[20/01/2011] News toscana

Calamita: bracconieri di pernici rosse nel parco

Nei giorni scorsi Legambiente Arcipelago Toscano ha riferito alla direzione del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano le circostanziate segnalazioni ricevute da diverse persone su attività di bracconaggio a Monte Calamita, nel comune di Capoliveri, all'interno del Parco Nazionale.

Secondo le diverse e concordanti segnalazioni questa attività verrebbe svolta da molto tempo, con regolarità e non in maniera sporadica,  da un piccolo gruppo di cacciatori, 4 o 5 in tutto, durante il giorno (quindi non si tratta dei casi di bracconaggio notturno al cinghiale già segnalati), con fucili e cani al seguito.

Le prede sarebbero le lepri, per le quali il calendario venatorio è già chiuso, ma soprattutto le pernici rosse (Alectoris rufa), la cui caccia è vietata sull'Elba in ogni periodo dell'anno, dentro e fuori il parco. Le segnalazioni che ci sono arrivate fanno pensare che le prede dei bracconieri finiscano nelle cucine di qualche ristorante.  

I bracconieri si muovono quasi sempre a coppie, spostandosi con un mezzo fuoristrada nell'area della Miniera di Calamita, sembra nei giorni di  chiusura  della caccia al cinghiale per meglio occultare il loro comportamento  illegale e confondersi con i cacciatori onesti, con una sfacciataggine che rasenta l'improntitudine.

All'Elba era presente una delle maggiori popolazioni europee di pernici rosse, ma si sono molto rarefatte  negli ultimi anni a causa della caccia e della introduzione di cinghiali che predano uova e nidiacei. 

Esigue popolazioni resistono a Monte Calamita, nel massiccio del Capanne e a Cima del Monte e nell'ex area mineraria del riese, ma secondo recenti studi del Dna, come la numerosa popolazioni di Pernici di Pianosa risultano "inquinate"  da incroci con la Coturnice orientale o Ciukar (Alectoris chukar), introdotte (forse accidentalmente) a scopo venatorio.

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