[27/01/2011] News

Su greenreport i futures delle materie prime in tempo reale (e le decisioni della politica in tempi biblici)

LIVORNO. Da oggi greenreport pubblica in una tabella le quotazioni in tempo reale per i futures delle materie prime principali, evidenziando l'ultima chiusura di ogni contratto (alle 16.30 ET) e il cambio attuale, che è calcolato dal prezzo "Base". Proprio questo cambio e le sue evoluzioni in tempo reale ben evidenziate dal tool elaborato dal nostro partner Forexpros.it, aiutano a sottolineare come la variabile tempo sia oggi il perno su cui impostare la riconversione ecologica dell'economia.

L'informatizzazione della finanziarizzazione cioè, non ha solo bisogno di regole, o di tasse, come giustamente invoca Sarkozy, ma ha soprattutto bisogno di essere ricondotta nei tempi che ne permettono l'orientamento e il controllo da parte di chi dovrebbe utilizzare l'economia per governare risorse naturali e sociali. Altrimenti non ci saranno né regole, né controlli, né orientamento (anche tramite l'eventuale la tassa sulle speculazioni)

In questi casi forse appariamo particolarmente ripetitivi, ma la riappropriazione collettiva della variabile tempo sarà possibile solo con un organismo democratico che agisce al livello della finanza, ovvero a livello mondiale. Non c'è altra possibilità che governare i tempi della finanza per orientare gli investimenti in manifattura sostenibile, altrimenti il mondo esploderà in catastrofi naturali sempre più impattanti anche economicamente, come ormai diversi anni fa scriveva Stern nel suo rapporto.

E siccome un governo mondiale dovrebbe agire non secondo il metro del Pil ma secondo il metro della sostenibilità - intesa come riproducibilità delle risorse ambientali (come servizio ecologico all'economia), sociali (come valorizzazione relazionale dell'agire collettivo per i beni comuni), economiche (come gestione delle risorse scarse e finite)- non possiamo che accogliere positivamente l'iniziativa tedesca che ieri si è accodata alla stessa Francia, Gran Bretagna e perfino Italia, varando una commissione di esperti per studiare l'affiancamento di altri indici al Pil.

Intanto però, Francia e Germania stanno creando una paradossale impasse europea (e i tempi si allungano ancora) proprio sulle materie prime (secondo il Sole 24 ore di oggi è questo il motivo per cui, come greenreport ha anticipato ieri, sarebbe slittata la presentazione da parte di Barroso, della comunicazione strategica Ue sulle commodities). Sarkozy si trova da solo a chiedere una tassa sulle speculazioni finanziarie perché queste stanno scavando sempre di più il baratro tra ricchi e poveri da cui scaturiscono le rivolte sociali (ed è questa la paura principale che sta emergendo  anche dal forum di Davos), la Merkel invece non può assolutamente accettare ulteriori aggravi economici sulle materie prime, i cui costi sempre più alti stanno mettendo in crisi l'industria tedesca. E la proposta francese ha scompaginato il documento preparato in questi mesi dal commissario Tajani, tutto incentrato sui rimedi da prendere contro scarsità e prezzi alti: ovvero una politica industriale attenta alla sostituzione e al riciclaggio combinata probabilmente con un'attenta politica commerciale e il rilancio dell'attività estrattiva, come già anticipato nei mesi scorsi.

Due facce della stessa medaglia, entrambe fondamentali ed entrambe da perseguire come priorità. Che in questo momento però si rallentano a vicenda. E il problema ancora una volta sono i tempi delle decisioni politiche, mentre le quotazioni dei futures della nostra nuova tabella galoppano in tempo reale.

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