[14/09/2009] News

Realacci sulle navi dei veleni: «Indispensabili azioni di bonifica»

GROSSETO. Una prima riposta relativa alla vicenda del ritrovamento della nave al largo delle coste calabresi di Cetraro e che potrebbe contenere rifiuti tossici e anche radioattivi è arrivata oggi dal ministero dell'Ambiente che ha messo in piedi una task force pronta a operare nel mar Tirreno al largo della Calabria nella zona dove è stato individuato il relitto. E i mezzi navali antinquinamento utilizzati dal Ministero si stanno già dirigendo nella zona.

«Obiettivo - si legge in una nota del ministero riportata dal Corriere.it e confermata dal portavoce del ministro - è quello di mettere in campo tutte le unità e le conoscenze tecniche che possano agevolare l'accertamento di ciò che è sepolto in fondo al Tirreno e, quindi, eventualmente programmare gli interventi necessari a salvaguardia dell'ambiente e della salute pubblica».

«Già oggi questa task force - ci ha detto il portavoce della Prestigiacomo- si riunirà per rendere operativa l'attività di monitoraggio nel più breve tempo possibile e mettere quindi mezzi e professionalità a disposizione della Procura competente, al fine di operare in modo coordinato con l'obiettivo di un sollecito accertamento dei fatti e degli eventuali rischi di inquinamento».

Un primo passo senza dubbio importante per verificare il contenuto dei bidoni affondati con la nave rinvenuta al largo delle coste di Cetraro e «se il monitoraggio confermerà la presenza di rifiuti tossici e radioattivi il passo successivo- ha detto il portavoce del ministro- sarà quello di mettere in tempi rapidi in sicurezza quel territorio ai fini della salute pubblica».

Anche se di fronte ad una situazione di questa gravità ci si aspetterebbe un interessamento da parte dell'intero Consiglio dei ministri.
«Sono molto preoccupato - ci ha detto al telefono l'assessore all'ambiente della regione Calabria, Silvio Greco - e lo dice anche in forza della propria esperienza di direttore di ricerca dell'Ispra ed esperto di ecosistemi marini».

«La regione- ha continuato l'assessore Greco- vuole seguire in prima persona le attività che verranno messe in campo e abbiamo anche dimostrato di avere tutte le esperienze necessarie. Ma quello che chiedo con forza al governo è di verificare se le dichiarazioni del pentito corrispondono al vero e che sarebbero almeno altre due le navi affondate lungo le coste calabresi. Bisogna allora verificare dove sono queste navi e se davvero sono piene di rifiuti tossici e radioattivi disinnescare il prima possibile quella che potrebbe rivelarsi una vera e propria bomba ecologica».

A chiedere che venga fatta luce su questo che definisce «uno dei misteri italiani che da troppo tempo aspetta una risposta» è anche Ermete Realacci, responsabile Ambiente del Pd che proprio in settimana aveva presentato l'ennesima interrogazione parlamentare ai ministri Prestigiacomo e Sacconi per chiedere di fare luce sulla questione delle navi dei veleni e sugli sversamenti di rifiuti tossici che negli anni sembrano aver interessato vaste aree del litorale della Calabria e che adesso chiede che il governo riferisca subito in Parlamento.
«Oggi - dichiara Realacci, che questo quadro sembra essere ulteriormente confermato è intollerabile continuare a tacere, ma serve fare chiarezza e avviare le indispensabili azioni di bonifica».

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