Ma l’acqua è eccellente nel 90,6% dei siti italiani

A 40 anni dall’adozione della prima direttiva sulle acque di balneazione, migliorata la situazione Ue

In Italia 95 siti (1,7%) con una qualità delle acque scarsa. Peggio solo Francia e Spagna

[25 Maggio 2016]

Secondo il rapporto “European bathing water quality in 2015”, pubblicato oggi dall’ European Environment Agency (EEA),  a 40 anni  dall’’adozione della prima direttiva europea sulle acque di balneazione «Gli anni di investimenti nell’infrastruttura per le acque reflue e di altre misure di riduzione dell’inquinamento» hanno portato a un netto e costante miglioramento elle acque di balneazione, «per cui nel 2015 il 96% dei siti di balneazione monitorati nell’Unione europea rispettavano gli standard minimi di qualità delle acque».

Hans Bruyninckx, Direttore esecutivo dell’AEA, ha dichiarato: «La nostra valutazione mostra che la qualità delle acque di balneazione è significativamente migliorata nel corso degli anni. Un numero sempre maggiore di siti di balneazione oltre a rispettare i requisiti minimi ha anche raggiunto livelli di eccellenza. In alcune città è persino possibile fare il bagno in stabilimenti balneari pubblici nelle zone portuali».

Nel complesso, la qualità delle acque di balneazione è migliorata nel tempo. Nel 1991 il 56% dei siti di balneazione raggiungeva gli standard più elevati, percentuale salita all’87% nel 2015, se si fa riferimento ai quasi 9.600 siti di balneazione monitorati tutti gli anni durante tale periodo.

La relazione annuale sulle acque di balneazione dell’Agenzia europea dell’ambiente e della Commissione europea valuta la qualità delle acque di balneazione nel 2015 e indica dove si presume che sarà buona nel 2016, riporta le analisi dei campioni di acqua prelevati in oltre 21.000 siti di balneazione costieri e interni presenti su tutto il territorio dell’Ue, in Svizzera e in Albania e indica se le acque siano state contaminate o no da inquinamento fecale proveniente dalle acque reflue o dagli allevamenti».

L’EEA sottolinea che «Se è vero che il 96% dei siti di balneazione soddisfa i requisiti minimi, ben oltre l’84% dei siti ha raggiunto il livello “eccellente”, ancor più rigoroso. Anche numerose grandi aree e città turistiche, come Blackpool, Copenaghen e Monaco di Baviera, iniziano a raccogliere i frutti degli investimenti realizzati per migliorare i sistemi fognari, il che consente siti di balneazione più puliti nelle zone portuali, nelle località fluviali urbane e sulle spiagge nelle vicinanze».

Nel 2015 la qualità dell’acqua è stata eccellente in oltre il 90% dei siti di balneazione di otto Stati membri: Lussemburgo (tutti gli 11 siti di balneazione analizzati), Cipro (99,1% dei siti di balneazione), Malta (97,7%), Grecia (97,2%), Croazia (94,2%), Italia (90,6%), Germania (90,3%) e Austria (90,2%).

In tutta Europa nel 2015 la qualità dell’acqua è stata giudicata insufficiente solo in 385 siti di balneazione. La percentuale di siti di balneazione classificati come di qualità “insufficiente” è scesa nel 2015 all’1,6% dall’1,9% del 2014.

Il numero più elevato di siti di balneazione con una qualità delle acque scarsa è stato registrato in Italia (95 siti, pari all’1,7%), Francia (95 siti, pari al 2,8%) e Spagna (58 siti, pari al 2,6%).

La percentuale di siti di balneazione le cui acque sono state classificate come eccellenti è salita dal 78% del 2011 all’84% nel 2015.

La Commissione europea evidenzia che «Per attività ricreative quali il nuoto, la contaminazione fecale è fonte di preoccupazione per la salute pubblica. Nuotare in spiagge o laghi balneabili contaminati può essere causa di malattie. Le principali fonti di inquinamento sono le acque reflue e le acque di drenaggio provenienti da aziende e terreni agricoli. Tale inquinamento aumenta in caso di forti piogge e inondazioni a causa della tracimazione delle fognature e del riversamento delle acque di drenaggio inquinate nei fiumi e nei mari. Quarant’anni fa in molte delle acque europee venivano scaricate grandi quantità di acque reflue non controllate, non trattate o parzialmente trattate».

Nella stagione balneare 2015 per la prima volta tutti gli Stati membri dell’Ue hanno monitorato i siti di balneazione presenti sul loro territorio secondo le disposizioni della nuova direttiva sulle acque di balneazione (2006/7/CE). La direttiva specifica se la qualità delle acque di balneazione possa essere classificata come “eccellente”, “buona”, “sufficiente” o “scarsa” a seconda dei livelli di batteri fecali riscontrati.

I risultati della relazione saranno al centro dell’attenzione anche nel corso dell’#EUGreenWeek, che si svolgerà dal 30 maggio al 3 giugno 2016, e costituiranno parte integrante del più ampio tema della manifestazione di quest’anno, “Investire per un futuro più verde”.

Il Commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca, Karmenu Vella, conclude: «Le acque di balneazione europee sono al 96% di qualità accettabile e all’84% di qualità eccellente. Questo è il risultato di 40 anni di investimenti nelle infrastrutture idriche e per la gestione delle acque reflue. È il segno del buon funzionamento della legislazione dell’UE. Ed è l’esempio perfetto del fatto che aree altamente sviluppate dal punto di vista economico come la nostra possono produrre norme ambientali altrettanto elevate».