Coldiretti, dalla Puglia arriva il primo olio da ulivi resistenti alla Xylella

La diffusione del batterio, favorita da un approccio antiscientifico al problema, ha infettato 183mila ettari e provocato danni per 1,2 miliardi di euro oltre alla perdita di 5mila posti di lavoro

[28 Agosto 2019]

Arrivano le prime buone notizie dalla Puglia dell’olio, flagellata ormai da molti anni dalla piaga della Xylella, dove la produzione regionale di extravergine è stimata nel 2019 in aumento del 70-80% – dichiarano gli agricoltori della Coldiretti – dopo il drastico crollo registrato l’anno scorso a causa delle calamità, con una ripresa straordinaria delle aree di Bari, BAT e Foggia con quantità tornate nella media e qualità eccellente, oltre a ottime performance di Taranto e Brindisi al netto degli ulivi improduttivi per la Xylella, con un aumento produttivo che oscilla a macchia di leopardo tra il 40 ed il 60%. Rimane invece incontrovertibile lo scenario produttivo a Lecce, dove si stima un calo del 90-95% rispetto alle medie storiche, perché sia nell’area Ionica che nell’Adriatica la produzione di cellina e ogliarola è azzerata e risultano produttive solo le piante di leccino, quelle appunto resistenti alla Xylella.

«Un segnale di rinascita per la provincia di Lecce che grazie alle varietà resistenti alla Xylella e agli innesti dovrà recuperare un patrimonio inestimabile – dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – andato perso per colpa di ritardi, scaricabarile e della mancata volontà di affrontare con determinazione la lotta al batterio che ha già causato un danno stimato per difetto di 1,2 miliardi di euro». Rimangono dunque pesantissime le perdite legate anche all’atteggiamento antiscientifico che nei primi anni ha accompagnato il diffondersi del batterio Xylella a partire dal 2013, principalmente a causa della reticenza agli abbattimenti non solo degli olivi infetti e quelli circostanti, nonostante lo sconcerto della comunità scientifica.

A causa della Xylella fastidiosa sono andate perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 73% della produzione di olio di oliva nell’ ultimo anno, secondo un’analisi elaborata da Coldiretti Puglia sulla base dei dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) che non sarà certamente recuperata nell’annata 2019 – 2020. L’avanzata della malattia ha lasciato milioni di ulivi secchi dietro di sé, molti dei quali monumentali, mano mano che la Xylella avanzava sul territorio spostandosi verso nord a una velocità di più 2 chilometri al mese con conseguenze economiche, produttive e sociali:  5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva con i frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia. Un trend che rischia di diventare irreversibile se – continua la Coldiretti – non si interviene con strumenti adeguati per rilanciare la più grande fabbrica green italiana con la Puglia che ha garantito fino ad ora quasi la metà dell’olio Made in Italy.

Adesso si tenta di ripartire: «Il consorzio olivicolo Unaprol consegnerà ad ottobre 100mila piante di ulivo leccino resistenti alla Xylella che verranno affidate ai nostri olivicoltori, un impegno per non condannare alla desertificazione l’area infetta che riguarda 183mila ettari», ha annunciato il presidente dell’Unaprol David Granieri.