[15/09/2009] News

Traffici di rifiuti ed armi: il Wwf ripropone i suoi interrogativi e richiama alla responsabilità le autorità competenti

FIRENZE. Dopo la "scoperta" delle nave dei veleni affondata al largo di Cetraro, in Calabria, tornano di attualità le dieci domande che il Wwf Italia pone alle autorità competenti ormai da oltre 10 anni, alle quali fino ad oggi non è mai stata data risposta. Bisogna tornare al 1997 per trovare il primo intervento pubblico dell'associazione ambientalista che richiamava una pericolosa ‘connection' tra il traffico illecito di rifiuti e la Liguria, in particolare nel porto di La Spezia.

In seguito più volte il Wwf ha allertato sul tema le Commissioni parlamentari d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, quelle sulla criminalità organizzata, quelle sui servizi di informazione e sicurezza fino alle Commissioni che indagavano sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Da anni l'associazione ambientalista chiede che si indaghi sull'esistenza della rete internazionale di traffici illeciti di rifiuti speciali, pericolosi e radioattivi via mare, di creare un coordinamento e uno scambio di informazioni sulle indagini e i procedimenti attivati dalle varie procure della repubblica che nel tempo si sono occupati di queste vicende (Asti, La Spezia, Reggio Calabria, Napoli, Paola).

«Per anni sono stati coperti traffici illeciti i cui responsabili erano ben conosciuti, ad esempio, dalla Commissione bicamerale sulla gestione del ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, verità che erano e sono sotto gli occhi di tutti- ha dichiarato il direttore generale del Wwf Italia Michele Candotti- Quali sono allora le coperture istituzionali che hanno garantito sinora lo svolgimento di questi traffici? Questi sono i temi che devono essere affrontati se si vuole evitare che nei mari italiani o di altre nazioni e in zone franche gestite dai vari signori della guerra vengano usati come pattumiera per i nostri rifiuti tossici di origine industriale».

L'associazione ambientalista alza la voce quindi visto che le sue segnalazioni sono sempre state inascoltate. Traffici illeciti di rifiuti e di armi controllati dalla criminalità organizzata, un insieme di tasselli che in parte è stato ricomposto nel mosaico dell'inchiesta sulla vicenda Alpi/Hrovatin. Nella relazione conclusiva della Commissione bicamerale sui rifiuti del 1996- informano dal Wwf- si segnalavano attività sospette di occultamento in mare di container a Bosaso (nel nord della Somalia), proprio l'area su cui era impegnata la giornalista Ilaria Alpi prima di essere uccisa.

«Perfino all'epoca dello tsunami del 2004, che colpì i paesi del sud-est asiatico, alcune popolazioni della costa settentrionale somala vennero colpite da patologie insolite che lo stesso Unep riferiva a gravi fenomeni di inquinamento provocato dai rifiuti disseppelliti dal maremoto- riprende Candotti- Sono molte, infatti , le aree dove cercare le navi dei veleni: non solo la Calabria, ma anche la costa ionica, e nel mondo le coste dell'Africa orientale, tra cui la Somalia, e quella occidentale come la Sierra Leone, la Guinea».

E poi l'associazione ambientalista invita anche a guardare a terra, in casa nostra: sempre nella provincia di Cosenza, nei pressi di Amantea, è stata ritrovata una collina contaminata con rifiuti radioattivi. Tra le sostanze presenti le indagini dell'Arpal (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria) hanno confermato la presenza di Cesio 137. «Anche quest'ultimo ritrovamento a Cetraro ci fa capire quanto sia pesante ancora oggi l'eredità di molte attività industriali senza controlli, a partire dalla stessa produzione di energia nucleare e quanto le scelte di oggi, soprattutto quelle energetiche, debbano essere fatte alle luce di ciò che ancora oggi affiora sotto gli occhi degli inquirenti» ha concluso il direttore del Wwf Italia.

