[10/09/2009] News toscana

Vertenza Eni, Cosimi propone un polo ecologico per trattamento rifiuti industriali

GROSSETO. La ricerca della voce Eni Livorno porta al sito relativo alla raffineria in cui si legge: «Con una capacità di raffinazione primaria bilanciata di 84 mila barili/giorno e un indice di conversione dell'11,4% produce prevalentemente benzine, gasoli, olio combustibile per bunkeraggi e basi lubrificanti. Dispone, oltre che degli impianti di distillazione primaria, di due linee di produzione di lubrificanti. Il collegamento con le strutture portuali di Livorno e con i depositi di Firenze attraverso due oleodotti consente di ottimizzare le attività di ricezione, movimentazione e distribuzione dei prodotti».

Eppure da qui ad un mese la raffineria di Livorno potrebbe passare da Eni ad un nuovo proprietario, la Klesch & Co., un fondo britannico che opera nell'attività di private equity , da cui la protesta degli operai che hanno occupato le cisterne. La trattativa per la cessione risulta infatti essere in fase avanzata: si tratta di perfezionare l'accordo sulla base delle condizioni che per la cessione la società avrebbe imposto e che riguardano la salvaguardia dei livelli occupazionali, gli attuali contratti di fornitura ed eventuali contratti di natura commerciale che la società guidata da Paolo Scaroni, potrebbe contestualmente alla cessione stipulare accordi commerciali con il nuovo acquirente, ovvero acquistare prodotti della raffineria.

Condizioni che paiono essere poco garantite date le preoccupazioni degli operai in primis, del presidente della regione Toscana Claudio Martini, che ha chiesto al ministro Scajola che la vicenda venga gestita anche attraverso l'apertura di un tavolo nazionale tra le parti e del sindaco di Collesalvetti Lorenzo Bacci (l'impianto si trova sotto il suo Comune) e quello di Livorno Alessandro Cosimi, che in una intervista rilasciata oggi a La Repubblica pensa anche a possibili ipotesi di trasformazione dell'area in «un polo ecologico altamente tecnologizzato che contribuisca alla soluzione del problema rifiuti in Toscana».

Il punto su cui il sindaco Cosimi chiede un confronto con Eni riguarda quale strategia haintenzione di mettere in campo, «cosa vuole abbandonare e cosa mantenere» dal momento che «oltre alla raffineria, ci sono l'oleodotto Livorno-Calenzano, la parte petrolifera del porto, gli impianti di stoccaggio del gas».

Una preoccupazione non certo peregrina quella del sindaco di Livorno, dal momento che di situazioni di dismissione cui non ha fatto seguito nessun piano né di riqualificazione, né di bonifica di quanto dismesso è lunga la storia del nostro paese. Una pratica cui nemmeno una azienda in cui una quota parte della azioni continua a rimanere pubblica, quale è Eni, risulta immune.

Tra l'altro come ricorda Cosimi «la raffineria non è in perdita» ma «è semplicemente l'azienda ad aver cambiato strategia e deciso un piano di dismissioni». Una cambio di marcia cui il sindaco di Livorno non fa obiezione, ma sulle cui conseguenze però chiede conto, in rapporto al territorio. E su cui avanza possibili strategie per il futuro che non potranno che essere discusse e avviate in accordo con la regione, e che non riguardano direttamente la raffineria ma il resto dell'area su cui pensa alla realizzazione di un polo tecnologico, con la partecipazione di Eni ed Enel, per risolvere il problema dei rifiuti industriali della regione.

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