[09/09/2009] News

L'arroganza dell'industria automobilistica

ROMA. Fra settembre e ottobre l'Unione europea presenterà una bozza di regolamentazione per ridurre le emissioni di CO2 dai veicoli commerciali e mini van, che fa seguito agli standard di efficienza energetica per le automobili ad uso privato già introdotti lo scorso anno.
Benché si tratti di un piano molto cauto, frutto di un compromesso con l'industria automobilistica l'Associazione Europea costruttori di automobili (ACEA) sembra deciso ad affossarla. Secondo l'ACEA fino a quando c'è la crisi, di ridurre le emissioni di CO2 non se ne parla nemmeno. Ma anche se la crisi dovesse passare, ridurre le emissioni resta una richiesta irrealistica: la proposta della Commissione Europea richiederebbe da 5 a 7 anni per progettare e mettere in produzioni veicoli che rispettino i limiti di cui si parla nel documento.

«Ancora una volta, una irragionevole levata di scudi, il cui unico fine è ottenere tempo, deroghe, e leggi poco chiare o deboli» ha dichiarato Daniel Monetti, responsabile della campagna trasporti di Terra! - Ma adesso questa risposta comincia a suonare davvero vecchia e seccante: è la stessa dal 1990, da quando si è iniziato a parlare di standard ambientali per le automobili».

Ma le richieste della Commissione sono davvero "insostenibili"? Sembra proprio di no. Nei due anni passati, le emissioni delle autovetture diesel sono diminuite del 25%, eppure i prezzi non sono saliti. Delle due l'una: o i prezzi stimati sono gonfiati, o le autovetture sono state vendute sottocosto. In realtà le tecnologie per la riduzione delle emissioni ci sono già, come ad esempio la tecnologia 'start and stop' o la riduzione della potenza dei motori. Certo non richiedono sette anni per essere messe in produzione, in un settore che fa dell'innovazione la chiave di volta delle vendite.

«Questo atteggiamento di continuo rifiuto suona ignorante e irrispettoso nei confronti dei consumatori, ed è una vera e propria presa in giro dell'Unione Europea, che attraverso la Banca Centrale, ha appena concesso attraverso i lauti finanziamenti ai produttori di auto, giustificati come sostegno alla ricerca per l'efficienza energetica e le propulsioni alternative. Questo denaro si aggiunge ai finanziamenti ricevuti dai governi per fronteggiare la crisi. Sarebbe davvero ora che tutti i cittadini europei che hanno pagato di tasca loro le sovvenzioni, ricevano qualcosa in cambio: consumi più bassi e meno emissioni»  ha concluso Monetti.

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