[22/12/2010] News

Costanza Vaccaro ha sbagliato riferimento

In questi giorni sono state diffuse inesattezze circa la qualità delle acque potabili di Livorno e Provincia e la conseguente incidenza sulla salute umana. Ci troviamo nella necessità di chiarire ancora la reale situazione per non ingenerare incomprensioni o allarmismi nella comunità.
Le problematiche di qualità dell'acqua di ATO5, dove ASA è Gestore, derivano soltanto dalle caratteristiche geologiche dei terreni in cui scorrono le acque, i cui chimismi sono gli stessi da sempre. L'acqua prelevata in ATO5 è conforme a quanto previsto dalla normativa vigente grazie all'attività di ASA, che controlla e gestisce impianti di potabilizzazione, che trattano oltre il 33% dell'acqua prelevata dalle falde. L'acqua distribuita dall'acquedotto pubblico è quindi potabile. La normativa comunitaria ha fissato nel tempo limiti qualitativi sempre più ristretti, seguendo criteri di massima cautela della salute pubblica. Il Decreto Legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001 disciplina la qualità delle acque destinate al consumo umano al fine di proteggere la salute dagli effetti derivanti da eventuali contaminazioni. La qualità dell'acqua è monitorata dalle Asl e da ASA, che conducono analisi costanti secondo un programma scrupoloso, che ha frequenza di campionamento più alta rispetto a quanto richiesto dalla legge. In considerazione della diminuzione dei limiti per alcuni parametri, rispetto alla previgente normativa, agli Stati membri viene dato dalla UE un tempo massimo fino al 2012 per adeguare gli acquedotti ai nuovi standard. La programmazione degli interventi eseguiti dal Gestore per portare i valori ai nuovi standard, viene monitorata costantemente dall'Autorità d'Ambito, dalla Regione Toscana, dal Ministero della Salute e dell'Ambiente e dalla Comunità Europea. Ogni anno lo stato di attuazione viene aggiornato e quest'anno, per il 2011, la Comunità Europea ha indicato nuovi limiti di deroga da rispettare (20 microgrammi/litro per l'arsenico, per esempio) e, consequenzialmente, l'obbligo anticipato, rispetto alle precedenti programmazioni, di raggiungere in alcuni acquedotti le percentuali di abbattimento previste. Le condizioni richieste dalla UE sono tuttavia cautelative in seno ad una situazione già sotto controllo, dove, oltre alle condizioni di tutela già raggiunte, è stato richiesto ulteriore impegno da parte del Gestore. E comunque ASA aveva già da tempo aggiornato i propri piani di azione e di investimento per adeguarsi ai nuovi e più stringenti obiettivi di riduzione dei valori.
Quanto alle dichiarazioni di Costanza Vaccaro: la capogruppo del Pdl in Provincia ha tratto conclusioni basandosi sulle analisi di Arpat. È importante chiarire il "chi fa che cosa": l'Arpat vigila sullo stato ambientale delle risorse nel punto di prelievo, ovvero su sorgenti e pozzi. I valori da questa rilevati sono giocoforza diversi da quelli che verificano i Gestori sulla rete di distribuzione dopo la potabilizzazione. La competenza del controllo di qualità delle acque distribuite in rete è invece della Asl, che fornisce pareri sanitari ai Sindaci per ogni superamento e gestisce le necessarie comunicazioni. Una doverosa precisazione: i superamenti dei valori di parametro o di deroga di alcune sostanze contenute nell'acqua a livello di sorgenti e di pozzi non devono destare preoccupazione quando quegli stessi superamenti, grazie all'attività di potabilizzazione di ASA, a livello di rete rientrano in tolleranza e determinano al rubinetto una qualità dell'acqua rispettosa dei limiti fissati. Costanza Vaccaro ha pertanto sbagliato riferimento.
Che cos'è una "deroga". Quando nell'acqua potabile i limiti di parametro vengono superati, pur restando entro i valori massimi ammissibili stabiliti dal Consiglio Superiore della Sanità, il Ministero della Salute e la Regione interessata possono concedere una deroga temporanea alla distribuzione, in attesa che venga attuato da parte del Gestore dell'acquedotto un piano di intervento per far rientrare l'acqua potabile nei requisiti previsti. Per definizione, una deroga è una modifica, parziale o totale, di quanto stabilito da una legge o da un regolamento.

 

 


