[04/02/2011] News

Summit Ue sull'energia: Italia, Francia e Repubblica Ceca vogliono il suicidio nucleare delle rinnovabili

LIVORNO. In un comunicato congiunto Réseau "Sortir du nucléaire", che riunisce le associazioni di base no-nuke francesi, e la sua omologa italiana Rete Nazionale Antinucleare (Rna) lanciano un appello ai rappresentanti dei 27 stati che partecipano al Summit Europeo sull'energia perché ostacolino il  nucleare e salvino le rinnovabili, rifiutando l'obiettivo di elettricità "decarbonizzata" proposto da Francia, Italia e Repubblica Ceca.

Ecco la frase che la Francia e la Repubblica Ceca intendono scrivere al paragrafo 15 del testo relativo alle conclusioni dei 27 dirigenti dell'Ue per il Summit di oggi: «Un'attenzione particolare dovrebbe essere accordata alla realizzazione concreta delle tappe intermedie per raggiungere l'obiettivo 2050 notando che la Commissione ha indicato che una proporzione di 2/3 della produzione di elettricità dovrebbe essere a debole emissione di carbonio da qui al 2020».

Tutto bene? No, perché secondo gli antinuclearisti francesi questa modifica che sembra innocua nasconde ben altro. Daniel Roussée e Charlotte Mijeon di Réseau "Sortir du nucléaire" e Fabienne Melmi di Rna spiegano il trucco: «La Francia, unita all'Italia e alla Repubblica Ceca, fanno pressioni sul Consiglio Europeo affinché l'Unione Europea integri lo sviluppo del nucleare tra le energie rinnovabili: si tratterebbe di sostituire, nel testo del 4 febbraio, inerente le conclusioni della conferenza sulle energie, la quota del 20% delle rinnovabili entro il 2020 con una quota di elettricità "decarbonizzata" (carbon free). Questo tipo di elettricità "decarbonizzata" non è altro che l'ultima trovata dell'industria atomica per far passare l'energia nucleare per un'energia pulita "senza CO2", dimenticando l'insieme dei procedimenti sul nucleare che generano molte emissioni di gas ad effetto serra, mentre le vere energie rinnovabili portano un effettivo contributo contro il cambiamento climatico, non producono rifiuti radioattivi, rischi di proliferazione e tanto meno incidenti nucleari».

Secondo gli antinucleari francesi e italiani si tratterebbe di una mossa disperata della lobby atomica: «Mentre le energie rinnovabili hanno una crescita inedita in Europa, rappresentando quasi il 40% della produzione elettrica nel 2010, il declino del nucleare nel nostro continente è una realtà: dal 2004 sono stati chiusi 18 reattori e solo uno è stato messo in funzione. L'obiettivo di un'elettricità "decarbonizzata" devierebbe le sovvenzioni già insufficienti destinate alle energie rinnovabili dei 27 paesi dell'Unione Europea verso il nucleare che beneficia già di sussidi massicci. Mentre l'obiettivo attuale del 20% sulle rinnovabili entro il 2020 riguarda tutti gli usi energetici (trasporto, riscaldamento, climatizzazione...), la quota di elettricità "decarbonizzata" restringerebbe lo sforzo alla sola energia elettrica».

Naturalmente italiani, francesi e cechi sorvolano sulle «Masse ingestibili di rifiuti nucleari, ripetute sconfitte all'esportazione del reattore EPR, costo del kWh nucleare superiore a quello dell'eolico, importazioni di uranio che indeboliscono la sicurezza energetica dell'Europa: l'industria nucleare già in corso d'invecchiamento è allo stremo. La sua unica via d'uscita: impossessarsi dei finanziamenti delle energie rinnovabili. Così, il governo francese che ha moltiplicato gli ostacoli giuridici e chiuso il rubinetto finanziario per soffocare lo sviluppo dell'eolico e del solare fotovoltaico in Francia, vuole adesso imporre questa strategia all'Europa dei 27. Tentando disperatamente di salvare la sua industria nucleare, la Francia condannerebbe l'Europa intera ad un suicidio energetico».

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