[07/02/2011] News

Scontri per il treno delle scorie. Legambiente: «Brutta premessa per nuovo corso atomico» Le prime testimonianze

LIVORNO. Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, interviene sugli scontri avvenuti questa mattina all'alba alla stazione di Condove-Chiusa di San Michele tra manifestanti antinuclearisti e le forze dell'ordine che li hanno duramente contrastati: «Quanto accaduto questa mattina all'alba in Piemonte in occasione del passaggio di un treno carico di scorie nucleari proveniente da Saluggia e diretto in Francia è una brutta premessa al nuovo corso atomico progettato dal governo. Mancanza di trasparenza e militarizzazione del territorio non ci sembrano un metodo praticabile per la gestione di rifiuti e impianti nucleari. La mancanza di trasparenza su tutta la filiera del ciclo dei rifiuti del nostro "vecchio" nucleare è grave ed è grave che in Piemonte non venga rispettata la legge regionale che prevede che i cittadini residenti nei territori attraversati dai convogli carichi di scorie vengano debitamente informati sui trasporti e sui piani di emergenza associati. E' chiaro che la gestione delle scorie radioattive, per non parlare dei nuovi impianti che il governo vorrebbe realizzare, non può avvenire all'oscuro delle popolazioni e senza condivisione».

Secondo Legambiente, «A Saluggia, dove è al momento custodito l'85% dei rifiuti nucleari italiani, senza informare la popolazione, partono le barre per l'impianto di trattamento di La Hague; nessuno dice che i rifiuti radioattivi torneranno poi in Italia, nessuno dice come saranno solidificati e portati via da Saluggia i rifiuti radioattivi liquidi, quelli che da oltre trent'anni costituiscono un rischio enorme. Intanto, all'oscuro della popolazione, va avanti l'autorizzazione per i nuovi depositi».

Radio Blackout ha trasmesso le testimonianze su quel che è accaduto nella notte e nella prima mattina: il treno è arrivato un'ora dopo l'orario previsto (le 3.39) e nella stazione c'erano almeno 15 camionette di polizia e carabinieri e circa 100 agenti; altre stazioni e passaggi a livello erano presidiati da auto senza contrassegni e da blindati. Inoltra sul treno delle scorie c'era un certo numero di carabinieri, vigili del fuoco e tecnici.

Dopo le ripetute cariche della polizia attorno alle 3.50, ci sono stati alcuni feriti non gravi, oltre 30 persone sono state identificate, schedate e perquisite, i fermati sarebbero tre, condotti in questura, uno è stato rilasciato. I manifestanti, uno dei quali è finito al pronto soccorso. Dei due ancora in stato di fermo si sa solo il nome di battesimo, Arturo e Guido, e che fanno parte della redazione di Nunatak, rivista di storie, culture, lotte della montagna.

Ecco la testimonianza di Nicoletta Compagna del comitato di lotta popolare di Bussoleno: «Ancora un presidio, la scorsa notte, in Valle di Susa, alla Stazione di Condove-Chiusa San Michele, contro il nucleare e per denunciare il passaggio di un treno di scorie radioattive, il quale, nella più totale disinformazione, avrebbe dovuto transitare in valle, proveniente da Vercelli e diretto in Francia. Un bidone col fuoco acceso contro la freddo, qualche termos di caffè, una cinquantina di presidianti nei pressi del passaggio a livello, e almeno il triplo di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa, affiancati dall'onnipresente Digos, secondo il copione che la Valle No Tav conosce bene.

Dai due lati della stazione sono fermi camionette e furgoni. Le ore passano lente. Qualche manifestante si muove per controllare le stazioni vicine, prontamente seguito dai "tutori dell'ordine". Il passaggio a livello è abbassato, l'ora X si avvicina ma nessun treno è in vista, tuttavia, tra le truppe, si percepiscono manovre. A un certo punto le sbarre, stranamente, si alzano, i manifestanti sono fermi nel vano del passaggio a livello. L'atmosfera è quasi surreale: un treno fantasma che non giunge, mentre le "forze dell'ordine" imbracciano gli scudi e abbassano le visiere.

La carica parte fulminea, dai due lati della ferrovia. I presidianti cercano riparo sulla statale verso Chiusa, ma sono presi tra due fuochi e tra due file di blindati. Si scatena la caccia all'uomo, a suon di manganellate; la proporzione è almeno di tre per uno. I manifestanti sono rincorsi, afferrati, fatti inginocchiare a terra, ai lati della statale, qualcuno è stato colpito duramente, uno, in particolare ha il volto tumefatto : una manganellata gli ha spaccato gli occhiali e ha lasciato il segno sul naso che si sta gonfiando. Alle botte si aggiungono gli insulti e le intimidazioni. Ad uno ad uno i fermati vengono identificati e fotografati, si procede arrogantemente alle perquisizioni.

A chi chiede di andare in bagno viene negato il permesso. Sulla statale il traffico è bloccato; si formano lunghe code di auto di chi va al lavoro, anche le ambulanze passano con difficoltà, Sulla ferrovia non passano treni, i pendolari devono ripiegare sull'auto. La notte è quasi finita, sono ormai le sei e del treno nucleare nessuna traccia. Si intravedono ormai le prime luci dell'alba quando vengono restituiti i documenti ai fermati che possono finalmente muoversi e gli uomini-robot si imbarcano sui cellulari, non senza aver apostrofato i manifestanti con un arrogante "sarà dura". Intanto si apprende dagli avvocati che ci sono due arrestati a cui va la nostra piena solidarietà. La lotta, come sempre, continua!»

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