[14/03/2011] News

La marea nera della Bp rivela il ruolo delle particelle organiche nell'inquinamento atmosferico

LIVORNO. La marea nera della Bp che ha fatto danni enormi nel Golfo del Messico potrebbe aver dato l'opportunità agli scienziati di comprendere meglio la formazione dell'inquinamento atmosferico. Science in edicola pubblica il rapporto "Aerosol Chemistry and the Deepwater Horizon Spill" di un team di riceca guidato da Hugh Coe, del Centre for atmospheric science, School of earth, atmospheric and environmental sciences, dell'università britannica di Manchester, che rivela un nuovo aspetto del più grande disastro ambientale della storia Usa: «Una grande frazione di aerosol atmosferici sono derivati ​​da composti organici con volatilità diverse. Gli aeromobili WP-3D di ricerca della National oceanic and atmospheric administration (Noaa) hanno effettuato delle misurazioni aeree della composizione gassosa e dell'aerosol dell'aria sopra la fuoriuscita di petrolio della Deepwater Horizon (Dwh) che si è verificata nel Golfo del Messico da aprile ad agosto del 2010. Uno stretto pennacchio di idrocarburi è stata osservata sottovento della Dwh è attribuito all'evaporazione di petrolio fresco sulla superficie del mare. Un pennacchio molto più ampio con elevate concentrazioni di aerosol organici (>25 microgrammi per metro cubo) è stato attribuito alla formazione di secondary organic aerosol (Soa) di non misurati idrocarburi meno volatili che sono stati emessi da una vasta area intorno alla Dwh. Queste osservazioni forniscono prove dirette e convincenti per l'importanza della formazione di Soa da idrocarburi meno volatili».

Lo studio fa notare che nell'atmosfera terrestre, le particelle inferiori a 1 micron, note come aerosol, disperdono la radiazione solare in entrata ed agiscono come elemento della condensazione dell'acqua durante la formazione delle nuvole. «Le attività umane possono alterare questa popolazione di particelle, interessando in tal modo il clima e la qualità dell'aria. La nostra incapacità di prevedere con precisione la composizione e la massa degli aerosol atmosferici, tuttavia, inibisce il progresso in entrambe le aree. Comprendere la formazione di aerosol organici, una vasta classe di particelle submicrometriche, si è dimostrata una sfida, gli esperimenti di laboratorio fatti in precedenza non si conciliano bene con le misurazioni di campo». Recenti theoretical frameworks puntano sull'l'importanza dei semivolatile organic compounds (Svoc) e degli organic compounds of intermediate volatility (Ivoc) come precursori, ma per i ricercatori non c'è l'evidenza nelle osservazioni. Il rapporto aiuta a chiarire il ruolo degli Svoc e degli Ivoc nella fornazione di aerosol organici: «Utilizzando le misurazioni aeree prese sottovento rispetto alla marea nera provocata dall'incidente della a Deepwater Horizont nel 2010nel Golfo del Messico, rivelano che l'ossidazione degli Ivoc e degli Svoc in atmosfera gioca un ruolo dominante nella formazione di particelle organiche».

L'esplosione e il naufragio della piattaforma della Bp avvenuti il 20 aprile 2010 hanno provocato una nube inquinante che ha permesso ai ricercatori di confermare «Una teoria secondo la quale una gran parte dell'inquinamento dell'aria è formata da elementi chimici che pochi scienziati misurano e che noi non immaginiamo essere sufficientemene numerosi per essere pericolosi», ha detto uno dei coautori del rapporto, Joost de Gouw della Noaa.

Per misurare l'inquinamento è stato utilizzato un aereo "caccia-uragani" equipaggiato per analizzare la qualità dell'aria, che ha sorvolato il Golfo del Messico due volte nel giugno 2010, mentre lo sversamento del petrolio della Dwh era ancora in corso. L'aereo era pieno si strumenti progettati per misurare diversi tipi di particelle inquinanti, compresi gli aerosol organici ed i prodotti chimici, ma non ha misurato gli elementi più pesanti che hanno finito per essere quelli che hanno contribuito di più all'inquinamento dell'aria, perché la maggior parte delle attrezzature di controllo della qualità dell'aria sono progettate per studiare i contributi "classici" alla cattiva qualità dell'aria, cioè i materiali iù leggeri e volatili.

Gli aerosol sono particelle microscopiche sospese nell'aria, della stessa dimensione delle particelle dei deodoranti spray. Gli aerosol organici provengono da materiali organici e sono associati alla presenza di asma, malattie cardiovascolari e anche morti premature. Negli Usa rappresentano circa la metà del particolato inquinante dell'aria, ma gli scienziati hanno identificato solo una piccola parte degli aerosol organici. Per comprendere da dove provengano questi aerosol organici Coe, De Gouw e i loro colleghi hanno utilizzato modelli informatici per studiare i diversi pesi delle particelle di petrolio del Golfo del Messico e quanto tempo ognuna di queste particelle ci ha messo per raggiungere l'atmosfera. Gli elementi più esanti si sono rivelati come i principali responsabili dell'inquinamento dell'aria.

Le particelle inquinanti possono avere effetti sul clima, controbilanciando il riscaldamento e riflettendo i raggi solari. Altre particelle hanno invece l'effetto opposto : fanno aumentare il riscaldamento, lasciando che l'atmosfera assorbi più raggi solari.

 

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