Anbi: «Al Sud non mancano le risorse idriche ma le infrastrutture sul territorio»

Presentato il piano per l’efficientamento della rete idraulica. Ma il Sud è a rischio desertificazione

[25 Settembre 2020]

Secondo l’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela idraulica del territorio (ANBI), «Nel Sud Italia, oltre l’11% della capacità dei bacini per la raccolta delle acque è occupato dalla presenza di sedime; per liberarli dall’interrimento  sono pronti 45 progetti, che garantirebbero oltre 1.300 posti di lavoro. Non solo: nel Meridione ci sono 6 invasi incompleti, la cui ultimazione incrementerebbe la disponibilità idrica per oltre 55 milioni di metri cubi, attivando circa 1.300 posti di lavoro; i progetti sono già pronti».

Dati resi noti dall’ANBI a Matera dove ha anche presentato gli interventi per il Mezzogiorno, previsti dal Piano per l’efficientamento della rete idraulica. Una proposta, già presentata al Governo  e «composta da progetti con l’iter burocratico assolto ed in attesa solo di finanziamento, prevede nel Sud anche 222 interventi di manutenzione straordinaria e la realizzazione di 4 nuovi bacini idrici; l’investimento complessivo è circa di 1 miliardo e 899 milioni di euro, capaci di attivare quasi 9.500 unità lavorative nel segno del Green New Deal».

Francesco Vincenzi, presidente di ANBI, ha detto: «Mettiamocela tutta per un importante lavoro di squadra» e ha evidenziato «la funzionalità del Piano redatto dai Consorzi di bonifica ed irrigazione alle opportunità del Recovery Fund, il cui cronoprogramma prevede  la conclusione degli iter procedurali con l’assegnazione dei lavori entro il 2023 e l’ultimazione delle opere entro il 2026.  Il futuro dell’Italia è legato anche alla capacità di ridurre il divario fra Nord e Sud del Paese; lavoriamo per questo nella prospettiva di un modello economico, che abbia il territorio al centro».

Secondo Massimo Gargano, direttore generale di ANBI, «Il Recovery Fund è una straordinaria opportunità, cui non si può rispondere con irrealizzabili megaprogetti. L’Italia ha ripetutamente dimostrato di avere difficoltà di spesa per l’impossibilità di rispettare le tempistiche previste, per colpa  delle lungaggini burocratiche. Il Piano ANBI, fatto di progetti già definitivi ed esecutivi, accorcia i tempi, offrendo un contributo di concretezza al Paese ed alle Istituzioni, che lo rappresentano».

Giuseppe Musacchio, amministratore unico del Consorzio di bonifica della Basilicata, ha concluso: «La cartina di tornasole dell’utilità di questo Piano sono i tanti progetti  lucani in attesa di finanziamento per centinaia di milioni di euro, segno della presenza di altrettanto gravi problemi. In Basilicata, il 2020 si sta caratterizzando come l’anno più siccitoso in periodo recente, soprattutto nel comprensorio del Bradano; eppure, non sono le disponibilità idriche a mancare al Sud, sono le infrastrutture».

Questo non toglie che, come ricorda a giugno il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente – Snpa, in Italia «il 10% del territorio è molto vulnerabile. La Sicilia è la regione più colpita (42,9% della superficie regionale), seguita da Molise, Basilicata (24,4%) e dalla Sardegna (19,1%)».

E pochi giorni prima era stato lo stesso ANBI, citando dati del Cnr, a ricordare che  «in Italia ci sono aree in cui, a causa dei cambiamenti climatici e di pratiche agronomiche forzate, la percentuale di sostanza organica, contenuta nel terreno, è scesa al 2%, soglia per la quale si può iniziare a parlare di deserto; secondo il C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche),  le aree a rischio sono il 70% in Sicilia, il 58% in Molise, il 57% in Puglia, il 55% in Basilicata, mentre in Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania sono comprese tra il 30 e il 50%», dati che indicano che «il 20% del territorio italiano in pericolo di desertificazione». Forse, in Italia oltre alle infrastrutture per l’agricoltura servono anche urgenti e radicali misure per affrontare e mitigare il cambiamento climatico e arrestare la desertificazione, altrimenti le risorse idriche scompariranno comunque.