Confservizi Cispel Toscana risponde ai geologi: per ridurre le perdite di rete ci vogliono investimenti pubblici e tariffa stabile

[17 Luglio 2013]

I geologi toscani riprendendo un dato Istat di qualche anno fa (2009), hanno denunciato che la rete idrica della nostra regione è obsoleta ed almeno il 40% dell’acqua si perde per strada e non arriva a destinazione.

Ci vogliono soldi per sostituire le vecchie tubature e per ripararle, denari che non ci sono o almeno non si vogliono impiegare nel settore, tanto costa meno addurre acqua dalle sorgenti.

L’input è stato colto al volo da Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana: «Il recente richiamo della presidente dell’Ordine dei Geologi toscani Maria Teresa Fagioli sul fenomeno delle perdite di rete negli acquedotti in Toscana è importante, e cade in un momento decisivo e critico per le decisioni in materia di investimenti idrici e di ruolo della tariffa idrica».

«Il fenomeno delle perdite di rete in Toscana come nel resto d’Italia è rilevante – prosegue De Girolamo – a causa della vetustà delle reti, molte delle quali hanno fra 50 e 100 anni di vita, e dai mancati investimenti degli anni ’80 e ’90 solo parzialmente recuperati dalla ripresa degli investimenti dopo gli anni 2000 con le gestioni integrate di ambito».

Poi De Girolamo precisa che siamo di fronte ad una percentuale inferiore anche se da non sottovalutare: «Il dato vero delle perdite è inferiore al 40%, perché molte cose sono state fatte dai gestori negli ultimi 5 anni  e si deve considerare che una parte delle perdite non sono solo fisiche, derivanti da tubi rotti, bensì commerciali, dovuti dunque a difformità di letture dei contatori, anch’essi vecchi. I gestori toscani hanno attivato tutte le iniziative possibili e le perdite si sono in questi anni ridotte. Resta il fatto tuttavia che la mole di investimenti per rifare tutte le reti e risolvere alla radice il problema è enorme e in questi anni di incertezza tariffaria post-referendum e di restrizione del credito da parte del sistema bancario molti gestori hanno dovuto scegliere se fare nuove opere oppure sistemare e cambiare le vecchie».

«Spesso – aggiunge il presidente di Confservizi Cispel Toscana – questa alternativa era già contenuta nei Piani di Ambito che in Toscana avevano sottostimato gli investimenti da fare, così il programma di sostituzione delle reti si è rallentato e non è un caso che Federutility abbia recentemente chiesto al ministro dell’Ambiente Andrea Orlando di varare un piano straordinario di sostituzione di reti proprio per ridurre in tempi rapidi le perdite».

Secondo De Girolamo per risolvere il problema serio sottolineato dai geologi ci vogliono investimenti di lungo periodo: «Per investire occorre stabilità tariffaria e risorse pubbliche. Per questo è urgente che l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas vari la tariffa definitiva in tempi rapidi ed in modo efficace, e che gli investimenti idrici rientrino nelle misure di spese dei nuovi fondi strutturali europei 2014-2020. Solo così sarà possibile raggiungere gli obiettivi ragionevoli di perdite di rete e ridurre uno spreco poco comprensibile ai cittadini».