[03/03/2011] News

L’Ue e le isole del Pacifico che lottano contro il cambiamento climatico

BRUXELLES. Inizia domani a Port Viola, la capitale delle lontane Vanuatu, la High level regional conference on climate change in the Pacific,  organizzata dalla Commissione europea  e dal Pacific islands forum secretariat in collaborazione con il governo di  Vanuatu. La conferenza viene presentata come «L'occasione per Paesi ed i Territori del Pacifico, per i partner dell'Ue e per le organizzazioni regionali del Pacifico di proseguire le loro iniziative comuni nei settori del cambiamento climatico».

I partecipanti alla conferenza di Port Vila dovrebbero fornire gli orientamenti necessari per mettere in opera dell'iniziativa congiunta Pacifico-Ue sul cambiamento climatico, avviata dal Pacific islands forum secretariat  e dalla Commissione Ue con la firma di un protocollo di u intesa a Strasburgo il 15 dicembre 2010. 

L'iniziativa fa parte della Global climate change alliance (Gcca), un'iniziativa avviata nel 2007 con la quale l'Ue ed i Paesi in via di sviluppo più vulnerabili lavorano insieme per combattere il cambiamento climatico e con l'obiettivo di «Approfondire il dialogo e la cooperazione in materia di cambiamento climatico tra l'Unione europea ed i Paesi poveri in via di sviluppo più esposti al cambiamento climatico», In particolare i Least developed countries (Ldc, i Paesi meno sviluppati) e gli Small island developing States (Sids, i piccoli Paesi insulari in via di sviluppo), cioè proprio quelli più colpiti dagli effetti negativi del global warming ed anche i meno in grado  di reagire ed adattarsi ai cambiamenti climatici.

Tra le principali attività della Gcca ci sono gli accordi finanziari con i Paesi beneficiari, dialoghi regionali per approfondire  la cooperazione sul cambiamento climatico e l'assistenza tecnica sottoforma di attività per lo sviluppo di progetti e di competenze. 

Le isole del Pacifico sono uno degli esempi più concreti ed allarmanti degli effetti drammatici del cambiamento climatico. Nei piccolissimi Stati insulari l'innalzamento del livello del mare ha già oggi ripercussioni sulla vita quotidiana dei cittadini e rappresenta un ostacolo per lo sviluppo economico. Nei Paesi e territori insulari del Pacifico vivono 10 milioni di abitanti dispersi in migliaia di isole e in una superficie di mare che copre un quinto del pianeta. Piccole isole e comunità isolate che sono costantemente colpite da catastrofi naturali e che hanno un accesso limitato alle infrastrutture ed una stretta dipendenza dalle risorse naturali. Alcune isole potrebbero scomparire a causa dell'aumento del livello del mare: a Kiribati e nelle Tuvalu un aumento di soli 60 cm le renderebbe praticamente inabitabili. Intanto in tutta l'area si sta intensificando la siccità e le tempeste sempre più frequenti stanno erodendo le coste, dove vive l'80% degli abitanti dei piccoli Stati insulari.

La commissione Ue fa l'esempio dell'unico ospedale dell'isola di Niuatoputapu, che si trovava al livello del mare, che è stati distrutto da uno tsunami nell'ottobre del 2009 e che sarà ricostruito con l'aiuto dell'Ue nel punto più elevato dell'isola

Ieri il commissario Ue allo sviluppo, Andris Piebalgs, è arrivato nelle Vanuatu per presentare insieme alle isole del Pacifico  un piano di azione congiunto sul cambiamento climatico alla conferenza di Port Vila. Piebalgs ha detto che chiederà «Un aumento del sostegno internazionale alle piccole isole e soprattutto alle isole del Pacifico». Il commissario Ue inaugurerà anche un progetto da 50,4 milioni di euro e m ne annuncerà un altro da 39 milioni di euro riguardante delle misure di adattamento ai cambiamenti climatici e per la lotta alla povertà.

Prima di partire per il Pacifico Piebalgs aveva detto che  «Il cambiamento climatico e le catastrofi naturali sono un freno allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica ed ai progressi verso la realizzazione degli obiettivi del millennio per lo sviluppo nella regione del Pacifico. E' venuto il momento di prendere le cose nelle proprie mani e di convincere la comunità internazionale ad apportare un sostegno importante agli sforzi di adattamento al cambiamento climatico sviluppati nella regione del Pacifico. La Commissione è il secondo più grande fornitore di aiuto a questo riguardo. La ma visita è portatrice di un messaggio di solidarietà e chiedo agli Stati membri di partecipare attivamente alle azioni congiunte Ue-Pacifico di lotta contro il cambiamento climatico e la povertà».

Piebalgs ha visitato anche l'unico parco eolico delle Vanuatu, finanziato con 4,3 milioni di euro a dalla Banca di investimenti europea, e il centro nazionale contro le catastrofi ed il servizio meteorologico del piccolo e poverissimo Stato.

L'ammontare totale dei finanziamenti per i programmi contro global warming e povertà che Piebalgs annuncerà domani a Port Vila è di 89,4 milioni di euro. 30 milioni andranno al  rafforzamento dell'integrazione economica della regione del Pacifico attraverso il commercio. Il programma di sostegno allo sviluppo delle capacità di lotta contro il cambiamento climatico destinato alle popolazione delle isole del Pacifico metterà in opera dei progetti di adattamento, quali la ripiantumazione di mangrovie, il rimboschimento dei versanti, la raccolta delle acque piovane e la realizzazione di riserve idriche, l'introduzione di coltivazioni resistenti alla siccità ed al sale, delle iniziative di salvaguardia dei suoli, attività di raccolta a basso impatto, la sopraelevazione di infrastrutture, per un totale di 8 milioni di euro. 20 milioni di euro verranno destinati ad un programma riguardante la riduzione dei rischi legati alle catastrofi naturali, che punta ad accrescere la resilienza dei piccoli Stati insulari del Pacifico all'impatto delle catastrofi ed a preparare meglio le popolazioni. 12 milioni di euro verranno destinati ai Paesi e territori (Francia e Gran Bretagna ed anche gli Usa hanno ancora qualche territorio di oltremare nel Pacifico) per rafforzare la gestione integrata dell'ambiente costiero, terrestre e marino. 4,3 milioni di euro sono aiuti umanitari destinati ad attività di preparazione alle catastrofi e di riduzione dei rischi.

L'aiuto allo sviluppo fornito dall'Ue nel Pacifico raggiungerà i 665 milioni di euro nel periodo 2008-2013, con un aumento del  60% tra il  9° Fondo europeo per lo sviluppo (Fed 2002-2007) e il Fed 2007-2013. Su questo totale la Commissione «Si è impegnata attivamente, per un ammontare di 90 milioni di euro, in progetti in corso e già pianificati di cooperazione allo sviluppo sul cambiamento climatico, a livello nazionale e regionale, per il periodo 2008-2013».

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