Caporalato e pesticidi illegali: operazione dei Carabinieri a Terracina e Venezia (VIDEO)

Legambiente: «Per fermare l’illegalità servono contrasto e conoscenza»

[19 Aprile 2021]

I Carabinieri del NAS hanno effettuato operazioni a Terracina nel Lazio e in provincia di Venezia per eseguire un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Latina nei confronti di 7 persone indagate «per associazione per delinquere dedita allo sfruttamento di manodopera extracomunitaria in agricoltura, a estorsioni e all’impiego illecito di fitofarmaci non autorizzati nelle coltivazioni in serra, scongiurando un grave pericolo per la Salute pubblica derivante dall’uso sconsiderato di fitofarmaci non autorizzati».

I blitz hanno visti impegnati oltre 50 militari del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, dei Comandi Provinciali di Latina, Venezia e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro dì Latina con il supporto del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pratica di Mare.

L’operazione ha preso il via dopo che era stato denunciato un operaio originario del Bangladesh che lavorava in un’azienda agricola per la produzione di ortaggi destinati al mercato locale nazionale ed estero con 5 siti produttivi, tra San Felice, Terracina e Sabaudia. Intorno a questa azienda si sarebbe creata quella che i carabinieri hanno definito «Una vera e propria organizzazione per delinquere che assumeva e impiegava manodopera di cittadini stranieri approfittando del loro stato di bisogno, costringeva i dipendenti a sottoscrivere buste paga senza che fossero contabilizzate effettivamente le ore lavorate, impiegava  i lavoratori violando la normativa in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro». I lavoratori venivano minacciati anche di punizioni corporali in caso di insuccesso della raccolta.

Inoltr, agli operai veniva imposto un servizio di trasporto gestito da uno dei caporali che doveva essere pagato e che, con l’aiuto di un agronomo, coltivava gli ortaggi con metodi irregolari ricorrendo all’uso continuo e massiccio di fitofarmaci non autorizzati sulle colture in serra, impiegando lavoratori non formati e non abilitati, senza i dispositivi di protezione, esponendoli dunque anche a gravi situazioni di pericolo per la salute.

Legambiente ha subito espresso soddisfazione per l’operazione messa a segno dal comando dei Carabinieri e, in una dichiarazione congiunta, Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente e Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio, spiegano che «L’operazione svoltasi a Terracina (LT) e in provincia di Venezia, ancora una volta dimostra quanto sia necessario lottare per la legalità nel settore agricolo. Come associazione, ormai da anni il nostro impegno è rivolto alla lotta alle agromafie e al caporalato, attraverso percorsi di consapevolezza e conoscenza ma anche e soprattutto per mezzo di strumenti di contrasto e sanzione. Il problema è ancora radicato e preoccupante e l’operazione dei Nas lo dimostra. Per invertire la rotta serve una sinergia tra controllori e decisori politici, a cui spetta il compito di imprimere un nuovo corso. Aspetto da non trascurare, in questo ambito, riguarda l’utilizzo di fitofarmaci illegali, pericolosi per l’ambiente e la salute. Il controllo delle forze dell’ordine deve unirsi a una sempre più consapevole conoscenza dei rischi legati all’utilizzo della chimica dannosa in agricoltura. La svolta verso l’agroecologia, quanto mai necessaria in tutto il sistema agroalimentare italiano, non può non includere anche il rispetto dei diritti dei lavoratori e della legalità. In agricoltura, infatti, serve un cambio di passo affinché la legalità possa tornare nei campi e dunque nelle nostre tavole e per fare in modo che nessuno venga più sfruttato»

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