Aamps, formalizzata l’istanza di concordato preventivo: davanti il buio

[26 Febbraio 2016]

Dopo mesi di dibattiti e rinvii ieri il legale rappresentante dell’Aamps, la municipalizzata dell’igiene urbana che opera a Livorno, ha provveduto ieri a presentare formalmente presso il Tribunale cittadino l’istanza di concordato preventivo “in bianco”. È quanto dichiarano azienda e socio unico (il Comune labronico) in una nota congiunta, precisando che il fascicolo, contenente la documentazione indicata per legge, è stato vidimato e consegnato in copia anche all’amministrazione comunale: nei prossimi sarà inoltrato anche alla Ccia di Livorno.

«Pur non essendo previsto un termine per comunicare e motivare l’accoglimento o il respingimento dell’istanza – ha commenta il sindaco pentastellato, Filippo Nogarin – auspichiamo che i giudici possano esprimersi serenamente nel merito valutando le tempistiche che ritengono più opportune. Nel frattempo l’azienda viene messa al riparo da eventuali procedure che, potenzialmente, avrebbero potuto bloccare le attività ordinarie e i servizi erogati a favore della cittadinanza». Il riferimento, indiretto ma evidente, è alle udienze che aspettano l’azienda dopo i pignoramenti richiesti da alcuni creditori, oltre a un’istanza di fallimento.

Aamps, così, nel breve termine si cautela di fronte a peggio. Ma il percorso che aspetta all’azienda può dirsi tutto tranne che chiuso. A partire dalla partita del concordato, che può dirsi appena iniziata. «Se il concordato sarà poi accolto – ha concluso il sindaco – si aprirà un’intensa fase di dialogo con tutti i creditori al fine di trovare le soluzioni maggiormente confacenti per le necessità delle varie parti in causa». Rapporti che si sono fatti tesissimi negli ultimi mesi, con i creditori che vantano una cifra monstre nei confronti della municipalizzata, per la quale hanno nel mentre continuato a svolgere lavori pur senza le soddisfazioni economiche concordate tra le parti.

La scelta dell’amministrazione di puntare sulla strada del concordato preventivo non ha certo contribuito a rasserenare gli animi. Il futuro dell’azienda – concretamente, il suo piano industriale – ancora non è stato elaborato, e le opzioni finora ventilate sono tutto tranne che convincenti. Gli impegni concordati dal cda con il socio unico al momento dell’insediamento consistono nell’elaborazione di un piano di interventi «ispirati ed orientati a politiche verso Rifiuti Zero», il «superamento dell’utilizzo dell’odierno inceneritore per lo smaltimento dei rifiuti e conseguente spegnimento dello stesso impianto», e infine l’interruzione «del percorso di conferimento della società A.am.p.s. in RetiAmbiente Spa con conseguente mantenimento in house della società ed elaborazione del relativo piano industriale».

In particolare, abbandonare la prospettiva di lavorare all’interno di una logica di area vasta significa per l’Aamps e per Livorno condannarsi all’irrazionalità: scegliere l’autonomia in fatto di gestione dei rifiuti significa rinunciare ad economie di scala e all’efficientamento delle performance ambientali, dotandosi al contempo di tutti gli impianti necessari – coi relativi (alti) costi di realizzazione e gestione – per operare in proprio, compresa una nuova discarica. Risultati evidentemente agli antipodi rispetto al ventilato slogan “rifiuti zero”, e un paradosso di cui dall’amministrazione come dal cda dell’azienda non sembrano curarsi.

L. A.