[30/12/2010] News

Gli schiavi della Repubblica centrafricana. La maledizione dei diamanti colpisce ancora

LIVORNO. La maledizione dei diamanti che ha distrutto con le guerre civili la Liberia e la Costa d'Avorio (dove lo scontro continua tra due presidenti che si sono proclamati eletti alle recenti elezioni e con i disordini e i morti nelle strade), ha contagiato anche la dimenticata e poverissima Repubblica Centrafricana. Secondo il rapporto "De dangereuses petites pierres: Les diamants en République centrafricaine", dell'International crisis group (Icg) «Migliaia di persone che dipendono dall'estrazione dei diamanti nelle regioni orientali della Repubblica Centrafricana (Rca) guadagnano un salario da miseria e sono vessati inesorabilmente da gruppi armati locali e stranieri (...) L'incapacità dei minatori artigianali di sfuggire alla povertà è in handicap per lo sviluppo nelle regioni minerarie ed aumenta il rischio di vedere i giovani uomini e donne raggiungere i gruppi ribelli, nella speranza di migliorare la loro sorte».

Nonostante la ricchezza del sottosuolo, alcune regioni diamantifere della Rca sono estremamente povere e teatro di continue violenze. Il regime del presidente François Bozizé non sembra in grado di affrontare la situazione e le complicità e la corruzione sono endemiche: il traffico di diamanti rafforza il potere della cricca governativa e favorisce l'arricchimento di una minoranza «Ma non contribuisce ad attenuare la povertà delle migliaia di minatori informali - spiega l'Icg - L'effetto congiunto di uno Stato predatore, della criminalità e dell'estrena povertà sfocia in cicli di violenza, incitando le fazioni politiche rivali ad entrare in ribellione, permettendo loro di trarre profitto dal commercio illegale dei diamanti (...) I minatori in maggioranza ignorano il vero valore di un diamante e, anche se lo conoscono, sono obbligati a venderlo al prezzo proposto, qualche volta con un contratto scritto, al collettore che ha finanziato il lavoro...

Un collettore può anche acquistare un diamante di un carato da un minatore a 80.000 franchi Cfa (160 dollari) e rivenderlo ad un ufficio di acquisto 200 o 300.000 franchi Cfa». Il rapporto sottolinea che «Per rompere questo circolo vizioso, la riforma profonda del settore deve diventare una priorità essenziale della strategia di consolidamento della pace. Storicamente, dello sfruttamento dei diamanti hanno beneficiato molto di più le imprese straniere ed i regimi avidi che i centrafricani. L'estrazione industriale o semi-industriale dei diamanti non esiste più ed il loro sfruttamento è essenzialmente artigianale ed illegale: da 80 000 a 100 000 minatori circa scavano nel tentativo di sopravvivere, vendendo la loro produzione a degli intermediari stranieri che la rivendono alle imprese di esportazione. Il governo non ha né la capacità di sorvegliare questa catena preoduttiva dispersa, né la volontà di investire le entrate tratte dai diamanti nello sviluppo a lungo termine delle comunità minerarie».

La fragilità di uno Stato praticamente inesistente, passato dal colonialismo francese alla dittatura, dall'assurdo impero cannibale di Bokassa alla cleptocrazia di un'elite politica che monopolizza le ricchezze nazionali e arraffa tutto quel che può ha creato.

«Questa confusione tra l'esercizio del potere e la predazione economica che risale alla storia coloniale - spiega il rapporto - Jean-Bédel Bokassa, un tempo "empereur" dela Rca, ha monopolizzato le esportazioni dei diamanti. I suoi regali personali al presidente francese Giscard d'Estaing sono diventati il simbolo degli eccessi del suo regime imperiale. Ange-Félix Patassé ha confuso gli interessi privati e la gestione pubblica, sviluppando una propria campagna di sfruttamento dei diuamanti. Bozizé è più circospetto. Il suo regime mantiene uno stretto controllo sulle entrate minerarie grazie ad una stroingente regolamentazione fiscale e ad una gestione opaca e centralizzata».

