto dell'economia mondiale e delle relazioni internazionali della Accademia delle scienze della Russia, che di fronte all'annunciato disimpegno Usa fa come la volpe con l'uva: «Mosca perde progressivamente il suo interesse per il sostegno americano» Ma poi ammette che «La Russia ha comunque dato sempre prova di un'attitudine molto negativa verso ogni tentativo che punti a riorientare il programma Nunn-Lugar verso altri Paesi e sarebbe scontenta anche oggi: é sempre meglio se tutto il denaro finisce nelle nostre tasche».

Secondo Pikaïev la mossa di Washington non punterebbe davvero a sospendere il programma perchè questo permetterebbe in realtà agli Stati Uniti di mantenere in Russia un punto di fortissimo controllo e informazione, non solo sulla messa in sicurezza nucleare, ma anche sulle spese per il riarmo atomico e sull'installazione di nuove armi nucleari e sistemi di sicurezza nei siti atomici russi.

Inoltre, secondo l'esperto russo, le clausole di "trasparenza" del Ctr assicurano «Un certo accesso al settore nucleare russo che in caso contrario potrebbero essere annullate».

Bisognerà capire quanto Obama ed Hillary Clinton considerino questo ancora un importante elemento positivo per le relazioni russo-statunitensi,. Seciondo Pikaiev «Dal punto di vista politico, é poco ragionevole che rinuncino, dal momento che Mosca e Washington tentano di ristabilire le relazioni bilaterali».

Ma Obama è bravo nella mossa del cavallo sulla sempre più complicata scacchiera multipolare del mondo e forse Putin potrebbe essere tentato da una nuova dimostrazione di ritrovata indipendenza nucleare da superpotenza ed accettare che quei dollari scivolino nelle tasche di altri.

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