[27/01/2011] News

Nucleare iraniano: si dimette Stuart Levey

LIVORNO. Si è clamorosamente dimesso Stuart Levey (Nella foto), il sottosegretario al tesoro Usa con delega al terrorismo e all'intelligence finanziaria, che Irib, la radiotelevisione iraniana, definisce oggi «Il principale e più alto responsabile dell'amministrazione Obama incaricato di stringere la morsa delle sanzioni contro l'Iran convincendo i paesi alleati degli Usa».

Gli iraniani la buttano addirittura sulla metafora calcistica: «Iran 1 Usa 0» e  Press TV, il network satellitare del regime iraniano, cita la stampa americana, e rivela che Levey «Negli ultimi mesi aveva fatto il giro del mondo,  facendo tappa pure in Italia, per convincere i paesi a interrompere le relazioni finanziarie con Teheran, è alla fine stato costretto alle dimissioni per l'evidente fallimento nella impresa che gli era stata affidata».

Inoltre gli iraniani, nonostante siano alle prese con una manovra finanziaria che prevede un'austerity  sconosciuta almeno dalla fine della guerra con l'Iraq, ribadiscono che «Nel periodo seguente alle sanzioni unilaterali contro l'Iran, approvate l'anno scorso da Usa, Europa, Australia e Canada, l'economia iraniana è cresciuta come anche l'interscambio con l'estero e gli investimenti stranieri».

Clamoroso l'aumento degli scambi commerciali con l'Italia, eppure Silvio Berlusconi durante la sua visita in Israele aveva solennemente proposto di mettere fine ad ogni traffico con l'Iran.

«L'Occidente non ripeta i suoi errori nei confronti dell'Iran - ha avvertito il più alto responsabile del nucleare iraniano, Saeed Jalili in una intervista alla rete televisiva al-Alam - L'Occidente deve rispettare i diritti dell'Iran a sviluppare la tecnologia pacifica nucleare e l'arricchimento dell'uranio. Ogni tipo di negoziato o di cooperazione deve essere basata sul rispetto dei diritti nazionali, incluso il diritto iraniano all'uso della tecnologia nucleare pacifica. I nuovi embarghi dell'Occidente nei confronti della Repubblica Islamica danneggeranno più l'economia dei paesi sanzionanti che quella iraniana».

L'Iran è anche soddisfatto per i risultati del summit con i G 5+1 di Istanbul che invece gli occidentali considerano fallimentari. Il presidente turco, Abdullah Gul ha detto che «Ankara farà il possibile per il proseguimento dei colloqui nucleari tra l'Iran e i paesi del gruppo 5+1».

Intanto, mentre Levey si dimetteva, l'Iran probabilmente segnava un altro goal a porta vuota: ha assunto la presidenza di una delle organizzazioni emergenti a livello internazionale, il G77 che raccoglie i Paesi in via di sviluppo e che con il G77 + Cina ha fortemente influenzato i negoziati Unfccc sul clima.  L'Iib sottolinea che «Nelle cerimonie tenutesi mercoledì pomeriggio negli uffici viennesi dell'Onu, la presidenza di turno del G77 è stata assegnata all'iraniano Ali Asghar Soltaniyeh da parte dell'ambasciatore algerino alle Nazioni Unite. Dalla fondazione del gruppo, avvenuta nel giugno del 1964, è la prima volta che l'Iran assume il compito di guida dell'organizzazione che ha dato vita, grazie agli sforzi dei suoi 77 paesi fondatori, a numerose agenzie Onu come l'Unesco, la Fao e l'Unido».

Sarà difficile nei prossimi mesi far passare altre sanzioni condivise contro l'Iran che ora può influenzare ancora di più un G77 che in realtà riunisce 130 membri, visto che l'Iran ha ora il compito di coordinare le politiche del gruppo e di svolgere la funzione di portavoce. Nelle cerimonie del cambio della guardia alla presidenza Soltaniyeh ha assicurato che «La sua attività a capo dell'Organizzazione sarà assolutamente imparziale», ma nel G77 probabilmente sul dossier iraniano gioca in casa: la maggioranza delle "simpatie" di quei Paesi vanno già alle rivendicazioni della Repubblica islamica.

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