L’unione europea non cambierà la Direttiva Acque

Esultano gli ambientalisti, ma l’obiettivo di buono stato ecologico del 100% delle acque dolci superficiali entro il 2015 è ampiamente fallito

[26 Giugno 2020]

Il 22 giugno, il commissario europeo all’Ambiente, Virginijus Sinkevičius, ha confermato che, per quanto riguarda la Direttiva Quadro sulle Acque (WFD) bisogna  concentrarsi sul sostegno all’attuazione e all’applicazione «Senza modificare la Direttiva». Secondo il Wwf, che ha definito “storica” la decisione, «Il messaggio della Commissione è chiaro: la direttiva quadro sulle acque è un elemento essenziale della legislazione ambientale dell’Ue e deve rimanere nella sua forma attuale».

La Fondazione per lo sviluppo sostenibile spiega che «L’annuncio arriva sei mesi dopo che la legge è stata dichiarata “adatta allo scopo”, a seguito di un’accurata valutazione durata due anni. Nel corso di questo processo, oltre 375.000 cittadini e più di 6.000 tra esperti e scienziati hanno richiesto che la legge fosse mantenuta nella sua forma attuale e implementata con maggiore impegno da parte dei governanti europei».

La Commissione europea ha dichiarato che, a 20 anni dalla sua emanazione, la Direttiva Quadro Acque è «adatta allo scopo» e gli Stati membri devono essere più determinati nell’applicarla adeguatamente. «Infatti – spiega il Wwf – in Europa il 60% delle acque non è in un buono “stato di salute”. Con questo annuncio, è chiaro che non ci possono essere ulteriori ritardi da parte degli Stati membri. La Commissione europea deve ora lavorare con tutte le parti interessate per accelerare l’attuazione e garantire che gli obiettivi della WFD siano raggiunti al più tardi entro il 2027. Gli Stati membri dovranno favorire una urgente e pieno aggiornamento dei piani di gestione dei bacini idrografici.

La decisione della Commissione è stata accolta con favore dalla coalizione Living Rivers Europe – della quale oltre al Wwf fanno parte EEB, European Anglers Alliance, European Rivers Network e Wetlands . che ha guidato la campagna #ProtectWater per la salvaguardia della WFD e che dice che la direttiva acque «E’ una delle normative ambientali più ambiziose e olistiche dell’Ue, che fissa l’obiettivo del 100% degli ecosistemi di acqua dolce dell’Ue in buona salute entro il 2027 al più tardi, rispetto all’attuale 40%; il raggiungimento di questo obiettivo è ancor più urgente perché strettamente legato all’adattamento ai cambiamenti climatici».

La Fondazione per lo sviluppo sostenibile ricorda però che «La Direttiva, adottata nel 2000, aveva indicato tra i suoi obiettivi il raggiungimento di un buono stato ecologico del 100% delle acque dolci superficiali d’Europa entro il 2015. Questo traguardo è stato largamente fallito e oggi ha raggiunto questa condizione solo il 39 % dei fiumi e laghi della Ue. Il nuovo termine per restituire ai corpi idrici un adeguato livello di qualità ecologica è fissato al 2027. La Commissione richiede quindi uno sforzo importante e puntuale da parte degli Stati Membri, che avranno a loro disposizione poco meno di 7 anni per raggiungere questo risultato. È dunque fondamentale che i prossimi Piani di Gestione di bacino idrografico, previsti per il 2021, individuino misure realmente efficaci e si dotino di risorse appropriate per la loro implementazione.

Il miglioramento della condizione di fiumi, laghi e zone umide è un passaggio fondamentale per contrastare la perdita di biodiversità e consentire l’avvio di azioni adeguate di adattamento ai cambiamenti climatici. Ma una gestione accorta e sostenibile della risorsa idrica, che assicuri la disponibilità di acqua di buona qualità per utilizzi diversi, rappresenta anche un elemento indispensabile per supportare la realizzazione di iniziative virtuose di economia verde, in grado di garantire il rilancio dei territori e il benessere della comunità. In questa ottica l’attuazione piena e incisiva della Direttiva diviene una componente essenziale per il futuro del Green Deal europeo».

Ester Asin, direttore dell’ufficio per le politiche europee del Wwf sottolnea che «Una buona legislazione non è qualcosa da manomettere. L’Ue ha bisogno della Direttiva quadro sulle acque per salvaguardare il proprio approvvigionamento idrico, arrestare e invertire la perdita di biodiversità e affrontare il cambiamento climatico. Ci congratuliamo con la Commissione per aver tenuto conto delle opinioni dei cittadini europei e per aver dato seguito alle ambizioni dell’European Green Deal e della strategia dell’Ue per la biodiversità. Ma con il 2027 dietro l’angolo, una migliore attuazione deve iniziare subito. Non vediamo l’ora di lavorare con la Commissione per garantire che la legge funzioni non solo sulla carta, ma anche nella pratica per riportare finalmente la vita nei nostri fiumi».

In Italia solo il 41% dei fiumi ha raggiunto il “buono stato ecologico”, richiesto dalla Direttiva Quadro Acque, mentre per i laghi la situazione è ancor più grave: solo il 20% è “in regola” con la normativa europea. Per questo il  Wwf Italia chiede nuovamente al Governo «Un impegno concreto e immediato per attuare correttamente la direttiva quadro Acque, per la quale l’Europa ha avviato diversi procedimenti per inadempienze nei confronti del nostro Paese, di redigere urgentemente un piano di ripristino ambientale, come previsto dalla Strategia Europea per la biodiversità, iniziando riqualificazione degli ecosistemi acquatici, avviando “interventi integrati” come previsti fin dal 2014 (L.133/2014) e che le Regioni hanno in gran parte ignorato. Infine è necessario intervenire per: migliorare la rete di distribuzione idrica riducendo le perdite, adeguare il sistema depurativo del Paese,  bloccare i nefasti interventi di manutenzione idraulica lungo i fiumi che oltre a distruggere il loro patrimonio naturale non riducono il rischio idraulico e rivedere le modalità di gestione fluviale, rivedere le norme che concedono incentivi per il mini-idroelettrico lungo i corsi d’acqua naturali».