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Daniela Palma

Daniela Palma

Daniela Palma ha conseguito laurea e dottorato di ricerca in discipline statistiche ed economiche presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". È stata Visiting Research Fellow presso il National Center for Geographic Information and Analysis del National Science Foundation degli Stati Uniti. Dirigente di ricerca presso l'Enea nelle aree dell'economia dell'innovazione e dello sviluppo e dell'analisi della sostenibilità ambientale ed economica, è autrice di diversi articoli pubblicati in riviste e libri sia a livello nazionale che internazionale.

Archivio notizie di Daniela Palma

3 Ott, 2024
Dobbiamo allentare le maglie del Patto di stabilità, per scorporare gli investimenti dal disavanzo di bilancio pubblico
Nelle acque agitate della difficile situazione dell’economia europea, l’incombente concorrenza dell’industria cinese rappresenta un punto di massima attenzione, e le recenti vicende che riguardano la contesa sul mercato dell’auto elettrica ne sono un segno evidente. Lo scorso luglio la Commissione europea è ricorsa infatti all’introduzione di dazi molto elevati sui veicoli elettrici a batteria importati dalla Cina, ritenendo di tutelare in questo modo i produttori della Ue, altrimenti danneggiati dal vantaggio di prezzo di cui godono quelli cinesi grazie alle speciali sovvenzioni elargite a…

11 Mar, 2022
Su eolico, fotovoltaico e mobilità elettrica si registra una dinamica a macchia di leopardo nell’Ue, con l’Italia in una posizione di retroguardia in quasi tutti i campi
Nel quadro della dinamica innovativa delle tecnologie ambientali, il periodo che va dal 2015 al 2019 si caratterizza per una ripresa della crescita complessiva dei brevetti relativi alle tecnologie low-carbon, con la quale si inverte la tendenza calante che era stata registrata nel quinquennio precedente (Analisi trimestrale Enea 2/2021). La quota di tali brevetti sul totale dei brevetti relativi alle tecnologie ambientali aumenta notevolmente, facendo un salto di circa dieci punti percentuali tra il biennio 2016-2017 e il biennio 2018-2019 ed attestandosi su un valore prossimo al 45%. La cre…

16 Mar, 2021
Per concretizzare la transizione energetica non basta creare nuovi posti di lavoro, servono anche solide realtà industriali per ridurre la “dipendenza tecnologica” che frena lo sviluppo
Il lancio della strategia del Green deal e il suo rafforzamento nell’ambito del piano Next Generation Eu, messo a punto in primis come risposta alle gravi conseguenze economiche determinate dallo scoppio della crisi pandemica, hanno messo in chiaro che l’obiettivo della decarbonizzazione energetica rappresenta la nuova sfida dello sviluppo europeo. Al di là delle pur gravi necessità di sostegno al crollo del reddito, il varo di Next Generation Eu ha infatti delineato una prospettiva di intervento proiettata nel lungo periodo, in cui si coglie l’importanza della rivoluzione tecnologica guidata…

21 Feb, 2020
In Italia la specializzazione industriale in settori a medio-bassa intensità tecnologica da troppo tempo condiziona la crescita, e potrà limitare fortemente anche il percorso verso una svolta “verde”: ma qualcosa sta cambiando
Il rinnovato impegno che l’Europa si è data per affrontare la crisi climatica attraverso un "Green new deal" è il segno di una grande sfida tutta di là da venire. Perché se l’idea di un Green new deal, che mette in moto risorse più consistenti finalizzate agli obiettivi della decarbonizzazione, è un importante passo verso la realizzazione di un reale progetto di contrasto al cambiamento climatico, giustamente improntato al concorso coordinato di tutti i paesi dell’area, è altrettanto vero che il contesto europeo non garantisce di per sé che le diverse economie marcino nella giusta direzione…

31 Ott, 2019
Per sostenere la capacità di innovare è necessario ridurre il divario tecnologico tra paesi, chiamando in causa un rinnovato ruolo dell’intervento pubblico nella veste di “Stato imprenditore”
Fuori dai riflettori che nelle scorse settimane si sono accesi sulle numerose manifestazioni in difesa del clima globale, l’avvio di un percorso di azioni per contrastare l’innalzamento della temperatura terrestre sembrerebbe ormai segnato. La via – sull’onda delle recenti proposte dei democratici americani – è quella di un "Green new deal", un grande piano di interventi volto a ridurre strutturalmente l’impatto dell’attività umana sul clima e per molti versi ispirato a quella straordinaria politica di investimento pubblico intrapresa dagli Stati Uniti per contrastare gli effetti della Grande…

