[08/09/2009] News

Primarie del Pd, quanta e quale sostenibilità nei programmi dei 3 candidati

PISA. La lettura dei tre programmi per le primarie del Pd per quanto riguarda i temi ambientali non presenta -almeno questa è la prima impressione- differenze sostanziali. Al contrario in tutte il richiamo ad una politica verde come momento di svolta per uscire dalla crisi è chiaro e ripetuto.
E' vero -come ricorda Marino- che lui si pronuncia nettamente a differenza delle altre due mozioni contro il ritorno al nucleare, ma non credo che questo configuri una politica ambientale complessiva segnata da differenze sostanziali.

Il dato di fondo è che l'ambiente e le politiche ad esso riservate sembrano fare tutt'uno con l'economia per quanto non sarebbe male dirlo in maniera più netta. E' così infatti, che si tratti dell'agricoltura o del mare, dell'energia o del paesaggio. Non c'è insomma un prima e un dopo come un certo ambientalismo ha a lungo sostenuto e talvolta ancora sostiene.

Ma anche nel partito queste posizioni erano e sono presenti tanto è vero che si è ritenuto che all'ambiente -diversamente da qualsiasi altro ‘comparto' - dovesse essere riservata una specifica nicchia, praticamente separata, ovvero quella degli Ecodem.

Ma oggi per raccordare quello che non è più separabile ( neppure sul piano organizzativo interno) occorrono misure e riforme sulle quali forse gli stessi documenti appaiono ancora un po' troppo vaghi come vaga e talvolta assolutamente assente è stata la presenza e l'iniziativa del partito e del governo ombra.

Mi riferisco alle politiche di programmazione e pianificazione senza le quali oggi anche i discorsi sull'ambiente si perdono nella chiacchera. Cementificazione, paesaggio, tutela delle coste, agricoltura di qualità, energie rinnovabili pongono tutte delicate e complesse questioni di governo del territorio non più affidabile alla mera gestione urbanistica e neppure -per essere chiari rispetto anche alle esperienze toscane- sulla esclusiva scala amministrativa; regione, provincia, comune.

Una nuova politica ambientale che persegua gli scopi richiamati nelle tre mozioni ha bisogno di altri raccordi, integrazioni che superano i confini amministrati; ad esempio bacini idrografici, parchi etc. Qui, in questi anni si sono avuti gli assalti più allarmanti dei governi e del legislatore nazionale che hanno provocato danni già avvertibili ai quali -ecco il punto- il partito, il governo ombra e gli eco-dem non hanno dato risposte adeguate.

Spesso si sono incassati quei colpi senza battere ciglio, anche in Toscana. Definire il nuovo codice delle autonomie, attuare finalmente il titolo V della costituzione significa ridefinire caratteri e ruoli di questa nuova programmazione e pianificazione non riducibile ai piani casa o alle schede sul paesaggio.
Su questo terreno nessuno ha oggi pienamente le carte in regola neppure nel partito. E' una buona occasione per rimediare e alla svelta.

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