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Giampiero Sammuri

Giampiero Sammuri

Giampiero Sammuri, biologo e specialista in amministrazione pubblica, esperto di aree protette e autore di oltre 30 pubblicazioni in campo zoologico e ambientale E’ stato dirigente della Provincia di Grosseto presso l’Area Ambiente e Conservazione della Natura e per circa 10 anni Presidente del Parco della Maremma. Docente sulla gestione delle aree protette presso l’Università di Siena. E’ stato Presidente dal 2009 al 2023 della Federazione italiana dei parchi e della Riserve Naturali e dal 2012 è Presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano. Ideatore e conduttore del progetto per la reintroduzione del Falco pescatore in Italia per il quale ha ricevuto dal WWF Italia il Panda d’oro. Ha ricevuto il Pegaso dalla Regione Toscana nel 2017 “per l’impegno e la dedizione profusi nella sorveglianza e gestione per la prima nidificazione di tartaruga Caretta caretta mai accertata prima per l’isola d’Elba”. Maratoneta (Completate 8 maratone tra cui New York, Parigi, Berlino. Record 3h 22’ 33” Parigi 10 Aprile 2005). Nel giugno è stato nominato esperto nella commissione nazionale per la peste suina africana.

Archivio notizie di Giampiero Sammuri

13 Nov, 2024
Ispra è attaccata dal mondo venatorio più oltranzista che trova poi degli sponsor politici, poi anche dagli animalisti più viscerali, e in questo caso non trova difensori
Nei giorni scorsi alcuni autorevoli docenti ed esperti di fauna selvatica hanno scritto una lettera al presidente del consiglio in “difesa dell’ISPRA”, secondo i firmatari oggetto di “pesanti quanto ingiustificate critiche da parte di Associazioni venatorie ed aziende di settore”. Un articolo uscito l’8 novembre scorso a firma di Alberto Marzocchi sul Fatto quotidiano, parla della lettera evidenziando dichiarazioni di parlamentari della Lega e di Fratelli d’Italia che condividerebbero giudizi che parlano di un taglio non scientifico, ma “da animalisti” dell’istituto. Sempre nello steso artico…

16 Set, 2024
Se il motivo per cui si caccia una specie in Italia fosse il fatto che fa dei danni si caccerebbero solo 6/9 specie
Mi ha molto stimolato quello che sta avvenendo nella discussione sulla caccia al cervo in Abruzzo e cerco di dare un contributo informativo per inquadrare la situazione perché leggo che uno dei focus della discussione è una diatriba sui danni veri o presunti che producono i cervi e c’è chi propone dei metodi alternativi all’abbattimento. In Italia ci sono 50 specie cacciabili, tra queste quelle che possono potenzialmente fare danni di una certa rilevanza ad attività umane (agricoltura, zootecnia, incidenti stradali, infrastrutture) ed anche alla biodiversità sono 6: Cinghiale, Cervo, Capriol…