Intervento di ARPAT per tartaruga marina in difficoltà alle secche di Vada

[16 Luglio 2013]

Nella giornata di ieri, 15 luglio, una tartaruga della specie Caretta caretta è stata ritrovata in mare al largo delle Secche di Vada da un pescatore. La tartaruga appariva in difficoltà e il pescatore l’ha segnalato immediatamente alla Capitaneria di Porto, Ufficio Locale Marittimo di Vada, che ha chiesto l’intervento del Settore Mare di ARPAT.

Nella giornata di ieri, 15 luglio, una tartaruga della specie Caretta caretta, la tartaruga marina più comune nelle acque toscane, è stata ritrovata in mare al largo delle Secche di Vada. In mattinata il pescatore che la ha avvistata, Sig. Mirko Ulivieri del motopeschereccio Surya, ha segnalato immediatamente alla Capitaneria di Porto, Ufficio Locale Marittimo di Vada, che la tartaruga appariva in difficoltà e non riusciva a nuotare ed immergersi normalmente. Il pescatore ha quindi rimorchiato a bordo della sua imbarcazione l’animale e lo ha portato a terra per affidarlo alle cure degli esperti. La Capitaneria ha infatti allertato immediatamente il Settore Mare di ARPAT che ha provveduto a trasportare la tartaruga presso le vasche di cura dell’Acquario di Livorno.
La tartaruga marina è un esemplare non ancora adulto di circa 30 kg con un carapace lungo circa 60 cm che non mostra nessuna patologia o ferita evidente.

Verrà comunque tenuta in osservazione presso l’Acquario di Livorno dove, se necessario, verranno somministrate le cure necessarie alla sua completa riabilitazione. Al termine del periodo di osservazione, che ci auguriamo sia breve, verrà di nuovo liberata in mare previa marcatura con una targhetta, di plastica o di metallo, che riporterà un numero progressivo. Forse la sua liberazione potrà essere concomitante con quella di un altro esemplare ospitato presso l’acquario di Livorno, una tartaruga marina ritrovata in difficoltà ad un miglio di distanza circa dalle Rocchette, a Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto, e consegnata all’acquario da ARPAT e dall’Univeristà di Siena alla fine del mese di maggio scorso. Per questo esemplare è stato necessario un periodo di ospedalizzazione più lungo che ha previsto anche lo spostamento della tartaruga presso l’acquario di Genova per ricevere le cure adeguate da parte dei veterinari specializzati.
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