Covid-19 e crisi del settore caseario in Maremma, Legambiente: riportare sulle tavole dei cittadini i prodotti locali

Dare ossigeno alle imprese a km0, anche nella fase post-emergenziale, per rilanciare le nostre economie

[6 Aprile 2020]

Secondo Legambiente Agricoltura, «Quella contro il Covid-19 è una delle sfide più grandi dei nostri tempi. L’emergenza sanitaria a cui siamo costretti a fare fronte per limitare il contagio ci vede mutare radicalmente abitudini e stili di vita. L’unico vaccino che abbiamo a disposizione è quello di restare a casa e fermare il più possibile ogni nostra attività. Per questo, come Legambiente quotidianamente ricordiamo a tutti di seguire in maniera scrupolosa le regole e rimanere presso il proprio domicilio».

Allo stesso modo, però, Legambiente chiede con determinazione alle istituzioni di fare in modo che nessuno resti indietro: «Con il Decreto Cura Italia sono molte le misure messe in campo per sostenere i cittadini e le imprese ma è necessario un ulteriore sforzo a partire dal settore agricolo, fortemente messo alla prova. Tra i settori più penalizzati c’è quello caseario che ha registrato numeri in negativo su cui è necessario subito accendere i riflettori. E proprio la nostra Maremma, storica terra di produttori, ne è un esempio tangibile».

Per questo Legambiente agricoltura, lancia un appello e chiede di valorizzare i prodotti locali e tornare, anche in tempo di crisi sanitaria, a puntare sul km0.

Angelo Gentili, responsabile di Legambiente agricoltura, sottolinea che «La crisi del settore caseario e della pastorizia – devono vederci tutti in prima linea per ammortizzare uno dei più duri colpi all’intero settore degli ultimi decenni. Gli imprenditori, anche molto giovani, che hanno deciso di investire in questo settore sono numerosi. La pastorizia e l’allevamento costituiscono presidi essenziali e svolgono un ruolo fondamentale e insostituibile per la conservazione del territorio e dell’economia delle aree collinari e montane, evitando l’abbandono dei campi ed il dissesto, e per questo devono essere sostenuti. Tra le numerose realtà, penso ad esempio alla Maremma, luogo in cui ha sede il Polo nazionale per l’agroecologia di Legambiente, in cui le conseguenze del Coronavirus si stanno già facendo sentire in maniera importante. Il primo e più importante passo da fare è quello di acquistare locale. I prodotti della Maremma devono tornare sulle nostre tavole e devono essere commercializzati attraverso ogni canale possibile. Inoltre, ci auguriamo che presto venga lanciata dalla nostra Regione un appello a valorizzare il km0, unico vero elemento attraverso il quale, anche nella fase post-emergenziale, sarà possibile rilanciare le nostre economie. Inoltre, sollecitiamo la distribuzione organizzata a continuare ad acquistare tali prodotti allo scopo di consentire ai consumatori di poter sostenere i produttori locali che in questo momento di emergenza sono in enorme difficoltà. Mettere in campo una simile azione significa dare almeno un po’ di ossigeno alle imprese, continuando a scommettere su un futuro basato su agroalimentare di qualità e stili di vita davvero green dal quale non si potrà assolutamente prescindere».