[03/02/2011] News

E Greenpeace sfidō Facebook: basta server alimentati da centrali a carbone

LIVORNO. L'informatizzazione della società ha portato ben poca dematerializzazione (per non dire quasi nulla), in compenso ha aumentato i consumi di energia e le emissioni di carbonio. Attenzione, ha dato anche molte cose positive e molte potrà portarne se che produce l'hi tech avrà come criterio direttore quello della sostenibilità ambientale e sociale, ma è un fatto che i server siano diventati un problema sotto il profilo delle emissioni di carbonio. Per questo  Greenpeace ha lanciato oggi una sfida a Facebook, il social network più importante della rete. Entro il prossimo 22 aprile, data in cui si celebra la Giornata per la Terra, il colosso del web dovrà predisporre e rendere pubblico un piano per abbandonare l'utilizzo di energia elettrica prodotta dal carbone.

Nel 2010, Facebook ha infatti scelto di realizzare i suoi due nuovi data center in Oregon e North Carolina stipulando contratti di fornitura di energia elettrica con aziende che generano la maggior parte della loro elettricità dal carbone. Greenpeace chiede di rivedere questa scelta a favore di energia pulita da fonti rinnovabili.

L'iniziativa di Greenpeace, denominata "Facebook: Unfriend coal" e sostenuta da oltre 600 mila persone in rete, segue la video intervista rilasciata la scorsa settimana da Kumi Naidoo, Direttore esecutivo di Greenpeace International, a Randi Zuckerberg, Direttore Marketing di Facebook. Durante l'incontro, avvenuto al World Economic Forum di Davos, si è discusso della possibilità che il social network diventi un leader globale nell'utilizzo di energia rinnovabile.

Quattro sono gli impegni che Greenpeace ha inserito nella sua richiesta a Facebook: aumentare l'utilizzo di energia rinnovabile per il funzionamento dei suoi server, sviluppare un piano per ridurre l'impronta climatica e diventare "carbon free" entro il 2021, informare gli utenti di Facebook sul modo in cui vengono alimentati i propri server e promuovere l'utilizzo di energia rinnovabile a livello locale, nazionale e internazionale.

«Negli ultimi anni Facebook è diventato un nome familiare per decine di milioni di persone ma, purtroppo, utilizza energia prodotta da 19 centrali a carbone, tecnologia del diciannovesimo secolo, per alimentare strumenti e fornire servizi del ventunesimo secolo - ha commentato Casey Harrell, attivista di Greenpeace - i numerosi fan del social network, sparsi in tutto il mondo, chiedono alla società che amano di guidare la rivoluzione energetica verde. Mark Zuckerberg sarà all'altezza della sfida?».

I consumi energetici delle aziende IT - ricorda Greenpeace - stanno rapidamente aumentando e, oggi, il settore informatico è uno di quelli a più rapida crescita nella domanda di energia elettrica. Basti pensare che la quantità di elettricità consumata al momento da Internet, posizionerebbe la rete al quinto posto tra i Paesi con il più alto consumo.

«Facebook - continua Harrell - ha cambiato il nostro modo di intendere e vivere la rete. L'azienda ha oggi l'opportunità di dare il buon esempio e, solo estendendo il suo approccio innovativo alle questioni climatiche e ambientali, potrà dimostrare che le imprese prosperano anche quando scelgono la "via verde", come già Pepsico, e Procter and Gamble si sono impegnati a fare».

Guarda qui l'intervista a Randi Zuckerberg: http://www.greenpeace.org/international/en/

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