Da quando Bozizé ha preso il potere nel 2003, le compagnie minerarie straniere hanno quasi tutte abbandonato la Rca, accusando le autorità locali di compromettere il loro margine di guadagno. Ma in questo non c'è nessuna strategia di nazionalizzazione o "socialista": «Lo sfruttamento minerario artigianale ed informale si è sviluppato rapidamente - dice l'Icg - ma la chiusura nel 2008 da parte del governo della maggior parte delle compagnie di esportazione di diamanti ha fortemente ridotto gli investimenti nella produzione, ha fatto sparire numerosi posti di lavoro ed ha contribuito allo sviluppo della malnutrizione infantile nelle zone minerarie. Inoltre, il costo elevato dei permessi artigianali e la corruzione della brigade minière ostacolano i tentativi dei minatori di sfuggire alla trapopola della povertà, mentre il contrabbando, dovuto alla fiscalità più elevata della regione sulle esportazioni di diamanti, priva lo Stato di entrate molto necessarie».

Il governo di Bangui si rifiuta di distribuire equamente la ricchezza nazionale e diversi gruppi etnici e politici che si sentono marginalizzati si trasformano in bande di predoni che vogliono uina fetta della torta diamantifera. Recentemente l'Union des forces démocratiques pour le rassemblement (Ufdr) ha firmato un accordo di pace col governo ma prosegue l'estrazione e il contrabbando dei diamanti nell'est del Paese. L'Ufdr ha rinunciato a prendere il potere con le armi, ma i guadagni dei diamati consentono oras a questo gruppo armato di attrarre nella zona che controlla minatori che sperano di migliorare la loro vita e questo potere diventa un incentivo a non deporre le armi.

La Convention des patriotes pour la justice et la paix (Cpjp), il gruppo ribelle più attivo, di fatto ciontrolla molte aree della Rca orientale. In realtà si tratta di un gruppo di banditi che, sotto la copertura della ribellione, impediscono lo sviluppo economico della regione e probabilmente, con le continue minacce alla popolazione, riusciranno a far fallire le elezioni previste per il 23 gennaio 2011.

Anche L'Armata di resistenza del Signore, la famigerata Lra, costituita da ribelli ugandesi e sudanesi che si rifanno alla Bibbia per uccidere, rapire e predare, rappresenta una nuova minaccia per il Centrafrica, dove si è infiltrata dal confine congolese. Per l'Igc, la presenza della Lra è «Una ragione supplementare per l'Ufdr per ritardare il disarmo». La decisione di Bozizé di far entrare soldati ugandesi nella Rca per dare la caccia ai tagliagole dell'Lra nell'area di Sam Ouandja, nella provincia di Haute Kotto, ha solo lasciato un vuoto che è stato riempito dall'Udfr. I banditi dell'Lra si sono spostati ed hanno attaccato diversi villaggi, gli abitanti sono scappati a M'Boki, Zémio, Rafaï e Obo, nelle province di Mbomou e di Haut-Mbomou, che hanno visto quasi raddoppiata la loro popolazione, con gravissime conseguenze anche per l'ambiente e le risorse naturali, per l'acqua e il cibo, come afferma la Croce Rossa internazionale. Le bande della Lra hanno anche attaccato la Province Orientale della Repubblica democratica del Congo e la regione di Equatoria occidentale nel Sud Soudan, tanto che le Ong e le agenzie umanitarie hanno chiesto un'azione internazionale per porre fine alle stragi perpetrate dalla Lra.

Secondo il rapporto «la riforma del settoree dei diamanti, integrata alla riforma della governance ed agli sforzi di risoluzione dei conflitti, è essenziale per migliorare le condizioni di vita delle comunità minerarie, aumentare le magre entrate dello Stato e mettere fine ai conflitti armati. Il governo deve subito concentrare i suoi sforzi sulla governance del settore minerario. La strategia di riforma deve dare priorità allo sfruttamento artigianale rispetto allo sfruttamento industriale, ma anche ridurre gli incentivi al contrabbando e rafforzare i controlli sui legami tra traffico di diamanti e gruppi arnati. L'impegno manifesto del potere a sviluppare il controllo democratico e la trasparenza della gestione mineraria dovrà costituire la condizione sine qua non per il sostegno dei partner internazionali ad una riforma del settore dei diamanti che è sia una questione a di volotà politica che di capacità»

Torna all'archivio