Stadi più ecologici, sbarcano a Pontedera i primi seggiolini al mondo in plastica riciclata

[16 Maggio 2019]

Dal 13 al 17 maggio si sta svolgendo a Bruxelles l’European Green Week, appuntamento annuale per discutere e dare visibilità alle politiche ambientali, coinvolgendo decisori politici, ambientalisti e tutte le parti interessate in Europa e nel mondo.

Quest’anno l’apertura dell’Europea Green week è stata dedicata ai progetti di riconversione ecologica del mondo del calcio e in questo contesto Revet, su invito dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’anna di Pisa, che sta coordinando il progetto Life Tackle sulla sostenibilità ambientale degli eventi calcistici, è stata chiamata a raccontare la sua esperienza: nelle prossime settimane infatti saranno pronti i primi seggiolini al mondo realizzati con le plastiche miste delle raccolte differenziate toscane, selezionate da Revet e riciclate da Revet Recycling.

Il progetto Re-sit down and jump for goal! Punta dunque ad introdurre un elemento di forte valenza ambientale nel mondo del calcio. E’ quindi in un’ottica di economia circolare che i circa 3000 seggiolini dello stadio di Pontedera (squadra toscana che attualmente milita nel campionato di Lega pro) saranno sostituiti da seggiolini realizzati riciclando il plasmix (imballaggi in plastiche miste raccolti in modo differenziato dai cittadini toscani).

“Trattandosi di un progetto unico al momento – ha spiegato l’amministratore unico di Revet Recycling, Emanuele Rappa – stiamo lavorando alla riduzione dei costi per unità di prodotto, in modo da rendere il prodotto finale competitivo non solo ambientalmente, ma anche economicamente), con quello realizzato al 100% in materiale vergine, che sfrutta anche le economie di scala finora attuate in tutto il mondo”.

Partendo dal materiale vergine che viene attualmente utilizzato nel settore delle forniture di sedute per impianti sportivi, Revet Recycling ha cercato un materiale compatibile con il proprio granulo riciclato in modo da formare una miscela che avesse le stesse caratteristiche del materiale di partenza e che garantisse il rispetto delle norme europee V2 adottate dalla Fifa.

“Il progetto Life Tackle mira a diffondere pratiche ambientali nel mondo calcio contesto in cui solo pochi primi pionieri stanno iniziando a puntare sulla sostenibilità ambientale all’interno delle loro strategie – ha aggiunto il prof Marco Frey della Scuola Sant’Anna responsabile scientifico del progetto – oltre a contesti locali come quello citato importanti e stadi nazionali e europei come Marassi di Genova, lo stadio del Real Betis di Siviglia in Spagna e lo stadio di Porto in Portogallo hanno già aderito al progetto Tackle”.

Il progetto consente di ridurre dal 30% al 40% il prelievo di materie prime dall’ambiente, minimizzando l’impatto ambientale dell’industria del petrolio (emissioni derivate dall’estrazione, lavorazione e trasporto dello stesso). Inoltre utilizzare il 30% o 40% di plastiche miste riciclate raddoppia la self life di questi materiali, sottraendo allo smaltimento finale (recupero di energia o discarica) una frazione di rifiuto difficile da gestire, quale è quella degli imballaggi misti di plastica.