La reazione alla crisi deve spingere ad una coraggiosa correzione dei problemi strutturali

Covid-19, in Toscana -15% Pil e 150mila lavoratori in meno: investimenti verdi per ripartire

De Girolamo (Cispel): «Con i protocolli d’intesa sottoscritti nei settori rifiuti e acqua abbiamo messo in campo investimenti strategici per oltre 700 milioni di euro, attivabili rapidamente»

[30 Giugno 2020]

Brutte notizie per la Toscana dal rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia. La crisi Covid-19 ha colpito una Toscana che segnalava una “conclamata debolezza ciclica” già nel 2019, anno caratterizzato da una “forte decelerazione congiunturale”, ovvero stagnazione.

Non basterà quindi tornare a prima del coronavirus, il contagio ci ha colti in una fase di rallentamento, e rischia di darci un colpo significativo, con un impatto economico “molto significativo” secondo le parole del rapporto. Qualche dato.

Nel 2020 si prevede in Italia una caduta del Pil del 10-12%, che verrà recuperato solo per metà (6%) dall’incremento del Pil nel 2021. Dai primi dati emerge che l’impatto economico del Covid-19 in Toscana sarà superiore a quello medio nazionale, intorno al 15%. Pesano sulla Toscana la forte propensione all’export (incluso il turismo) e la dipendenza dai mercati cinesi e lombardi, che hanno subito rallentamenti importanti. La crisi Covid-19 ha fermato per alcuni mesi il 50% dell’attività industriale ed il 25% di quella dei servizi. Il 30% degli imprenditori dichiara di avere problemi di liquidità. La caduta attesa dell’export regionale è stimata oltre il 10% per la Toscana nel 2020.

Irpet inoltre stima per la nostra regione nel 2020 un crollo di 250 milioni di ore di lavoro, pari a 150/160.000 lavoratori in meno. Si ridurrà il reddito delle famiglie, aumenteranno i working poor.

La Toscana ha quindi un problema in più. Da qui dobbiamo partire per definire le strategie di rilancio, lavoro per il prossimo presidente della Giunta regionale. Occorrono scelte straordinarie, per far fronte ad una situazione nuova e preoccupante. Non basteranno le solite politiche.

Su questo punto Banca d’Italia è chiara. Una regione stagnante come la Toscana ha bisogno di uno shock di investimenti in capitale fisico e umano. Vanno risolti in tempi brevi i deficit infrastrutturali: alta velocità, rete stradale ed autostradale, aeroporti, servizi ambientali (acqua, energia, rifiuti, tpl), telecomunicazioni. Va affrontato il grave gap fra aree dotate e sottodotate, a partire dalla diffusione della banda larga.

La strada de seguire quindi è chiara: investimenti rapidi, il tempo è una variabile essenziale. Usando al meglio l’occasione dei Fondi europei tradizionali (Fondi strutturali 2021-2027 e l’ultima annualità 2020), e dei nuovi Fondi previsti da Next Generation Ue, soprattutto delle risorse a fondo perduto.

Su questo punto occorre una discontinuità nelle politiche regionali. Negli scorsi anni la Toscana ha dimostrato una certa capacità di spesa dei Fondi europei. Ma alla fine del 2019 più del 30% dei fondi 2014-20, non erano impegnati e il 50% non ancora erogato. Ma soprattutto abbiamo finanziato progetti troppo piccoli: l’80% dei fondi europei spesi vanno a progetti con un valore economico inferiore ai 10.000 euro. Cosi non usciamo dalla crisi.

Come richiamato anche dal governatore della Banca d’Italia, è indispensabile che i Fondi europei siano usati per “strategie di lungo periodo e per progetti strategici solidi”, che favoriscono ripresa e competitività. Occorre sfruttare questa occasione irripetibile, in Italia ed in Toscana soprattutto

Il lavoro iniziato con la Regione in queste settimane va in questa direzione. Con i protocolli d’intesa sottoscritti nei settori rifiuti e acqua abbiamo messo in campo investimenti strategici per oltre 700 milioni di euro, attivabili rapidamente. La reazione delle politiche regionali alla crisi Covid-19 ci deve spingere ad una coraggiosa correzione dei problemi strutturali della Toscana, che erano evidenti già prima dell’epidemia a partire dagli investimenti in capitale fisico e umano. Occorre subito un cambio di passo.

di Alfredo De Girolamo, presidente Confservizi Cispel Toscana per greenreport.it