SCHEDA
LE DOMANDE POSTE DA 10 ANNI DAL WWF A CUI LE ISTITUZIONI NON HANNO DATO RISPOSTA"

Alla Commissione Parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
Se la suddetta Commissione:
1) non ritenga di approfondire in maniera esauriente quanto già conosciuto e paventato da detta Commissione sin dal 1996 in relazione all'esistenza di una rete internazionale per il traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi e radioattivi via mare, che sembra avere interessi consolidati, che coinvolgono molti gruppi imprenditoriali e basi operative nel nostro Paese;

2) abbia intenzione di verificare quali e quanti altri procedimenti, a partire da quello in svolgimento a La Spezia, o indagine giudiziarie siano in corso per fatti inerenti o comunque collegabili alle vicende del traffico internazionale di rifiuti;

3) ritenga che sia opportuno chiedere alla Presidenza del Consiglio, per quanto di sua competenza relativamente ai compiti di Protezione Civile, al Ministero dell'Interno e al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio di compiere un indagine nelle acque territoriali italiane per individuare i relitti delle "navi a perdere" e metterle in sicurezza, procedendo laddove possibile alla bonifica del relitto/zona contaminata e al recupero del carico e al suo smaltimento e alla bonifica dell'area contaminata;

4) abbia intenzione di chiedere al Ministro dell'Interno se ritenga opportuno intervenire per far cessare i traffici illeciti che si verifichi facciano ancora capo all'Oceanic Disposal Management Inc. - ODM o comunque alla rete a suo tempo organizzata da Giorgio Comerio e altri, i quali abbiano per suo conto o su iniziativa propria organizzato e/o gestito l'esportazione via mare di rifiuti pericolosi e radioattivi..

Alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare. Se la Commissione:

5) voglia condurre un approfondimento per verificare su scala nazionale e internazionale quali sia il ruolo della criminalità organizzata nello specifico gestione del traffico illecito via mare di rifiuti radioattivi e pericolosi e di come questo si intrecci con il traffico di armi;

6) abbia intenzione di chiedere al Ministro degli Interni se ritenga opportuno intervenire per smantellare la rete illegale che fa riferimento alla sigla ODM;

7) abbia intenzione di chiedere al Ministro degli Interni o al Ministero degli Esteri, se non registrato nel territorio nazionale, per far oscurare il sito web di ODM ancora oggi attivo (in realtà oggi l'indirizzo segnalato forwarda su un'altra azienda, quindi evitiamo di indicarlo, ndr) e la sede legale risulta essere in via Landriani 7 6900 a Lugano - Svizzera.

Al Comitato Parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di
stato
. Se il Comitato:

8) voglia verificare se Giorgio Comerio sia stato oggetto di specifiche attività di indagine da
parte dei servizi di sicurezza e in particolare da parte del Sismi, o se questi, come risulterebbe da testimonianze rese alla magistratura calabrese, abbia svolto indagini sulla vicenda dello "spiaggiamento" della motonave "Rosso".

Alla Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin che ha concluso i suoi lavori il 23/02/2006 con due relazioni contrapposte. Se la Commissione:

9) possa assumere gli scenari descritti nel servizio giornalistico de L'Espresso per l'attività di indagine relativa alla vicenda oggetto dell'attività della Commissione stessa;

10) abbia intenzione di appurare cosa risulti alla Commissione bicamerale sui rifiuti sulla vicenda Alpi/Hrovatin in relazione a quanto accennato nel servizio giornalistico citato e che riportiamo testualmente quale estratto dalla Relazione Conclusiva dell'11/3/1996. In detta Relazione (con riferimento alle segnalazioni di attività sospette di occultamento in mare di container a Bosaso, pervenute all'ufficio Unicef, all'Ufficio del dipartimento della Nazioni Unite, e all'ufficio OMS, tutti con sede a Bosaso) viene rilevato: "Peraltro la Commissione ritiene doveroso segnalare un'altra coincidenza: proprio nell'area in questione, e in particolare a Bosaso, ha svolto i suoi ultimi servizi televisivi prima di essere uccisa la giornalista della RAI Ilaria Alpi, impegnata secondo quanto emerso finora, in un'inchiesta giornalistica relativa a presunti traffici d'armi. Non si tratta peraltro dell'unica coincidenza emersa al riguardo nelle attività di indagine tutt'ora in corso".

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