[15/09/2009] News toscana

Firenze tra sosta senza controllo, buchi di bilancio (e pił auto sulle strade?)

FIRENZE. Cominciano a concretizzarsi, sotto forma di vuoti nei bilanci comunali, le conseguenze dell'abolizione dei controlli sulla sosta a pagamento a Firenze. Come si ricorderà, infatti, una delle prime decisioni della giunta Renzi una volta insediatasi è stata (inizio luglio - vedi link in fondo alla pagina) quella di togliere agli ausiliari del traffico (i cosiddetti "vigilini") le mansioni di controllo del pagamento-sosta: una scelta che teoricamente non cambia nulla, perché i controlli potrebbero essere fatti dai vigili "tradizionali", ma che in pratica ha, da un giorno all'altro, tolto ogni controllo sulla sosta a pagamento nel capoluogo toscano, per motivi legati alla scarsità di organico della polizia municipale.

La decisione, presa - va detto - in ottemperanza almeno parziale a quanto annunciato in campagna elettorale (al 16° dei "cento punti" si parlava infatti di «rivoluzione totale dell'attuale impostazione della Zcs», anche se non si parlava di sua abolizione), è stata attuata quindi "de facto", poiché nessun cartello ancora è stato tolto, e nessuna striscia disegnata sulle strade è stata cancellata. Questo perché, come detto, la misura è ancora, dal punto di vista della pura teoria, ancora valida.

Ma come pure detto, ad appena tre mesi dalla controversa decisione, già si stanno evidenziando i buchi nel bilancio conseguenti ad essa: lo riporta l'edizione fiorentina del "Corriere" di oggi, che cita una cifra complessiva di ammanco che dovrebbe raggiungere i 5,2 milioni di euro a fine anno, calcolata sottraendo dai 6 milioni di introiti previsti per le multe nel secondo semestre (era infatti di un milione di euro al mese il preventivo fatto dall'amministrazione Domenici per gli introiti da multe degli ausiliari) i circa 800.000 euro risparmiati sui costi dei vigilini.

E da dove saranno presi questi soldi? In realtà la vicenda è ancora da chiarire, riporta il Corriere, e sarà probabilmente a fine settembre che l'amministrazione esporrà le scelte di bilancio a riguardo. Viene comunque ipotizzato che le risorse possano essere recuperate dalle circoscrizioni (cioè i quartieri).

Ed è decisamente da sperare che così non sarà, perché anche se il presidente del quartiere 1 Marmugi si dichiara «disponibile a lavorare e collaborare insieme» a condizione che i quartieri siano coinvolti nelle scelte che li riguardano, appare incomprensibile il motivo per cui devono essere le risorse destinate al decentramento a pagare la volontà di togliere i disincentivi che erano stati attuati nei confronti dell'uso del mezzo privato.

E' infatti, quella di togliere i controlli nelle Zcs, una decisione che ha destato non poche perplessità: anche se le amministrazioni precedenti non erano state certo impeccabili per quanto attiene il contributo al percorso verso la sostenibilità, è anche vero che erano comunque state messe in atto due iniziative politicamente molto scomode, ma comunque forti e decisamente utili alla causa: una è la tramvia, e l'altra era la creazione delle Zcs.

Anche se nell'Italia sempre più avvolta da un manto di qualunquismo è facile far credere all'elettorato che il controllo della sosta è «un modo per i comuni di fare bilancio», infatti (come se "i comuni" e "i cittadini" fossero cose diverse...), esso è in realtà una delle poche azioni che erano state messe in atto a Firenze per disincentivare significativamente l'uso del mezzo privato. Inoltre, anche volendo credere che davvero il comune di Firenze volesse "fare bilancio" con le multe, non si capisce sinceramente cosa ci sia di male in questo (al di là delle normative che proibiscono, in vari casi, di usare i fondi derivanti dalle multe per altri ambiti di spesa): al netto di eventuali funzionari corrotti, infatti, i soldi delle contravvenzioni fatte ai mezzi privati vengono utilizzati per le scuole, per le aree verdi, per l'asfaltatura delle strade, per le attività culturali, e non si capisce appunto cosa ci sia di male in questo.

E per ridurre le contravvenzioni, forse, sarebbe stata più utile una campagna educativa (o magari un'intensificazione dei controlli, invece di una loro riduzione) per far sì che i fiorentini ricominciassero a rispettare lo spazio pubblico e il codice della strada, cosa che oggi avviene troppo poco e da cui principalmente deriva il fatto che Firenze è una delle città più "multate" d'Italia secondo dati Aci. E invece si è scelta la strada opposta, quella cioè di diminuire i controllori.

Occorre quindi, adesso, vedere se e come la misura sarà rinnovata: secondo quanto più volte espresso dal sindaco Renzi la Zcs a pagamento sarà rimessa in piedi al massimo in una cintura intorno al centro storico, mentre ritornerà libera nel resto della città. Sono circolate anche ipotesi relative ad una copertura con Zcs del 50% del territorio comunale, ma francamente appare più probabile che l'estensione sarà molto minore.

Il punto fondamentale, comunque, è un altro: anche se mancano ancora statistiche ufficiali derivanti da comparazioni con gli anni scorsi, si può ragionevolmente supporre che, togliendo il controllo sulla sosta a pagamento, si sia ottenuto un aumento della quantità di persone che usano l'automobile. Questo per il semplice fatto che gli appelli alla "buona volontà" o ad una non ben precisata "coscienza ambientale" non sono certo sufficienti a far sì che il cittadino scelga il mezzo pubblico o la bicicletta al posto dell'auto, se ritiene più comodo e/o veloce usare il mezzo privato.

E' quindi altrettanto ragionevole supporre che, quando saranno disponibili dati ufficiali, il traffico sarà aumentato. Viene quindi da chiedersi come sarà ovviato questo aumento, se attraverso nuove iniziative per la disincentivazione della mobilità privata, o se magari ciò sarà fatto attraverso il rilancio di progetti che sembravano accantonati (come il famigerato "Tubone" Rovezzano-Castello, cioè la circonvallazione nord, che si è riaffacciato nel dibattito nel corso dell'estate) e che francamente appare meglio che restino nel cantone dove sono stati riposti, come tutti quei progetti di così ampio impatto sul territorio che siano destinati a favorire, e non a disincentivare, la mobilità privata.

E, in chiusura, viene da chiedersi anche se davvero le conseguenze del togliere il controllo della sosta (non ultima la questione-bilanci) erano state preventivate adeguatamente, e se non si sia trattato invece di una decisione istintiva o - peggio - finalizzata a catturare il consenso dell'uomo della strada. Il problema di fondo è capire come sarà possibile, in futuro, ritornare sulla strada del controllo-sosta a pagamento, come avviene in tutte le principali realtà europee. Una decisione saggia e lungimirante per la mobilità sostenibile, ma impopolare per gran parte della popolazione, era stata presa e messa in atto, e oggi è stata cancellata con un cenno della mano: chi avrà, in futuro, il coraggio politico di rimetterla in piedi? E perché davvero era necessario cancellarla?

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