Goletta Verde, lungo la costa toscana cariche batteriche elevate in 7 punti su 22

«Bilancio positivo, ma dalle foci di fiumi e torrenti ancora troppi rischi»

[13 Agosto 2015]

La storica imbarcazione di Legambiente, Goletta Verde, approda in Toscana per concludere il suo viaggio che l’ha portata a percorrere quest’estate un totale di 30 tappe, 2.000 miglia nautiche e 500 ore di navigazione, prelevando e analizzando oltre 200 campioni d’acqua. Per la nostra Regione il bilancio degli ambientalisti è complessivamente positivo, anche se dai monitoraggi dei tecnici di Goletta Verde in Toscana continuano a emergere situazioni di criticità, in particolare in Versilia e nell’area nord della Regione oltre che in due punti all’isola d’Elba (in fondo articolo allegato il file con i dati in dettaglio).

I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente 4 e 5 agosto scorso. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e abbiamo considerato come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. I punti scelti, inoltre, sono stati individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio Sos Goletta.

«Il nostro monitoraggio punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi regionali che mettono a rischio la balneabilità dei nostri mari, ma anche lo sviluppo economico locale dei nostri territori – dichiara Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde – In Italia, secondo le ultime stime dell’Istat e del Governo, tre italiani su dieci non sono ancora allacciati a fognature o a depuratori e il 40% dei nostri fiumi risultano gravemente inquinati».

L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è, dunque, è quello di individuare le pressioni inquinanti che ancora gravano sulla costa, analizzando il carico batterico che arriva in mare prevalentemente dalle foci di fiumi, canali o scarichi non depurati. Il nostro è quindi un monitoraggio puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né assegniamo patenti di balneabilità, ma restituiamo comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.

Criticità che sicuramente sono note – sottolineano dal Cigno verde – visto anche che secondo l’Istat (dati al 2012) in Toscana ad essere trattati in maniera adeguata è soltanto il 50,1% del totale del carico generato. Anomalie che ha evidenziato anche l’Unione Europea nell’ultima procedura d’infrazione aperta nei confronti dell’Italia che comprende anche 42 agglomerati urbani toscani (il 18% rispetto ai 230 agglomerati totali). Un dato in linea purtroppo con la tragica situazione italiane, dove solo due aree metropolitane italiane delle 14, quella fiorentina e torinese, hanno raggiunto una depurazione al 100%. Inadeguatezze che, secondo i calcoli del Governo, poterà la cifra complessiva delle sanzioni UE a carico del nostro Paese a circa 480 milioni di euro l’anno dal 2016 e fino al completamento delle opere.

«La Regione Toscana ha sempre investito molto nelle politiche ambientali, così anche recentemente sono stati annunciati nuovi fondi per migliorare il sistema depurativo sia dei comuni costieri che dell’entroterra – commenta Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – La vocazione turistica e naturalistica di una delle più belle aree della Penisola non può più rischiare di essere messa in discussione però dai ritardi con i quali si sta procedendo a mettere a sistema gli interventi necessari. I nostri monitoraggi mettono in evidenza situazioni in alcuni casi sicuramente già note, ma ci preoccupano alcuni punti che negli anni passati non presentavano problemi e quest’anno evidenziano invece cariche batteriche elevate. È chiaro che il carico antropico di agosto è notevole, ma questa non può essere una scusante per una regione che punta all’accoglienza turistica. Occorre intervenire al più presto, mantenendo alta la guardia anche sul nuovo cemento che si affaccia sulla costa».