Come sta andando il master Giahs, a Firenze per formare i manager del paesaggio agrario

Castro: «Gli esperti ci dicono che il problema è la qualità alimentare. Ci vuole più biodiversità nei nostri piatti, non contemplata dai modelli agricoli attuali»

[28 Febbraio 2019]

È in corso a Firenze il primo master al mondo legato al Giahs (Globally important agricultural Heritage systems), il programma della Fao per la tutela e la valorizzazione del Patrimonio agricolo mondiale: un percorso formativo d’eccellenza per i “manager del paesaggio agrario” di domani, che hanno assistito nei giorni scorsi a una lezione speciale da parte di René Castro, il vicedirettore generale dell’Organizzazione Onu per l’alimentazione e l’agricoltura: «Il master Giahs porta studenti da tutto il mondo qui per imparare – ha spiegato Castro – negli anni ’70 abbiamo fatto la rivoluzione agricola sulla quantità, oggi dobbiamo fare la rivoluzione sulla qualità. Per salvare l’agricoltura mondiale c’è bisogno di salvaguardare la biodiversità».

Una sfida che stiamo perdendo, come mostra chiaramente proprio l’ultimo rapporto Fao in materia, tanto da mettere a rischio la nostra stessa capacità di procurarci cibo. «Oggi – ricorda Castro (nella foto, ndr) –  abbiamo il 24% in meno delle varietà vegetali e il 30% in meno di quelle ittiche. Il 60% della popolazione mangia solo 9 varietà di piante e solo 10 di pesce. Questo si tradurrà in futuro in un’emergenza sanitaria». Senza contare che «siamo di fronte a una duplice emergenza: 821 milioni di persone al mondo muoiono di fame e 2 miliardi di persone sono in sovrappeso o obese. Gli esperti ci dicono che il problema è la qualità alimentare. Ci vuole più biodiversità nei nostri piatti, non contemplata dai modelli agricoli attuali. Il nuovo mandato delle Nazioni Unite è produrre cibo non solo sicuro, ma anche salutare».

Occorre rapidamente cambiare strada, e l’Italia – e la Toscana in particolare – possono aiutare a indicare la via: «L’Italia è stata capace di inventare il cappuccino, senza produrre caffè. È un Paese – conclude Castro – che sa come aggiungere valore e qualità, potrei fare lo stesso esempio per l’industria automobilistica o per l’alta moda. La Fao è in Italia e non a New York, in Thailandia o in altri paesi proprio per questo».

«La novità di Giahs – aggiunge Mauro Agnoletti, presidente del Comitato scientifico del programma – è l’associazione tra qualità del cibo e qualità del paesaggio. Sostenere l’agricoltura tradizionale significa salvaguardare la bellezza dei luoghi, attrattori di turismo e volano di economia. Se non sosteniamo questa associazione tra agricoltura tradizionale e paesaggio succede come nel nostro Paese, dove perdiamo 100mila ettari di terreno agricolo all’anno ma la produzione di cibo aumenta: chiediamoci da dove arriva questo cibo e come viene prodotto».