[22/02/2011] News toscana

Cerri: «Prima di dire ś all'Ikea pensiamo alle ricadute sul territorio»

LIVORNO. Ikea a Vecchiano sì, Ikea  a Vecchiano no. Il dibattito è, e soprattutto è stato, di natura politica. Perché tra i "consumatori", è molto difficile trovare uno contrario alla multinazionale dell'arredamento: i mobili con il marchio svedese sono carini e costano poco. Quindi sì all'Ikea. Ma la questione è ben più complessa e le valutazioni utilitaristiche-commerciali dovrebbero avere il giusto peso. Ciò che conta, infatti, è una corretta pianificazione del territorio da realizzare con il Piano strutturale d'area, con un'unica grande visione per un vasto territorio che attraversa sei comuni. Ne è convinto l'urbanista pisano Riccardo Ciuti, il quale, in teoria, non sarebbe contrario all'intervento: «L'insediamento potrebbe essere prospettato con un'intesa tra comuni della zona. Non è pensabile che sia il privato a scegliere l'area. Alcuni spazi, tra Pisa e Cascina, ci sono sicuramente. Si tratta di decidere il sito ma sempre nel rispetto di previsioni già definite». Previsioni che ancora non ci sono visto il piano strutturale le cui procedure sono state avviate nel febbraio del 2010, è solo all'inizio. Hanno aderito i comuni di Pisa, Calci, Cascina, San Giuliano Terme, Vecchiano e Vicopisano. I temi centrali del documento approvato sono: pianificazione, innovazione, perequazione, protagonismo dei giovani, partecipazione dei cittadini. Numerosi i progetti sulle infrastrutture e la viabilità: dall'Aurelia, all'aeroporto, all'alta velocità. E anche la questione Ikea, naturalmente.

Secondo Ciuti, buttare il bimbo con l'acqua sporca sarebbe sbagliato. «La vicenda Ikea è nata con un equivoco di fondo. All'inizio, la superficie prevista era molto superiore a quella attuale che è stata rivista e ridotta. Basta pensare che erano previste anche delle residenze abitative. Se invece si parla solo di punto vendita Ikea, forse se ne può discutere non accettando, comunque, le richieste del privato. Nelle zone agricole non si può costruire, a meno che non si intervenga con una variante. Ciò che si deve fare è localizzare un sito nel rispetto di una pianificazione generale», ha dichiarato Ciuti.

La linea sembra quella della politica che ha scelto di guardare a una visione di insieme prima di decidere. Approvata nel febbraio del 2010, dopo la delibera di avvio del procedimento per il Piano di area (a cui è seguita l'approvazione del documento da parte dei sei comuni interessati), nelle scorse settimane è stato costituito l'Ufficio di piano. Secondo il cronoprogramma, entro il 2012, il Piano dovrebbe essere adottato. Fino ad allora, e ancora per qualche anno, la vicenda Ikea, rischia di essere congelata. L'assessore all'urbanistica di Pisa Fabrizio Cerri spiega la strategia. «Ci siamo posti l'obiettivo di andare unitariamente a una programmazione sovracomunale che tenga conto di tutta una serie di parametri. Parliamo delle infrastrutture, del rispetto delle comunità locali e delle loro tradizioni lavorative, della partecipazione. Attualmente siamo in una fase di ricognizione e approfondimento. Per quanto riguarda Ikea, è impensabile predisporre una superficie commerciale del genere senza prima aver capito quali potrebbero essere le ripercussioni sul territorio, sia da punto di vista di vista occupazionale, che della rete commerciale», ha dichiarato Cerri. La palla, ora, passa alla Regione e al presidente  Rossi, che nei primi gironi di marzo ha messo in agenda un incontro con gli enti locali.

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