[08/03/2011] News

Shock energetico, Galeotti (lavoce.info) a Veronesi: «Nucleare ora? Mistero tutto italiano»

LIVORNO. «Nel lungo periodo la strategia sarà anche quella del ricorso al nucleare, ma è opinabile sostenere - come ha fatto Umberto Veronesi sul Corriere della Sera il 28 febbraio scorso - che è ciò di cui ha bisogno ora l'Italia. Perché l'ottica per analizzare questi problemi continui a restare italo-centrica e non europea, perché di fronte a emergenze immediate si prospettino soluzioni buone tra dieci o venti anni se non oltre, quando il campo di gioco sarà del tutto mutato, resta un mistero tutto italiano».

Ad attaccare duramente la politica del nostro governo è Marzio Galeotti, ordinario di Economia dell'ambiente e dell'energia presso la Facoltà di scienze politiche dell'Università degli studi di Milano, dalle pagine di www.lavoce.info di oggi dove è possibile leggere integralmente il suo intervento.

Ricostruendo il programma "Energia 2020: strategia per un'energia competitiva, sostenibile e sicura" di cui greenreport.it ha parlato abbondantemente (vedi link) sottolinea come essa «punta sull'incremento dell'efficienza energetica, sulle rinnovabili e su una più decisa integrazione delle reti come modalità per gestire al meglio le varie fonti di energia e promuovere una riduzione del loro costo».

Galeotti giustamente ricorda che lo shock energetico in atto «ha tre importanti differenze rispetto a quelli del passato: 1973-74 (Yom Kippur), 1979-80 (guerra Iran-Iraq), 1990 (Guerra del golfo) e 2003 (invasione dell'Iraq)» e in particolare che l'attuale crisi «riguarda non solo e non tanto il petrolio, ma anche il gas naturale che arriva sul territorio dell'Unione dalla Libia, dall'Algeria, direttamente e indirettamente attraverso Tunisia e Marocco, e via nave dall'Egitto».

L'Europa ha approvato la suddetta strategia proprio per ovviare a questi problemi e l'Italia avrebbe dovuto seguirla visto che ha proprio nel gas la fonte che più utilizza per produrre energia (75%), ma come dice Galeotti il nostro Paese non si è attrezzato e dunque «poiché l'uso dell'energia si accoppia all'impiego di complesse, costose e longeve tecnologie, nell'immediato non vi è molto da fare».

Ma «nel medio periodo la strada maestra è quella scelta proprio dalla Unione Europa, spesso con il tiepido appoggio del nostro paese. Le politiche europee agiscono sulla dipendenza energetica sia sul versante esterno che su quello interno. Hanno infatti lo scopo di limitare l'import di gas e petrolio, così riducendo il potere di monopolio dei produttori». Che fa invece l'Italia? Taglia le rinnovabili, non coglie l'occasione del piano per il risparmio energetico proposto da Confindustria e scommette sul nucleare...

 

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