[24/02/2011] News

“Reefs at Risk Revisited”. A rischio il 75% delle barriere coralline del mondo

LIVORNO. Il World Resources Institute (Wri ), un think tank ambientale globale, ha pubblicato il rapporto multimediale  "Reefs at Risk Revisited", che rappresenta forse la più completa analisi mondiale delle minacce alle quali sono sottoposte le barriere coralline. Lo Studio, al quale hanno contribuito The Nature Conservancy,  WorldFish Center, International Coral Reef Action Network, United Nations Environment Programme-World Conservation Monitoring Centre e Global Coral Reef Monitoring Network, insieme a una rete di oltre 25 organizzazioni,  rivela che «il 75% delle barriere coralline del mondo sono attualmente minacciate da pressioni locali e globali». Il rapporto è un aggiornamento di "Reefs at Risk", pubblicato dal Wri nell'ormai lontano 1998 e che era uno dei punti di riferimento per i policymakers per comprendere e affrontare le minacce alle barriere coralline. Il nuovo rapporto utilizza i dati e le informazioni satellitari più recenti per mappare le barriere coralline, tra cui una mappa dei reefs con una risoluzione 64 volte superiore a quello del rapporto originale. Katie Reytar, ricercatrice del Wri e lead author del rapporto  sottolinea che «Attraverso le nuove tecnologie e il miglioramento dei dati, questo studio fornisce strumenti e informazioni utili per i decision makers e i leader nazionali e i marine managers locali. Per massimizzare i benefici di questi strumenti, abbiamo bisogno che i policymakers si impegnino ad una maggiore azione per affrontare le crescenti minacce alle barriere coralline».

Per la prima volta, l'analisi comprende le minacce dei cambiamenti climatici, tra cui il riscaldamento dei mari e l'acidificazione degli oceani in aumento. Il rapporto dimostra che «Le pressioni locali, quali la pesca eccessiva, lo sviluppo costiero e l' inquinamento,-presentano i rischi più immediati e diretti, minacciando oggi più del 60% delle barriere coralline». Jane Lubchenco, sottosegretario Usa al commercio e amministratrice della National oceanic and atmospheric dministration (Noaa) Usa, ha detto che « L'aumento delle pressioni sulla terraferma, lungo la costa e nelle acque convergono in una tempesta perfetta di minacce per i reefs. Dopo l'ultimo rapporto 'Reefs at Risk'... le minacce sono passati da preoccupanti a pericolose. Questo rapporto serve come un campanello d'allarme per policy-makers, business leaders, ocean managers ed altri rispetto all'urgente necessità di una maggiore tutela per le barriere coralline. Come spiega chiaramente il rapporto, le minacce locali  e globali, compreso il cambiamento climatico, stanno già avendo un impatto significativo sulle barriere coralline, mettendo a rischio il futuro di questi ecosistemi preziosi e belli. E' abbastanza chiaro che la riduzione delle emissioni di gas serra, soprattutto di anidride carbonica, è assolutamente necessaria se vogliamo sperare di prevenire molte delle situazioni terribili che sono presentate nel rapporto».

Le pressioni locali, in particolare la pesca eccessiva e distruttiva, stanno causando il degrado di molte barriere. Le pressioni globali stanno provocando lo sbiancamento dei coralli per l'aumento delle temperature del mare e aumentando l'acidificazione degli oceani da inquinamento di anidride carbonica. Secondo "Reefs at Risk Revisited",  «S lasciate prive di controllo, il 90% delle barriere coralline nel 2030 sarà minacciato e quasi tutti i reefs saranno a rischio entro il 2050». Lauretta Burke, senior associate del Wri e a capo degli autori del rapporto, spiega che  «Le barriere coralline sono risorse preziose per milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante la terribile situazione di molti reefs, ci sono motivi di speranza. Le barriere sono resilienti e, riducendo le pressioni locali, si può ottenere il tempo necessario per trovare soluzioni globali e preservare le barriere per le generazioni future».

Il rapporto contiene molteplici raccomandazioni per proteggere e gestire meglio le barriere coralline, anche attraverso l'istituzione di aree marine protette e sottolinea che «Oltre un quarto delle barriere coralline sono già comprese in una serie di parchi e riserve, più di ogni altro habitat marino, Tuttavia, solo il 6% delle barriere coralline si trovano in aree protette che sono gestite in modo efficace». Secondo Mark Spalding, senior marine scientist di Nature Conservancy ed uno dei principali autori del rapporto , «Se  ben gestite le aree marine protette sono uno degli strumenti migliori per salvaguardare i reefs. Nella loro intima essenza, le scogliere sono essenziali per le persone e per la natura: garantire l'approvvigionamento alimentare stabile, promuovono il recupero dello sbiancamento dei coralli e agiscono come una calamita per i dollari dei turisti. Abbiamo bisogno di applicare le conoscenze che abbiamo per sostenere le aree protette esistenti, nonché per designare nuovi siti dove le minacce sono più elevate, come il cuore popoloso dei Caraibi, il Sud-Est asiatico, l'Africa orientale e il Medio Oriente».

Più di 500 milioni di persone in tutto il mondo dipendono da barriere coralline per cibo e reddito, il rapporto stima che le barriere coralline forniscono 30 miliardi di dollari all'anno in benefici.

Le barriere coralline forniscono molteplici vantaggi per le popolazioni e l'economia: cibo, sostegno economico, turismo, protezione delle coste e anche prevenzione delle malattie. Secondo il rapporto, «Più di 275 milioni di persone vivono nelle immediate vicinanze (30 km/18 miglia) di barriere coralline. In più di 100 Paesi e Territori, le barriere coralline proteggere 150.000 km (oltre 93.000 miglia) di linea costiera, aiutando la difesa delle comunità costiere e delle infrastrutture contro le tempeste e l'erosione».

Per la prima volta, il rapporto individua le 27 nazioni più vulnerabili socialmente ed economicamente al degrado ed alla perdita delle barriere coralline , tra questi, i nove Paesi più vulnerabili sono: Haiti, Grenada, Filippine, Isole Comore, Vanuatu, Tanzania, Kiribati, Fiji e Indonesia. Un altro degli autori, Allison Perry, project scientist del WorldFish Center, sottolinea che «Le persone a maggior rischio sono coloro che dipendono fortemente dalle barriere coralline minacciate, e che hanno limitata capacità di adattarsi alla perdita di risorse e servizi di valore che forniscono le barriere. Per I Paesi altamente vulnerabili, tra I quali molte nazioni insulari, c'è un pressante bisogno di sviluppare gli sforzi per  ridurre la dipendenza dalle barriere e di costruire una capacità adattativa, oltre a proteggere i reefs dalle minacce».

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