Utilitalia, grandi e piccole imprese sono alle prese con un problema immediato di liquidità

Rifiuti, acqua, energia e gas in decrescita, ma per i servizi pubblici non c’è felicità

A causa della pandemia domanda di elettricità a -20%, di gas -24%, di acqua -15%, produzione rifiuti urbani -17%. Ma non si tratta di buone notizie per lo sviluppo sostenibile

[8 Giugno 2020]

Il crollo improvviso dei consumi tutti (energia, gas) e della produzione di rifiuti porta con sé un illusorio miglioramento ambientale e una più concreta crisi di liquidità per le imprese dei sei servizi pubblici. Che questa conseguenza del lockdown non fosse una buona notizia lo avevamo già scritto, ma ora che alle ipotesi arrivano le conferme nei numeri, quello che prima era una campanello di allarme, oggi è un grido di dolore da parte delle aziende del settore che erogano servizi essenziali alla cittadinanza. Che fa di poco seguito a quello dei sindaci che sul tema avevano già fatto un appello al premier Conte sostenendo che il decreto ‘Rilancio’ non sembrava a loro dire cogliere in pieno la complessità delle problematiche che investono i Comuni e che non vogliono ritrovarsi a gestire “pericolosi assembramenti” di rifiuti lungo le strade delle nostre città.

“Negli ultimi mesi – ha evidenziato il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo – il calo dei consumi di energia elettrica è tra il 17 e il 20%, di gas intorno al 24%, di acqua tra il 10 e il 15% e del 17% nella produzione dei rifiuti urbani”. Tutto ciò ha portato nei fatti a una crisi di liquidità che “va superata”. Anche perché si tratta di contingenti, asimmetrici e non programmatici, sintomi della crisi economica: in questo contesto, per lo sviluppo sostenibile non ci sono buone notizie.

“Le imprese dei servizi pubblici ha spiegato il direttore generale di Utilitalia Colarullo durante il webinar Garantire liquidità alle imprese dei servizi pubblici locali, organizzato dalla stessa Utilitalia – sono tra quelle che hanno maggiormente contribuito, dopo il sistema sanitario, alla tenuta del Paese nel periodo più acuto della crisi”.

“La continuità dei servizi – ha proseguito – è stata garantita così come la sicurezza dei lavoratori e cittadini nonostante le ovvie complessità operative. Grandi e piccole imprese sono alle prese con un problema immediato di liquidità, legato al pagamento di lavoratori e fornitori, ma anche in prospettiva in termini di risorse disponibili per far ripartire gli investimenti. C’è quindi una doppia questione da affrontare: superare il guado della crisi di liquidità di oggi e mettere in campo un sistema di supporto alla capacità di ripresa di queste imprese, che potranno mettere in campo un piano di investimenti di 50 miliardi in 5 anni”.

Donato Cavaliere, al webinar in qualità di Coverage Large Company Infrastructure di Cassa Depositi e Prestiti, ha ricordato che – pur essendo storicamente un investitore di lungo termine – Cdp si è adattata al contesto attuale con prodotti di finanziamento a breve termine: l’obiettivo è quello di supportare la liquidità dei propri partner per far ripartire velocemente gli investimenti, una volta terminata l’emergenza. Due le condizioni necessarie per accedere ai finanziamenti: una riduzione del fatturato almeno del 10% rispetto all’anno precedente e un piano industriale dal quale si evinca che la mole di investimenti programmati sia quanto meno pari al finanziamento richiesto.

Giuseppe Perna, Responsabile Infrastructure Finance Cassa Depositi e Prestiti, ha invece evidenziato gli importanti progetti portati avanti negli ultimi mesi da Cdp in particolare nel settore idrico, e gli ampi margini di crescita possibili nel campo dell’energia e delle rinnovabili: su impianti eolici e fotovoltaici, in particolare, Cdp sta lavorando anche in assenza di incentivi.