15 Giu, 2018
Passati cinque anni dall’introduzione dei balzelli se ne riconosce il fallimento, e il nostro Paese è rimasto un importatore netto di pannelli solari: dar vita a una filiera nazionale è ancora possibile, ma occorre aprirsi al fronte dell’avanzamento tecnologico
Dopo più di cinque anni dalla loro introduzione i dazi sui pannelli fotovoltaici importati dalla Cina tornano a rianimare in Europa il dibattito sullo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. Contrariamente alle attese, a suo tempo espresse,  sembra infatti che essi – forse anche perché spesso aggirati – non siano serviti a far decollare la produzione europea di celle e moduli solari, mentre le installazioni di questi ultimi, anche con il venir meno degli incentivi che ne hanno sostenuto la diffusione, hanno subìto un po’ ovunque una drastica riduzione. Il timore, in sostanza, è che pros…

23 Feb, 2018
La sua introduzione modificherebbe l’attuale distribuzione del reddito solo in senso peggiorativo per le fasce più povere, penalizzando anche una minima ripresa dei consumi
La crescita delle disuguaglianze a livello mondiale continua a marciare a tutta velocità accentuando una tendenza ormai più che trentennale, e le cose non vanno affatto meglio in Italia. In un recente saggio dedicato al rapporto tra disuguaglianza e crescita economica, Joseph Stiglitz constata infatti che nell'arco degli ultimi 25-30 anni «l'indice di Gini, il parametro comunemente usato per misurare la disuguaglianza del reddito, è aumentato di circa il 29% negli Stati Uniti, del 17% in Germania, del 9% in Canada, del 14% in Italia e dell’11% in Giappone. Al contempo l’Istat ci fa sapere che…

7 Feb, 2017
Un manifatturiero ad alta intensità tecnologica è la pietra d’angolo per il rilancio economico del Paese e la sua tenuta di fronte alle crescenti criticità ambientali
Per la prima volta nella storia umana si pongono oggi in contemporanea a livello globale due sfide apparentemente divergenti: i paesi avanzati debbono guardare al superamento dell’attuale fase di depressione economica, di cui sono protagonisti, tenuto conto del processo di sviluppo nelle economie di nuova industrializzazione che a sua volta concorre a una drammatica pressione antropica sull’ecosistema. Un crescente quantitativo di risorse naturali viene estratto, un’eccessiva quota di gas serra emessa in atmosfera, un’insostenibile produzione di rifiuti e inquinanti lasciata in carico all’amb…

13 Gen, 2017
Sono maturi i tempi per un riconoscimento a pieno titolo di quello che a partire dagli anni ’90 è stato definito “Bejing Consensus”
Chi avrebbe mai scommesso sulla capacità di tenuta delle ricette “neoliberiste” propugnate dal Washington Consensus a quasi dieci anni dall’inizio della crisi economica più grave dopo quella del ’29, che tiene ancora nella morsa gran parte delle economie occidentali? Non molti, pensiamo, ma sta di fatto che la crisi è tuttora trattata come un accidente della storia e che se siamo ancora lontani dalla piena occupazione è perché – si dice – il processo di liberalizzazione del mercato del lavoro da anni intrapreso non è del tutto sufficiente a consentire un adeguato libero gioco delle forze del…

5 Feb, 2016
Dove l’industria è più concentrata in settori a medio-bassa intensità tecnologica, l’economia resta indietro: come in Italia
Stabilire in che misura le economie avanzate siano in grado di crescere e di creare occupazione significa ormai comprendere in che misura la loro struttura produttiva sia in grado di competere sul mercato in risposta a una domanda sempre più diversificata e complessa. La questione si è fatta naturalmente più pressante con l'avvento della crisi del 2008 e con la recessione dei paesi europei, ma si è imposta già da tempo e rimanda a nodi che, se non affrontati, sono tali da rendere deboli se non del tutto inefficaci gli stimoli derivanti da una ripresa del ciclo economico. In questo senso, il r…

