[11/09/2009] News toscana

La provincia di Siena chiede di intensificare la prevenzione per la gestione dei rifiuti sanitari

FIRENZE. Aspettando le novità che verranno dalla "III conferenza nazionale sulla gestione dei rifiuti sanitari", organizzata dall'Istituto superiore della sanità (Iss), ed International solid waste association (Iswa) Italia, in programma il 29 ottobre a Rimini (all'interno della rassegna Ecomondo), durante la quale saranno illustrati esempi di gestione in varie parte d'Europa e del Mondo, continua a destare preoccupazioni la raccolta e lo smaltimento di questa particolare tipologia di rifiuti.

Non ci riferiamo ovviamente ai vari scarichi illegali che strutture sanitarie private e pubbliche, quasi sempre volontariamente per risparmiare, riversano nelle fognature, ma soprattutto alla carente attenzione e conoscenza anche normativa degli addetti ai lavori che trattano quotidianamente questi materiali durante la normale attività lavorativa.

Un'ulteriore conferma in tal senso viene dal tavolo tecnico convocato dall'assessore all'ambiente della provincia di Siena Gabriele Berni, a cui hanno partecipato Sienambiente, i vigili del fuoco, l'Asl, la Prefettura e l'Arpa, nell'ambito delle azioni previste dalla provincia in materia di controllo e sicurezza sul conferimento dei rifiuti negli impianti di selezione e compostaggio del territorio.
Anche se rischi per la salute pare che non ce ne siano in base ai controlli effettuati da Arpat, i partecipanti al gruppo di lavoro hanno deciso all'unanimità di intraprendere «alcune azioni concrete di prevenzione con l'obiettivo di stabilire criteri di gestione più efficaci ed incisivi in modo tale da evitare che rifiuti in uscita dai presidi ospedalieri possano raggiungere gli impianti di selezione e compostaggio» facendo attivare la procedura di identificazione e separazione dei carichi da parte del gestore».

Quindi se il "tavolo" si espresso in tal senso, probabilmente almeno qualche piccola criticità è emersa. Secondo le indicazioni del gruppo di lavoro, la Asl è stata invitata a valutare ogni possibilità per l'installazione di appositi impianti di controllo di radioattività sui rifiuti in uscita dai presidi ospedalieri, ed effettuare la dimissione di pazienti sottoposti a trattamento con radionuclidi, solo per soggetti autosufficienti e previa effettiva ed efficace informazione. Negli altri casi le persone in cura dovranno essere trattenute in ricoveri protetti, mentre i degenti che eventualmente effettuano direttamente a casa tali cure dovranno essere adeguatamente informati per evitar che rifiuti con caratteristiche di radioattività entrino nel circuito degli urbani.

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