Una deroga sull'acqua potabile, che deve avere durata limitata, può essere concessa qualora non presenti potenziale pericolo per la salute umana.
Per maggiore comprensione, adesso descriveremo la situazione per zone.
Livorno
Nella città di Livorno non sussistono problemi di qualità delle acque per nessun parametro previsto dalle norme.
Collesalvetti
Trialometani: occorre premettere che la presenza dei trialometani nell'acqua di sorgente deriva da una reazione particolare di quest'ultima col disinfettante: quindi i trialometani non sono sempre presenti nell'acqua, anzi quasi mai. Le loro oscillazioni di valore nell'acqua dipendono dalle piogge che, a seconda della loro quantità, determinano la presenza di solidi sospesi, per far fronte ai quali viene calibrata una disinfezione ad hoc. Non va però confuso il superamento sistematico di un valore in rete con casi di temporaneo e limitato superamento. È importante precisare che, in caso di superamenti occasionali e limitati nel tempo, vengono effettuati interventi immediati per ripristinare la situazione. Costanza Vaccaro si è riferita a dati relativi a una sola analisi in un anno (nella fattispecie, il 2010) senza tenere conto della totalità delle analisi conformi nella rete del Comune di Collesalvetti: e, oltretutto, i superamenti cui ha fatto riferimento erano prossimi al limite. La cosa, segnalata sia da ASL che da ASA, è stata oggetto di immediato intervento e, ad oggi, a parte quel caso, non ci sono state altre segnalazioni nel Comune in oggetto: le analisi successive di ASL hanno subito indicato il rientro nella conformità. Va sottolineato che un superamento di un limite determina rischi per la salute pubblica solo se l'esposizione è o acuta (nell'ordine di grammi) o prolungata nel tempo: non è il caso del Comune di Collesalvetti. La deroga dei trialometani è stata comunque revocata nel 2009. ASA, per raggiungere ulteriori condizioni di garanzia, nel Comune di Collesalvetti ha, in aggiunta, provveduto a eliminare il rischio di superamenti occasionali dei valori dei trialometani con investimenti integrativi rispetto a quelli che la Regione Toscana aveva richiesto: ovvero con moderni sistemi di disinfezione e con impianti di potabilizzazione denominati GAC a carboni. Oggi i valori dei trialometani rilevati, rispetto a un limite di parametro di 30 microgrammi per litro, oscillano tra 1 e 5.
Bassa Val di Cecina
Gli interventi eseguiti in Bassa Val di Cecina in questi anni, e tuttora in corso, sia sulle fonti di approvvigionamento che sul sistema di distribuzione, hanno fatto sì che le acque distribuite in questo territorio fossero potabili, in quanto rispettose di tutti i parametri previsti dalle normative europee, senza necessità di deroghe. Pertanto nessuna sostanza chimica inquinante è presente nell'acqua in distribuzione in Bassa Val di Cecina. Riguardo ai parametri chimici rischiosi per la salute pubblica presenti nell'acqua, questa è la situazione nel Comune di Cecina, che peraltro vale per tutti i Comuni della Bassa Val di Cecina.
Trialometani: non sussistono problemi di trialometani.
Arsenico: non è mai stato presente nelle acque di Cecina.
Boro: è presente a valori prossimi a una parte per milione su un solo pozzo. Col potenziamento dell'acquedotto e delle reti di distribuzione, nessun cittadino del Comune di Cecina usufruisce di acqua a valori superiori a 1 milligrammo/litro, limite di massima cautela previsto dalla UE.
Val di Cornia e Isola d'Elba
Arsenico: in merito all'Arsenico in Val di Cornia, nei Comuni di Campiglia Marittima, Piombino e Suvereto abbiamo oscillazioni da 1 a 16 microgrammi/litro, con un valore medio di 10,5 microgrammi/litro su 32 analisi effettuate nel 2010. Siamo perciò sempre sotto il valore previsto dalla UE per la deroga dell'arsenico e molto vicini al valore indicato come obiettivo finale. Entro il 2012 è previsto l'abbattimento dell'arsenico sotto il limite di parametro.
Per quanto riguarda l'Isola d'Elba, su 62 analisi del 2010, il valore medio di arsenico è di 6,5 microgrammi/litro: i valori possono arrivare a 19 durante i periodi di maggior consumo. La risoluzione del problema arsenico per la Val di Cornia vale anche per l'Elba, poiché questa è approvvigionata dal continente tramite una condotta sottomarina che proviene da Piombino.

 

 

Boro: in Val di Cornia, i valori relativi al boro delle analisi del 2010 sono: per San Vincenzo da 0,9 a 2,4, con media di 1,6 milligrammi/litro; per Suvereto da 1 a 2,4, con media di 1,9 milligrammi/litro; per Campiglia Marittima da 1,7 a 2,3, con media di 1,8 milligrammi/litro; e per Piombino da 1,9 a 2,8, con media di 2,5 milligrammi/litro. La normativa consente una deroga fino al valore di 3 milligrammi/litro fino al 31 dicembre del 2012. Entro tale data il valore scenderà, dai valori storici delle falde della Val di Cornia, di 5,5 milligrammi/litro, passando per quelli attuali di 2,2 milligrammi/litro, al valore di parametro di 1 milligrammo/litro. ASA sta mettendo in campo tutte le azioni previste dal Piano degli Investimenti per arrivare puntuale all'appuntamento, nonostante le gravi difficoltà che la singolarità geologica di una presenza così massiccia di boro comporti e le storiche carenze di risorsa idrica della zona.
In tutta l'Isola d'Elba, su 109 analisi del 2010, abbiamo un valore medio di 1,7 milligrammi/litro, con valori oscillanti tra 0,05 e 2,7 milligrammi/litro. Il problema deriva dalla presenza di boro nelle acque continentali, che arrivano dalla Val di Cornia, e si manifesta prevalentemente nel periodo estivo quando gli apporti sono maggiori, di meno negli altri mesi quando la fornitura è minima.
La soluzione di questo problema è vincolata alle stesse tempistiche di quelle della Val di Cornia: entro il 31 dicembre 2012, ASA lavorerà affinché si rientri nel valore di parametro di 1 milligrammo/litro.

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