Risparmio da circa 30 milioni di euro, a fronte di un costo pari a un quinto

Acqua, ai toscani piace sempre più quella di fontanelli e rubinetti

De Girolamo (Cispel): «Nel 2016 previsti investimenti da 230 milioni di euro per ammodernamento reti e case dell'acqua»

[21 Marzo 2016]

Alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua, ricorrenza istituita dall’Onu per celebrare il 22 marzo di ogni anno l’importanza della risorsa idrica, Confservizi Cispel Toscana sottolinea la «continua crescita del numero dei fontanelli in Toscana», che ha ormai superato quota 200 – alcuni eroganti anche acqua raffreddata e gasata – su tutto il territorio. Un numero che sommato ai fontanelli da interno e alle case dell’acqua quasi raddoppia.

Questi fontanelli hanno erogato nel 2015 oltre 120 milioni di litri di acqua, con un risparmio per i cittadini toscani di circa 30 milioni di euro (a fronte di un costo per la loro costruzione pari a 6 milioni di euro), l’equivalente contenuto in 60 milioni di bottiglie di plastica da due litri ciascuna.

«Numeri in crescita – spiega Alfredo De Girolamo, presidente Cispel – grazie all’ingente mole degli investimenti realizzati: il costo per realizzare questi fontanelli ammonta a oltre 6 milioni di euro, mediamente la realizzazione di un fontanello costa tra i 10.000 e i 40.000 euro. Il progressivo aumento dei fontanelli ha contribuito a far crescere il numero dei toscani che beve ormai l’acqua del rubinetto, molto sicura poiché sono mediamente oltre 300.000 all’anno i controlli che vengono fatti sulla qualità e la sicurezza dalle aziende e dalla Asl: si può stimare che la percentuale di chi preferisce l’acqua dell’acquedotto ha superato il 53%, un ulteriore balzo in avanti rispetto al 40% che era stato rilevato nel 2009 e anche rispetto al 44% del 2010 e al 51% del 2014».

Numeri che, tra l’altro, smarcano la Toscana dalla media nazionale. Secondo i dati riportati oggi dall’Istat, infatti, la mancanza di fiducia a bere acqua di rubinetto continua a essere abbastanza diffusa tra le famiglie italiane: nel 2015 «poco meno di una famiglia su tre (30,0% delle famiglie italiane) ha manifestato questa preoccupazione, in leggero calo rispetto all’anno precedente (28,0%) e in controtendenza rispetto al trend registrato negli ultimi anni».

In Toscana dunque, l’acqua che arriva dal rubinetto e dai fontanelli alta qualità riscuote un successo maggiore rispetto alla media nazionale. Una buona notizia che arriva però in un contesto generale ancora ricco di criticità per quanto riguarda le risorse idriche. Nel 2016 gli investimenti previsti dalle sette aziende toscane di gestione del servizio idrico integrato (Acque, Acquedotto del Fiora, Asa, Gaia, Geal, Nuove Acque, Publiacqua) saliranno «a quasi 230 milioni di euro per l’ammodernamento delle reti acquedottistiche, di fognatura e depurazione, oltre che per nuove case dell’acqua dove i cittadini potranno approvvigionarsi. Numeri che – dichiara De Girolamo – testimoniano come la Toscana risponda alle esigenze richieste dal servizio idrico a livello regionale, soprattutto visto come i cambiamenti climatici in atto stanno sempre più frequentemente portando a fenomeni che producono problemi sia nel campo della difesa del suolo che del rischio idrogeologico – alluvioni, frane, smottamenti – con risvolti gravi in campo idrico come la scarsità di acqua nei periodi di siccità e inadeguatezza della rete fognaria in caso di flash flood. Questa situazione è destinata a peggiorare in futuro, e sarà necessario fare altri investimenti per garantire l’approvvigionamento idrico anche in anni aridi, e per adeguare le reti fognarie».