[31/01/2011] News

Rifiuti radioattivi a Portoscuso. Il Sardistàn pattumiera radioattiva?

LIVORNO. Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra denunciano oggi che «Ancora una volta è stato scoperto un carico radioattivo diretto alla Portovesme s.r.l. Tre autoarticolati hanno viaggiato per mezza Italia lungo strade, porti, traghetti con 70 tonnellate di materiali contaminati (forse Cesio 137). Non è la prima volta che accade. Non si può che ribadire la richiesta di controlli ambientali pubblici da parte dell'A.R.P.A.S. ai porti di arrivo dei materiali e a Portovesme. A meno che non si voglia che la Sardegna, degradata a Sardistàn, oscura isola del Mediterraneo, sia utilizzata come una pattumiera radioattiva».

Ermanio Ariu ieri scriveva sulla "Nuova Sardegna": «Allarme radioattività alla Portovesme srl. All'ingresso della fabbrica sono stati fermati tre camion carichi di fumi di acciaieria che non hanno passato il controllo radioattività. Gli automezzi erano partiti da San Polo in provincia di Brescia ed erano passati indenni per i porti di Genova e Porto Torres. E così a Portovesme sono piombati i carabinieri del Noe e i tecnici dell'Arpas. Tutta la zona circostante l'area di parcheggio dei tre automezzi è stata interdetta».

Sull'episodio è intervenuta anche la consigliera regionale dei Rossomori, la sinistra sardista, Claudia Zuncheddu: «Ci chiediamo come sia possibile che avvenga tutto ciò in un territorio dove i controlli marittimi dovrebbero essere facili da attuarsi. Non è che la Sardegna stia diventando la pattumiera dei rifiuti speciali e radioattivi dell'Italia e in particolar modo dell'industria del Nord?. Abbiamo appreso con grande preoccupazione che tre camion carichi di scorie radioattive partiti da Brescia, dopo aver viaggiato per mezza Italia sono stati bloccati prima che il materiale venisse avviato alla produzione. Che il polo industriale del Sulcis sia al centro di traffici illegali di rifiuti altamente tossici, non è una novità: la stessa contaminazione delle falde è stata accertata dai carabinieri del Noe. I tempi d'intervento sulla tutela della salute in Sardegna sono lenti e nessuno indaga a fondo sulle conseguenze per la vita dei cittadini».

Intanto ci si chiede come le 70 tonnellate di fumi d'acciaieria pressate nei container siamo riuscite a passare ai controlli dei porti di Genova e di Cagliari. Secondo Giorgio Tore, direttore dell'Arpas del Sulcis Iglesiente «Questo è un accertamento che spetta alla magistratura. Per quanto ci riguarda, questa mattina interverremo nuovamente, alla presenza di tecnici di Alfa Acciai, per un'ulteriore verifica dell'attendibilità degli accertamenti effettuati dal nostro ente, in presenza dei Noe di Cagliari e della Portovesme Srl. In tutta questa vicenda emergono alcuni aspetti positivi: il primo riguarda l'attenzione della fabbrica sarda alla qualità delle materia prime utilizzate nello stabilimento. La Portovesme Srl ha sistemato all'ingresso della fabbrica un portale radiometrico tarato per rilevare anche bassi valori di radioattività. Il secondo aspetto positivo è la tempestività con cui l'azienda e gli enti preposti hanno agito, e ciò ha consentito di mettere in moto le operazioni di messa in sicurezza riducendo a zero i rischi. Lunedì mattina si faranno ulteriori accertamenti con i tecnici di Alfa Acciai, ma mi preme affermare che si tratta di materiali con bassi tassi di radioattività».
A Portoscuso la preoccupazione è forte e tutti chiedono che sia fatta chiarezza. Il consigliere provinciale ambientalista di Carbonia-Iglesias  Angelo Cremone s dice che «Ora è indispensabile accertare se nelle discariche di Guroneddu e di Genn 'e Luas siano stati depositati scarti di lavorazione contaminati dalla radioattività. È vero che il portale radiometrico è stato sistemato sei anni fa, ma ora ci chiediamo se in passato dalla penisola sono stati spediti camion di fumi di acciaieria contaminati da sostanze radioattive. Occorre, costi quel che costi, fare carotaggi in profondità».

I sindacati accusano le istituzioni e la fabbrica di San Polo che hanno permesso che i tre carichi radioattivi raggiungessero Portovesme: «È un fatto gravissimo - ha detto Francesco Carta della Cgil - perché nessuno si è accorto, nella penisola, della pericolosità del carico. Spero che dietro questa spedizione non ci sia un complotto per danneggiare la Portovesme Srl. Se quel carico fosse passato indenne anche al cancello della fabbrica qualcuno avrebbe potuto mettere in conto che inviare sostante radioattive in Sardegna è un gioco da ragazzi».

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