Captazioni di acqua dal Lago di Bracciano: la Corte di Cassazione boccia Acea e Ato 2

Regione e istituzioni locali: vinta la battaglia per tutelare un bene comune

[14 Gennaio 2021]

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso promosso da Acea e Ato 2 contro la Regione Lazio e il Parco Naturale Regionale di Bracciano e Martignano,  i Comuni di Anguillara, Bracciano e Trevignano Romano, ribadendo quanto già deciso dal Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche nel 2019 che aveva stabilito la validità del provvedimento della Regione Lazio che ordinava l’interruzione del prelievo delle acque del Lago.

La Corte di Cassazione ha stabilito di nuovo la validità della sospensione delle captazioni dal Lago di Bracciano per il superamento del limite di salvaguardia previsto nella concessione originaria, la cui correttezza era stata messa in dubbio da Acea e che invece la Corte ha ribadito affermando che l’unico progetto approvato era quello del 1984 e che tale progetto prevedeva un limite nella captazione delle acque del Lago di Bracciano di 161,90 già accertato in sede di istruttoria sulla domanda di concessione di derivazione, giudicando inoltre corretto il comportamento dell’Amministrazione regionale nel tutelare il lago.

In un comunicato congiunto dichiarano l’Ente Parco Naturale Regionale Bracciano – Martignano, i Comuni di Anguillara Sabina, Bracciano e Trevignano Romano e il Consorzio Lago di Bracciano esprimono tutta la loro soddisfazione: «Siamo molto contenti che la Corte di Cassazione a sezioni unite abbia accolto le ragioni che istituzioni, comitati e cittadini hanno sostenuto negli ultimi 3 anni con l’unico obiettivo di tutelare il Lago di Bracciano. E’ un giorno storico che ci ripaga di tutte le azioni portate avanti sul piano politico e soprattutto regala il giusto riconoscimento alla grande mole di lavoro svolto dagli uffici e da tutti i collaboratori che hanno messo a disposizione di tutti la loro professionalità non facendo mai mancare il loro prezioso supporto per il raggiungimento di questo obiettivo».

Le istituzioni locali ricordano che «La sentenza ha ribadito che Acea Ato2 avrebbe dovuto prontamente interrompere il prelievo al raggiungimento della quota limite indicata nel Progetto del Nuovo Acquedotto di Bracciano del 1984 come richiedevano istituzioni locali e comitati, senza costringere il Presidente della Regione Lazio ad emettere l’Ordinanza di blocco la cui validità e sussistenza viene oggi sancita definitivamente con il rigetto del ricorso presentato congiuntamente da Acea Ato2 e dal Comune di Roma, condannati anche al risarcimento delle spese legali. Una sentenza storica, non solo per il nostro territorio, che afferma il principio secondo il quale è stato legittimo e doveroso, essendo emerse conclamate criticità ambientali, l’intervento pubblico per la sospensione del prelievo, a tutela di un bene comune quale il Lago di Bracciano. Questa vittoria costituisce il presupposto migliore per cambiare decisamente pagina rispetto al precedente approccio gestionale, affrontando tutti insieme un percorso condiviso per la conservazione, la promozione e la valorizzazione ambientale di questo territorio attraverso il Contratto di Lago il cui Comitato Promotore si riunirà nelle prossime settimane.

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, conclude evidenziando che «Quella portata avanti, da parte della Regione Lazio, delle istituzioni del Lago dei Comitati e dei cittadini in questi anni non è una guerra contro qualcuno o qualcosa, ma una vera e propria rivoluzione di prospettiva per tutelare il principio intoccabile e inalienabile del bene comune. La concessione prevede che il Lago sia solamente una riserva idrica strategica per casi eccezionali e siamo molto contenti di come oggi venga ribadito di porre un limite per la sua salvaguardia, si tratta infatti di una risorsa naturale, ambientale e culturale dal valore inestimabile per tutto il territorio ed è per questo che  come Regione Lazio siamo intervenuti in questi anni per ottenere l’interruzione del prelievo delle sue acque».