[15/09/2009] News

Il carbone cinese sarà spazzato via dal vento cinese?

ROMA. Soffia il vento, in Cina. Soffia così forte e in maniera così costante che potrebbe ambire nei prossimi venti anni a sostituire completamente il carbone, come fonte di energia per la produzione di elettricità. A sostenerlo, in un articolo pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Science, sono Michael B. McElroy, un ricercatore della School of Engineering and Applied Science e del Department of Earth and Planetary Sciences dell'università di Harvard e tre suoi collaboratori, americani e cinesi.

I conti, in fondo, sono semplici. Attualmente la Cina ha una potenza installata per la produzione di energia elettrica di 792,5 GW. L'80% dell'energia elettrica viene prodotta in impianti a carbone. Con due conseguenze non desiderabili. Le emissioni di anidride solforosa e di altri inquinanti locali e le emissioni di anidride carbonica, che contribuiscono a fare della Cina il paese che immette più gas serra in atmosfera.

A prescindere dagli accordi internazionali, la Cina è impegnata col suo undicesimo Piano quinquennale ad abbattere del 20% l'intensità di energia e del 10% le emissioni di zolfo entro il 2010 rispetto al 2006.

Nei prossimi anni dovrà consolidare questi obiettivi, malgrado la domanda di energia elettrica continui a crescere al ritmo del 10% annuo. Intanto dovrà iniziare a ridurre anche la carbon intensity, se vorrà prima stabilizzare e poi ridurre le emissioni di gas serra. Per tutto questo non basterà l'ammodernamento degli impianti. Occorrerà avviare il phase out dal carbone e, anche, dagli altri combustibili fossili.

Il vento è un'opzione. Anzi, sostengono McElroy e i suoi collaboratori, il vento potrebbe essere l'opzione totale per la produzione di energia elettrica. Ci sono già oggi le potenzialità fisiche ed economiche. Oggi la potenza eolica installata ammonta a 12,2 GW (lo 0,40% della potenza istallata per la produzione di energia elettrica). Ma se si prende in considerazione la possibilità di costruire fattorie del vento lì dove Eolo soffia con sufficiente forza e continuità - ed escludendo sia le foreste, sia le zone urbanizzate, sia le aree già utilizzate per altri scopi - è possibile ottenere a costi di mercato 640 GW di energia. In altri termini, sarebbe possibile sostituire per intero il carbone con il vento.

Creare tante fattorie del vento e immettere in rete tanta energia eolica costa e richiede tempo. McElroy e i suoi collaboratori sostengono che l'operazione potrebbe essere conclusa in vent'anni al costo complessivo (a prezzi attuali) di circa 900 miliardi di dollari. Una media di 90 miliardi di dollari l'anno. Una cifra grande, ma non impossibile per l'economia cinese che ha, ormai, un Pil di 3.000 miliardi di dollari che da un ventennio cresce al ritmo del 10% annuo.

La proposta di McElroy e degli altri scienziati dell'università di Harvard e dell'università Tsinghua di Pechino è, certo, di scuola. Occorrerebbe valutare la sua concreta fattibilità. E occorrerebbe, anche, valutare l'impatto ambientale di un ricorso così massiccio all'energia eolica. Tuttavia dimostra che il cambio di paradigma energetico dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili, in Cina e altrove, è già possibile. E che per accelerarlo, se lo si vuole davvero, occorre solo rimuovere qualche pigrizia mentale.

 

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