3 Apr, 2015
Nonostante il calo dei prezzi del greggio non è immaginabile interrompere il cammino della transizione energetica
Se dovessimo individuare una sola parola per condensare il significato dei problemi che si agitano sullo sfondo degli attuali scenari energetici, nessuna probabilmente riuscirebbe ad essere più efficace del termine “trilemma”. Parlando di “trilemma” del sistema energetico, si intende infatti la possibilità di coniugare gli obiettivi delle politiche climatiche con quelli più classici, collegati alla sicurezza degli approvvigionamenti e al contenimento dei costi. Intorno al “trilemma”, in particolare, si è andata misurando la questione della crescente diffusione di tecnologie per la produzione…

30 Mag, 2014
Come Keynes può rendere coerenti il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo (anche) economico
La persistenza della crisi economica nei paesi più avanzati ha stimolato negli ultimi tempi un rinnovato dibattito sul rapporto tra crescita economica e degrado ambientale. La fase recessiva in cui le maggiori economie occidentali si trovano intrappolate ha messo in luce la necessità di rimettere in moto il meccanismo della crescita, rivalutando le posizioni di tipo keynesiano e  il ruolo portante che per esse riveste la spesa pubblica in sostegno agli investimenti. Il keynesismo però continua ad avere ancora molti detrattori, non solo tra gli economisti neoclassici, convinti che vi siano pur…

4 Feb, 2014
Job act e green economy: quali prospettive? L’economista Daniela Palma torna sull’occupazione sostenibile
Il cosiddetto Jobs Act proposto dal nuovo segretario del PD Matteo Renzi ha fatto appena un timido ingresso nella scena del dibattito politico ed economico, ma la discussione è già ampiamente aperta. Benché poche ed essenziali siano le indicazioni che emergono dalle linee di fondo attualmente diffuse, le questioni in essere appaiono destinate ad importanti sviluppi. Tra queste, grande evidenza ci sembra debba avere l’attenzione dedicata ai settori dell’industria e alle componenti più innovative sulle quali dovrebbe essere impostato il rilancio dell’occupazione in Italia, penalizzata da un ine…

17 Gen, 2014
Jobs Act, il rapporto tra capitale umano e lavoro non è buono. Lo spiega l’economista Daniela Palma
Le statistiche sull’istruzione e sulla ricerca scientifica mostrano che da anni l’Italia ha rinunciato a investire nel suo "sistema della conoscenza" collocandosi in posizioni di sempre maggiore retrovia nell’ambito dei paesi industrializzati. Ma l’aspetto paradossale di questa tendenza è che, se si guarda il fenomeno dal lato della domanda di lavoro ad alta qualificazione, i tassi di disoccupazione sono persino più elevati di quelli relativi alle qualifiche di livello medio-basso. Ciò sta a significare che si è determinato un fenomeno di overeducation, ossia la presenza di una qualificazione…

4 Nov, 2013
La partita si giocherà tutta sugli investimenti in conoscenza, ma l’Italia (e l’Europa) rimane indietro nella competizione tecnologica internazionale
Di green economy si continua a parlare e a ragionare nonostante il persistere della crisi internazionale, e spesso anzi come opportunità per un rilancio dell’economia dei paesi occidentali, tra i più colpiti dalla recessione. Ma se questo ha un senso, è bene chiarire una volta di più che il concorso della green economy ad una nuova fase di sviluppo economico è collegato alla messa in moto di processi di innovazione capaci di innervare un profondo cambiamento nel sistema della produzione e dei consumi, investendo in conoscenza e generando nuovi saperi. Paradigmatico è indubbiamente lo sviluppo…

11 Giu, 2013
Se l'Italia non crea filiere industriali per le tecnologie avanzate (come i pannelli fotovoltaici) dovrà importarle peggiorando il proprio deficit commerciale
Infine sono puntualmente arrivati: i dazi sui pannelli fotovoltaici importati dalla Cina annunciati dalla Commissione nell’autunno scorso, sono divenuti realtà (ancorché “provvisoria”, stando ai comunicati ufficiali). L’applicazione sarà graduale (11,8% fino al 6 agosto e 47,6% successivamente), mentre si afferma che l’Europa continuerà sulla linea del dialogo con l’economia del dragone per delineare i contorni di una rinnovata partnership commerciale nel settore. Anche se il tempo stringe, poiché entro dicembre l'Ue deciderà se imporre eventuali dazi definitivi. Una vicenda, questa, che pass…