[14/05/2007] Urbanistica

Interventi contro l´erosione in Maremma: riequilibrio o deturpazione?

LIVORNO. Gli interventi previsti per frenare l’erosione della spiaggia di fronte al parco della Maremma, hanno suscitato perplessità da parte di Mario Innamorati, docente del dipartimento di biologia vegetale dell’Università di Firenze e storico membro del comitato scientifico del parco, che chiama a raccolta il mondo scientifico e ambientalista per protestare contro quella che dichiara la «deturpazione a Marina d´Alberese ed a Collelungo».

Gli interventi in questione riguardano il Progetto n° 20 “foce del fiume Ombrone” nell’ambito del programma di interventi prioritari di recupero e riequilibrio del litorale della regione Toscana. E prevedono, secondo quanto ci ha riferito Enzo Pranzini (professore ordinario al dipartimento di scienza della terrra dell’Università di Firenze), che insieme a Pierluigi Aminti dell’Univerità di Firenze ne è l’estensore: «di creare dei pennelli ortogonali alla linea di costa di fronte alla spiaggia di marina di Alberese e di saturarli con la sabbia che, da quell’area in erosione, si deposita di fronte a Collelungo. Si tratta in pratica di spostare circa 100.000 metri cubi di sabbia da un’area di deposito verso una in erosione».

Questi pennelli saranno visibili?
«Il progetto prevede che vengano messi sotto la sabbia e sotto la linea di mare. E avrebbero la funzione di frenare l’arretramento attuale della linea di costa. E c’è comunque la condivisione di accettare un arretramento dell’argine di almeno 150 metri, che non è poco. E’ anzi un riconoscimento anche da parte dell’ente parco di un necessario equilibrio tra il fenomeno di erosione in atto e l’intervento che si può fare per contenerlo, senza pretendere di riportare la linea di costa a livelli del passato».

Insomma, non sembrerebbe una deturpazione così come rappresentata da Innamorati?
«Ormai le tecniche di intervento per contenere e frenare le erosioni della costa e per il ripascimento dei litorali non sono più le tecniche pesanti di una volta, e in questo caso si tratterebbe di spostare la sabbia da una zona di deposito ad un’altra che è in erosione. E’ la sabbia di marina di Alberese che si deposita a Collelungo. Nel progetto previsto si tratterebbe di rallentare questo fenomeno. E nel contempo fare in modo che la foce dell’Ombrone ricominci a depositare materiale, ad esempio intervenendo sulla Steccaia».

Ma quindi lei crede che l’allarme di Innamorati derivi dall’approccio di conservare l’ambiente anziché intervenire per cercare di ripristinare un equilibrio tra natura e antropizzazione?
«Situazioni di piena naturalità nei nostri ambienti non esistono più. Anche il parco esiste perché, e se, le popolazioni lo hanno accettato e ne vedono possibilità di sviluppo. Difficile pensare di lasciare tutto come va. A meno che non si voglia smettere anche di fare manutenzione nel sottobosco e quindi lasciare che la situazione torni ad essere a quella dell’era dei romani. Ma in un parco in cui oltre alla natura esiste anche la presenza degli uomini, è difficile che si possa prevedere una situazione di questo genere. E’ necessario trovare degli equilibri, nel rispetto dell’ecosistema naturalmente, ma un equilibrio va ricercato».

Si aspetta che, dopo questo allarme sollevato da Innamorati si alzino proteste anche da parte del mondo ambientalista?
«Io credo che dal momento che c’è una valutazione di impatto ambientale in corso, si debba intervenire all’interno di questo procedimento, producendo osservazioni, e favorendo il dialogo e lo scambio. Non credo sia producente per nessuno alzare polveroni sulla stampa. Ci sono procedure pubbliche, utilizziamo quelle. Io sono disponibile a dare tutte le informazioni e le spiegazioni necessarie».

Torna all'archivio