[02/09/2009] News

Il Wwf ha presentato il rapporto "Arctic climate feedbacks: global implications"

ROMA. Continua il conto alla rovescia del Wwf rispetto alla scadenza del vertice sul clima di Copenhagen (mancano ora 95 giorni) e lo evidenzia presentando un nuovo dossier "Arctic climate feedbacks: global implications", realizzato dall'associazione ambientalista insieme ad alcuni tra i più accreditati nomi della scienza del clima.

Lo studio è stato presentato a Ginevra, nel corso della Terza conferenza internazionale sul clima dell'Organizzazione meteorologica mondiale. I dati forniti nel rapporto parlano di un trend in continuo peggioramento, facendo passare le previsioni cui era giunto l'Ipcc (Panel intergovernamentale sui cambiamenti climatici) nel 2007, come ottimistiche.

Un quarto della popolazione mondiale potrebbe essere colpito da inondazioni a causa del riscaldamento dell'Artico; si registrerà inoltre un significativo aumento delle emissioni di gas a effetto serra provenienti dalle riserve di carbonio fino ad ora stoccate dal ghiaccio e si moltiplicheranno i fenomeni meteorologici estremi.

Questi in sintesi i dati del rapporto che non stupiscono più di tanto Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia «Quello che gli scienziati del clima dicono in questo dossier è semplice: i fenomeni di fusione dei ghiacci dell'Artico non costituiscono un problema locale, ma planetario. Banalmente, se non riusciremo a mantenere l'Artico freddo abbastanza, tutto il mondo ne subirà le conseguenze».

Nello specifico il rapporto del Wwf spiega che la drastica perdita di ghiaccio marino, dovuta al fatto che l'Artico si riscalda ad una velocità due volte superiore rispetto al resto del mondo, influenzerà la circolazione atmosferica e i fenomeni meteorologici ben oltre le stesse regioni artiche: potranno modificarsi le temperature e i regimi delle piogge in Europa e nel nord America, con impatti sull'agricoltura, sulle foreste e sulle riserve idriche. Inoltre i suoli ghiacciati e le zone umide dell'Artico immagazzinano una quantità di carbonio due volte superiore a quella trattenuta in atmosfera e considerato che il processo di riscaldamento non sembra interrompersi, i suoli tenderanno a rilasciare sempre di più carbonio in atmosfera sotto forma di anidride carbonica e metano.

Il dossier poi si spinge anche su un'ipotesi di innalzamento dei mari introducendo nuove variabili come spiegano dal Wwf « Inserendo nelle proiezioni relative al livello globale della crescita dei livelli dei mari anche la riduzione dei ghiacci della Groenlandia e dell'Antartide occidentale (valutazione mai fatta prima) l'innalzamento dei mari potrebbe essere di oltre un metro entro il 2100».

Vale a dire più del doppio di quanto previsto dall'Ipcc nel suo quarto rapporto (2007), che non aveva considerato il contributo della riduzione dei ghiacci polari nelle sue proiezioni. «Lo studio del Wwf ci dice abbastanza chiaramente che è urgente e necessario tenere sotto controllo le emissioni di gas serra - ha continuato Bologna - Se consentiamo un ulteriore aumento delle temperature in Artico, sarà complicato contenere gli effetti negativi».

In vista dell'appuntamento in terra danese l'associazione ambientalista con altre Ong (Organizzazioni non governative) sta preparando un Piano sul clima in grado di garantire il taglio di emissioni necessario per non compromettere definitivamente l'esistenza dell'Artico.

«Dobbiamo porre grande attenzione ai segnali che vengono dall'Artico e farlo ora per intraprendere azioni a Copenhagen in dicembre capaci di limitare in maniera veloce ed efficace le emissione di gas serra» ha affermato James Leape, direttore generale del Wwf internazionale. Per l'associazione del panda dal 2013 si dovranno prevedere tagli alle emissioni più rapidi e più incisivi nei paesi industrializzati e finanziamenti ai paesi in via di sviluppo che altrimenti non avrebbero mezzi per contrastare gli impatti del cambiamento del clima.

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