ASA SpA risponde a Legambiente

[2 Settembre 2014]

La condotta sottomarina, che dalla Val di Cornia fornisce di acqua l’Isola d’Elba, è certamente un’infrastruttura ben presente e preziosa per ASA.

Appena rilevato nel 2005 l’acquedotto, ASA ha fatto eseguire un’ispezione subacquea che ha, da un lato messo in evidenza alcuni punti critici, dall’altro rassicurato circa le condizioni generali della condotta.

L’integrità dell’importante infrastruttura è costantemente monitorata dal sistema di telecontrollo ASA, operativo 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno.

Un’eventuale perdita d’acqua, ad oggi mai avvenuta, verrebbe evidenziata dalla differenza tra le portate o le pressioni in ingresso ed in uscita nel tratto marino.

Infatti portate e pressioni vengono registrare in continuo ed una piccola anomalia sarebbe segnalata in tempo reale.

Anche il sistema di protezione catodica e gli anodi risultano perfettamente funzionanti. Questo ha garantito sino ad oggi l’integrità dalla corrosione.

Quindi ribadiamo che al momento la condotta risulta in piena efficienza, senza perdite e sotto controllo.

A Piombino sono stoccati tubazioni e giunti speciali di collegamento e di riparazione ed abbiamo accordi con società specializzate per interventi in emergenza.

Quindi anche in caso di incidente, è possibile intervenire in tempi rapidi, salvo condizioni avverse del mare.

A seguito dell’ispezione sono stati progettati lavori di manutenzione programmata sui punti critici: su una piegatura causata dall’ancora di una nave alla fine degli anni 80, e su alcuni sostegni da ripristinare, in quanto scalzati dal moto ondoso e dalle correnti.

Lavorare sulla condotta significa interrompere una parte sostanziale del rifornimento idrico per l’Elba, e questo è stato l’impedimento che ha determinato il protrarsi degli interventi.

Oggi, grazie agli ultimi 15 pozzi realizzati da ASA sull’Isola, all’impegno continuo per la diminuzione delle perdite, all’ottimizzazione del sistema di distribuzione dell’acqua e alla regolazione delle pressioni nelle condotte, è possibile, nei mesi invernali, e per peridi ovviamente limitati, rendere autonoma l’Elba.

Questo risultato ci consente la messa fuori servizio della condotta sottomarina per il tempo necessario  per  effettuare la  manutenzione straordinaria, senza disagi per i residenti.

E’ infatti programmato per questo novembre il lavoro nei punti detti.

Quanto alla strategia di più lungo termine ASA ed AIT (Autorità Idrica Toscana) hanno elaborato un piano che farà parte del PAER (Piano Ambientale ed Energetico Regionale), in fase d’approvazione, in cui si individuano le strategie da mettere in campo a livello regionale per superare le crisi che si verificano periodicamente in casi di forti siccità.

Per l’Isola d’Elba si prevede di incrementare lo sviluppo della produzione interna con acque di falda e con la costruzione di invasi.

Inoltre è prevista la realizzazione di un impianto di dissalazione modulare. Al momento il piano degli investimenti contiene un primo lotto da 30 l/s, ma si prevede la realizzazione di un impianto finale da 160 l/s. Considerato che la Condotta sottomarina trasporta al massimo 145 l/s, l’impianto di dissalazione è sufficiente a produrre acqua in alternativa.

Una tale soluzione risulta oggi economicamente più sostenibile che in passato per i minori costi di costruzione e di consumo energetico, che questi impianti hanno ormai raggiunto.

Del resto va tenuto conto che anche l’acqua che proviene dal continente ha costi di produzione significativi, dovendo subire il trattamento di eliminazione dell’Arsenico e del Boro.

Quando l’acqua raggiunge Rio Marina ha già un costo pari ad un terzo di quanto sarebbe costato dissalarla sull’Isola.

La possibilità di realizzare l’opera con modularità la rende anche meglio finanziabile nel tempo.

La funzione della condotta sottomarina resta comunque strategica, anche quando fosse costruito l’intero dissalatore, sia perché la dissalazione costa comunque di più, sia perché, in caso di necessità la condotta potrebbe funzionare al contrario, andando in soccorso ad un’emergenza che potrebbe verificarsi sul continente. Rimane quindi valido il collegamento infrastrutturale continente-Isola, che sarà possibile ristrutturare adeguatamente una volta reso autonomo l’approvvigionamento dell’isola.

Nello stesso Piano regionale sono infatti previsti notevoli interventi di costruzione di dorsali che, collegando vari sistemi acquedottistici, consentono di superare le criticità locali.