[29/12/2010] News

Russia, gli incendi covano sotto la neve. Rischio grave anche per il 2011

LIVORNO. Gli incendi che hanno incenerito migliaia di ettari di foreste russe, s distrutto villaggi, soffocato le città e minacciato le centrali nucleari e bruciato aree radioattive, potrebbero ripresentarsi nella maggioranza delle regioni del più grande Paese del mondo anche nel 2011. A dirlo è il ministero russo delle situazioni di emergenza che in una nota sottolinea che «Il fuoco cova sempre nelle torbiere della regione di Mosca ad una profondità da 1 a 2,5 metri» e quindi gli incendi rischiano di riprendere subito dopo che la neve che sta paralizzando la capitale russa si scioglierà.

Secondo gli esperti del ministero «Nel 2011 gli incendi naturali potrebbero toccare 6 degli 8 distretti federali della Russia. Questo significa che la zona a rischio ingloba praticamente tutto il territorio del Paese».

Un Paese che l'estate scorsa ha dimostrato tutta la sua impreparazione, arretratezza e fragilità davanti agli incendi boschivi e delle torbiere che si sono propagati su milioni do ettari, facendo decine di morti direttamente (e probabilmente diverse centinaia indirettamente) e lasciando senza casa migliaia di persone.

La prolungata ondata di caldo che ha preceduto ed accompagnato questo immenso disastro ambientale e dell'impreparazione dello Stato-mercato-energetico russo, ha svelato anche ai cittadini quanto fossero pericolose le minimizzazioni del potere, e degli scienziati/cortigiani, sulle conseguenze del global warming e dei cambiamenti climatici.

Il maggiore dei minimizza tori, il premier Vladimir Putin, ha dovuto ammettere nella conferenza stampa di fine anno «Gli incendi e la siccità hanno costituito le prove più dure per la Russia nel 2010. Gli incendi hanno costituito una catastrofe per molte persone. Lo sapete, si tratta di piccoli villaggi in piena foresta, dove la gente vive assai modestamente». Ma Putin ha dovuto ammettere che «La siccità ha dato un brutto colpo all'agricoltura ed all'economia».

Non male per un uomo certamente incapace di autocritiche, ma che ammette indirettamente che le sue battute sul cambiamento climatico benefico per la Russia, che avrebbe fatto risparmiare sulle pellicce e scongelato il gas e il petrolio nell'Artico, sono andate in fumo con gli incendi e polverizzate da una siccità e da temperature senza precedenti.

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